Recensione: Jane Austen a gâché ma vie
- Il primo lungometraggio di Laura Piani è una commedia romantica sincera e affascinante che racconta le disavventure di una donna che cerca di mettere d'accordo il cuore e la mente

“Chi stai aspettando? Mark Darcy?” - “Non vivo nel secolo giusto, tutto qui”. Quando alla trentenne libraia parigina Agathe, l'accattivante protagonista di Jane Austen a gâché ma vie [+leggi anche:
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scheda film] della regista francese Laura Piani (presentato in anteprima mondiale nella sezione Centrepiece del 49mo Festival di Toronto) viene chiesto quale libro consiglierebbe per entrare nel mondo della celebre scrittrice britannica che dà il titolo al film, lei suggerisce Persuasione e il suo personaggio “di una zitella che è appassita perché non le è stata data abbastanza acqua e ha coscienziosamente perso la vita”.
Non si tratta di una scelta casuale, ma di un'immagine speculare per Agathe (Camille Rutherford), che rifiuta il “sesso uberizzato”, che non va a letto con nessuno da due anni e che preferisce rifugiarsi nel mondo della letteratura perché “alcuni libri diventano parte della nostra vita, ci aiutano a vivere, ci rivelano la nostra vera natura”. Ma le cose non sono così semplici: pietrificata da blocchi e dubbi, Agathe, che viene esortata dai suoi cari a “esplorare qualcosa di diverso”, sogna di amare e di essere amata, e che il corpo di un uomo nudo emerga nella sua vita. Proietta questo ideale nell'inizio di un romanzo scritto in inglese. Del tutto involontariamente, su istigazione del suo collega e vecchio amico Félix (Pablo Pauly), che coglie l'occasione per dichiararle il suo amore, si ritrova selezionata per una residenza di scrittura di due settimane in Inghilterra. Un viaggio che le riserverà gustose sorprese su tutti i fronti, in particolare il britannico Oliver (Charlie Anson), lontano discendente di Jane Austen, sulle cui scarpe Agathe vomita appena scesa dal traghetto...
Spesso divertente, orientato alla semplicità e apertamente bonario, Jane Austen a gâché ma vie è una variazione francese senza pretese ma ben realizzata dei classici di Working Title (come Notting Hill), con contenuti comici alla Woody Allen. Scritta dalla regista, la sceneggiatura si muove abilmente sul filo della commedia romantica, facendo centro su vari temi che suscitano empatia (la solitudine emotiva, la necessità di liberarsi dalle catene del passato e di accettare il cambiamento, il fatto che la grande gioia e la grande tristezza sono entrambe essenziali per scoprire se stessi, le diverse facce e l'evoluzione del femminismo, la sindrome dell'impostore artistico, ecc.). Con questo primo lungometraggio, Laura Piani dimostra pienamente che una buona storia è “l'unico rimedio contro il disordine dei pensieri e dei sentimenti” e che, alla fine, se è pure divertente è ancora meglio.
Jane Austen a gâché ma vie è prodotto da Les Films du Veyrier e Sciapode, e coprodotto da Pictanovo. Le vendite internazionali sono guidate da The Bureau Sales. Il film è stato inoltre appena acquistato da Sony Pictures Classics per il Nord America, l'America Latina, il Medio Oriente, l'Europa dell'Est e le compagnie aeree di tutto il mondo.
(Tradotto dal francese)
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