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VENEZIA 2024 Orizzonti

Recensione: Familia

di 

- VENEZIA 2024: Il secondo lungometraggio di Francesco Costabile affronta il dramma della violenza domestica con una regia da film horror che potrebbe far saltare sulla poltrona molti spettatori

Recensione: Familia
Barbara Ronchi (centro) in Familia

E’ tratto da un libro autobiografico che racconta una storia vera Familia [+leggi anche:
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di Francesco Costabile, film italiano in concorso nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia. Un titolo perché, ha spiegato il regista, “la parola latina rimanda a qualcosa di inquietante; il pater familias dell’antica Roma era infatti il padrone degli schiavi ma anche di moglie e figli”. Si tratta infatti della cronaca di una violenza in famiglia che parte dagli anni 80 e dura per oltre 15 anni.

A Roma, Franco sta per uscire dal carcere (9 anni per rapina) e la ex compagna e madre dei suoi due figli, Licia, fa cambiare la serratura di casa.  Franco intercetta i ragazzi, Luigi e Alessandro, nel cortile, dove stanno giocando a pallone con gli altri, e li porta al luna park. Alessandro, adolescente, ha un ricordo vivissimo delle botte date alla madre. Luigi, più piccolo, è quello più affezionato al padre. Franco penetra in casa e torna a terrorizzare Licia. Finisce con l’arrivo della polizia, l’allontanamento di lui, e i due ragazzini letteralmente strappati dalle braccia della madre per essere destinati ad una casa famiglia.

Anni dopo il più piccolo, Luigi, è affiliato ad un gruppo di neofascisti. In uno scontro con i ragazzi di un centro sociale Luigi accoltella all’addome un suo coetaneo, viene arrestato e condannato. Quando esce dal carcere viene contattato dal padre che dice di voler ricominciare una nuova vita con loro. Alessandro è perplesso e l’opportunità offerta dalla famiglia si trasforma puntualmente in un nuovo incubo.  Dopo un confronto finale tra Luigi e il padre, l’epilogo sarà drammatico: violenza chiama violenza.

Interpretato con grande passione e incisività da tutti i membri del cast - bravi il giovane protagonista Francesco Gheghi e Barbara Ronchi (definitivamente consacrata da Rapito [+leggi anche:
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e Non riattaccare [+leggi anche:
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), mentre Francesco Di Leva potrebbe recitare con successo l’elenco telefonico di Helsinki - il film è girato con mano sicura da Costabile, che aveva esordito al cinema con Una femmina [+leggi anche:
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, sulle donne vittime di violenza nei clan della 'ndrangheta calabrese, in concorso nella sezione Panorama di Berlino. Il merito principale del film - scritto dal regista con Vittorio Moroni e Adriano Chiarelli - è appunto quello di affrontare una tematica sociale - stavolta affrontata soprattutto dal punto di vista dei figli - che è entrata nel dibattito di ogni giorno, considerata l’emergenza su abusi domestici e femminicidi. Lo stile scelto non è però quello del cinema d’impegno civile. Costabile sceglie la strada di maggior appiglio sul grande pubblico del thriller psicologico con incursioni nell’horror vero e proprio. La fotografia cupa e sinistra negli interni firmata da Giuseppe Maio e il montaggio di Cristiano Travaglioli, e soprattutto le musiche originali di Valerio Vigliar, fatti di suoni industrial bassi e prolungati, non ci risparmiano trasalimenti che sono quasi dei jump scare.

Questa opzione potrebbe essere apprezzata da un certo pubblico in vena di emozioni più forti e accettata con maggiore titubanza da un pubblico più esigente. La domanda è se sia necessaria un’esperienza immersiva di 120 minuti nella brutalità di un soggetto psicopatico per raccontare la violenza domestica e le sue conseguenze sui figli. Il distributore del film Giampaolo Letta si augura che il film sia proiettato nelle scuole, e nei cinema senza divieti (6+). Riteniamo che l’educazione familiare non si faccia mostrando ai bambini un papà stile Jack Torrance di Shining.

Familia è prodotto da Tramp Limited in associazione con Medusa Film, Indigo Film e O’Groove, in collaborazione con Prime Video. Medusa lo porta nelle sale italiane dal 2 ottobre mentre True Colours cura le vendite internazionali.

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