Recensione: Under the Volcano
di David Katz
- Nel film di Damian Kocur, i membri di una famiglia ucraina in vacanza a Tenerife si trasformano da un giorno all'altro da turisti a rifugiati dopo lo scoppio della guerra con la Russia
Dopo il successo di Pane e sale [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Damian Kocur
scheda film], Damian Kocur ha trovato un modo più intuitivo di drammatizzare e creare empatia per i civili che stanno subendo la guerra russo-ucraina con Under the Volcano [+leggi anche:
trailer
intervista: Damian Kocur
scheda film], il suo secondo lungometraggio, presentato in anteprima mondiale nella sezione Centrepiece di Toronto. Il titolo del film è l'unica cosa che ha in comune con il famoso romanzo del 1938 di Malcolm Lowry, ma Kocur lo ha scelto riferendosi all'isola canaria di Tenerife, dove una normale famiglia ucraina della classe media si trova in vacanza nel febbraio 2022, pochi giorni prima dell'invasione russa.
Kocur ha citato Michael Haneke come una delle sue principali influenze e la perfetta famiglia nucleare dei neo-risposati Roman (Roman Lutskyi) e Nastia (Anastasia Karpenko), e dei figli del primo, Sofia (Sofiia Berezovska) e Fedir (Fedir Pugachov), non è dissimile dalla famiglia Laurent del maestro austriaco: inconsapevoli significanti dei valori borghesi, e forse del compiacimento. Naturalmente, questa famiglia è un innegabile bersaglio delle nostre simpatie, anche se questa arriva in modo graduale ed esitante a causa dei loro relativi privilegi, e con un'intelligente autoconsapevolezza da parte di Kocur e della sceneggiatrice Marta Konarzewska del fatto che i loro colleghi scelgono figure di identificazione meno complicate in altri film sulla guerra.
Under the Volcano è quindi un film di "trouble in paradise" [riferimento al film di Ernst Lubitsch con il titolo italiano Mancia competente, ndt], come molti altri prima di lui, eppure il pericolo viene sottovaluto: gli indizi dell'invasione e dei razzi lanciati verso le principali città provengono dagli aggiornamenti telefonici, e i genitori sembrano semplicemente infastiditi, piuttosto che colpiti, anche se le eccellenti interpretazioni di Lutskyi e Karpenko trasmettono molta ansia sotto questa facciata. Provenendo da un ambiente agiato di Kiev, vediamo check-in con genitori e parenti che stanno fuggendo all'interno per sicurezza, mentre un fratello si sta arruolando al volo nella Difesa Territoriale a Kharkiv. Nell'albergo stesso, il portiere offre loro soggiorno e vitto a tempo indeterminato, e c’è ospite anche una famiglia russa in vacanza come loro, per cui la tensione tra i due gruppi si manifesta prima in modo informale e poi in modo aggressivo e realisticamente improvviso.
Sofia, ostile alla matrigna, diventa gradualmente il cuore del film, aiutandolo a sviluppare un approccio più autoriale rispetto a Pane e sale. Dopo un'apertura pressante, Under the Volcano scivola in una stasi piacevole e paradossalmente ipnotica, girato con una luce spesso deteriorata e con una messa a fuoco poco profonda e con lenti lunghe: non proprio un film da "luogo di ritrovo", ma piuttosto un'attesa nella solitudine urbana (e Kocur ha trovato in qualche modo edifici alti e moderni e lampioni consumati nelle sue riprese a Tenerife).
La progressione della trama è piuttosto limitata, anche se il destino della famiglia di questi improbabili rifugiati trova una soluzione. Comunque questo film non è nemmeno un furtivo "studio di personaggi": è un ritratto naturalistico di un dato momento nel tempo, che si conclude in una sorprendente e lunga scena in cui Roman e il maturo Fedir parlano del passato successo del primo nella musica rap. È un modo sottile per dirsi addio, Roman probabilmente si offrirà volontario per lo sforzo bellico a Kiev, e rafforza e, si spera, interrompe temporaneamente il suo legame con il padre.
Mentre la guerra entra nel suo terzo anno, nonostante i robusti sforzi di difesa dell'Ucraina, e gli appelli internazionali di sostegno insistono perché non dimentichiamo, Kocur trova un modo per mantenere la guerra nella nostra mente, le sue scosse di assestamento ai margini del continente, mostrandoci personaggi meno tipici e forse apolitici con cui relazionarci, quelli che potrebbero desiderare senza tante complicazioni che l'Ucraina sia spiritualmente e legalmente europea, come il loro luogo di vacanze.
Under the Volcano è una produzione polacca di Lizard Film in coproduzione con Hawk Art, MGM SA e TVP SA. Le vendite internazionali sono gestite da Salaud Morisset.
(Tradotto dall'inglese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.