Recensione: Noi e loro
- VENEZIA 2024: Delphine e Muriel Coulin realizzano un film straordinario sulla rottura del cerchio perfetto di un trio familiare, uno dei cui membri va alla deriva verso l'estrema destra

“Libertà per chi? Eguaglianza per chi? Fraternità per chi?”. Non è solo il motto della Repubblica francese a essere messo in discussione da un giovane che si è recentemente convertito al linguaggio dell'estrema destra, ma l'intero equilibrio di una piccola e affiatata famiglia composta da un padre e due figli, che vediamo lentamente sgretolarsi nell’ottimo film Noi e loro [+leggi anche:
trailer
intervista: Delphine e Muriel Coulin
scheda film] di Delphine e Muriel Coulin, presentato in concorso all'81ma Mostra di Venezia.
Affrontando da un punto di vista intimo un tema scottante (l'indottrinamento da parte di gruppi di tifosi ultrà e la contaminazione delle menti con idee nauseabonde), le due registe francesi (che hanno adattato il romanzo di Laurent Petitmangin Quello che serve di notte) lavorano con grande sensibilità ricollocando il cuore oscuro del soggetto (una giovane generazione che si sente dimenticata dalla politica e cede alle sirene del populismo) in un contesto molto più individualizzato e affascinante: come reagire quando scopriamo con grande sorpresa e dispiacere che nostro figlio o fratello, che amiamo, è caduto in quello che consideriamo il lato oscuro?
“Uno di loro assomigliava a tuo figlio”. Per il ferroviere Pierre (Vincent Lindon), esperto meccanico di catenarie, è uno shock quando un collega gli dice di aver riconosciuto suo figlio maggiore, Fus (Benjamin Voisin), tra un gruppo di "fasci" in cerca di guai mentre affiggeva manifesti. Da anni, e dalla morte della moglie, Pierre vive in perfetta armonia con il ventunenne Fus, sportivo e gentile, e con il fratello Louis (Stefan Crepon), studente diciannovenne più introverso ma molto bravo. All'interno di questo trio e della loro casa, il buon umore, la complicità, l'amore condiviso per il calcio e la fiducia regnano sovrani. Ma l'età dell'infanzia e delle altalene svanisce improvvisamente e la tensione sale gradualmente quando veniamo a sapere del coinvolgimento di Fus in atti compiuti dai suoi compagni skinhead... A che punto gli errori di un figlio diventano troppo gravi per essere perdonati?
“Non ti dà fastidio che tuo fratello sia coinvolto in tutto questo? Lo sapevi?” - “Si riprenderà” - “Sono preoccupato”, “Non vuole sapere. Vuole vivere la sua vita? Allora può andare avanti e vivere la sua vita, peggio per lui”, “Voglio che torni ad essere quello che era”. La sobria sceneggiatura delle sorelle Coulin descrive con formidabile precisione le varie fasi dell'evoluzione psicologica dei rapporti tra il padre e i due fratelli; una precisione che si inserisce ad arte in una rappresentazione estremamente realistica della loro vita quotidiana. Il film è un'analisi coinvolgente e meticolosa che evoca in modo mirabile il passato e i dilemmi del presente, dove i sentimenti di tenerezza e lealtà si scontrano con un profondo e crescente senso di incomprensione. Insite nell'amore paterno e fraterno, queste contraddizioni, perfettamente trasmesse dai tre attori principali e ulteriormente valorizzate da una messa in scena altrettanto immacolata, risuonano anche con forza e grande umanità – sotto il velo di semplicità molto controllata del film – in questi tempi di confusione e pericolo ideologico.
Noi e loro è prodotto da Felicita Films e Curiosa Films ed è coprodotto da France 3 Cinéma. Playtime guida le vendite internazionali.
(Tradotto dal francese)
Photogallery 04/09/2024: Venice 2024 - Noi e loro
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© 2024 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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