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VENEZIA 2024 Giornate degli Autori

Recensione: Possibility of Paradise

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- VENEZIA 2024: L'ultima fatica del prolifico regista serbo Mladen Kovačević è un impressionante documentario d'osservazione ambientato a Bali, con una narrazione che si presta a diverse interpretazioni

Recensione: Possibility of Paradise

Nel corso della sua carriera, il prolifico documentarista serbo Mladen Kovačević ha sperimentato diversi approcci stilistici e affrontato una grande varietà di argomenti. I suoi ultimi due film, Another Spring [+leggi anche:
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e Merry Christmas, Yiwu [+leggi anche:
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, erano quanto di più diverso si possa immaginare, rispettivamente un disaster movie d'archivio e un'opera di osservazione ambientata in Cina. La sua ultima fatica, Possibility of Paradise [+leggi anche:
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, presentata in anteprima mondiale come evento speciale alle Giornate degli Autori di Venezia, è quella sicuramente più aperta alle interpretazioni.

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Ma questo non significa che sia un'esperienza sperimentale, poetica o meditativa. Al contrario, si tratta di un'opera solida, con un concetto chiaro, anche se non convenzionale, e contributi tecnici di prim'ordine. È solo che la sua totale mancanza di spiegazione lascia che lo spettatore costruisca la propria storia a partire dagli elementi presentati.

Girato a Bali, il documentario si apre su un gruppo di studentesse che puliscono la loro aula in attesa che smetta di piovere. Questo segmento è seguito da uno su una ricca donna serba (la sua identità è desunta da una frase pronunciata nella sua lingua) che sta costruendo una villa, dove apparentemente sosterrà e ospiterà le ragazze locali maltrattate o orfane. Qui, uno scambio in lacrime con una di loro sorprende il pubblico, che non è stato preparato a uno stato emotivo così intenso e che allude a una tensione di fondo presente in tutto il film.

I segmenti e i personaggi che seguono includono una famiglia australiana spaventata da un serpente in camera da letto. Questa è l'occasione per farci conoscere diversi esemplari impressionanti, come li scopre l'addetto al controllo degli animali, dopo un'affascinante ricerca al buio con le torce elettriche. Poi, un padre e un figlio, che parlano inglese con un accento difficile da capire, si preparano a lasciare l'isola. Un'influencer asiatica, che parla in inglese con un'amica di cui non vediamo mai il volto, si è ripresa dal dolore per un'ingente perdita finanziaria; una spogliarellista che indossa una maschera di porcellana si esibisce in un numero elegante immerso nella luce rossa; e una ballerina russa viene vista insegnare a giovani ragazze dopo una scena suggestiva della sua performance davanti a un tempio. Più tardi, parlerà al telefono con la madre in lacrime. Un gruppo di istruttori subacquei, con accenti forse dell'Europa dell'Est, fa un'immersione nel mare agitato.

Come si può notare, gran parte del film si concentra sugli espatriati a Bali, ma non c'è un’ostentazione della miseria che faccia da contrappunto alla gente del posto. È chiaro che non è questo l'interesse diretto di Kovačević, ma lo spettatore farà inevitabilmente i suoi collegamenti e trarrà le sue conclusioni. Il regista e la sua montatrice abituale Jelena Maksimović scelgono di terminare alcuni segmenti con dei fermo immagine o con un ralenti estremo, sottolineando il fatto che le narrazioni sembrano essere state estrapolate da un film completo, e la maggior parte di esse termina in un momento in cui sta per accadere qualcos'altro che non riusciamo a vedere.

C'è una liminalità e una spiritualità appena definibile in questo approccio che è supportato dalla variegata colonna sonora di Rebekka Kariod, che impiega canti corali, sintetizzatori e archi, a volte in registri dissonanti o luttuosi. La macchina da presa di Marko Milovanović, forte e convincente, è disciplinata e classica, alterna riprese a mano e fisse, con colori puliti, intensi e naturali. Un segmento finale, breve ma splendido, beneficia in particolare dell'uso creativo del suono e delle immagini.

Possibility of Paradise è una coproduzione tra la serba Horopter Film Production e la svedese MDEMC Produktion AB. Taskovski Films detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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