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TORONTO 2024 Discovery

Recensione: Les Courageux

di 

- Nell'opera prima di Jasmin Gordon, ben diretta, una madre single in difficoltà cerca di tenere a galla la sua famiglia

Recensione: Les Courageux
Ophelia Kolb e Jasmine Kalisz Saurer in Les Courageux

"La fortuna aiuta gli audaci", recita un vecchio proverbio. Ma nel nostro stile di vita moderno non basta il coraggio per assicurarsi una vita comoda e felice. Le cose si complicano quando sono coinvolte più persone. Quando si tratta di una famiglia, non bastano tutto il coraggio, l'amore e la cura del mondo, ma ci vuole anche abilità nel muoversi nel paesaggio sociale. Non esistono soluzioni semplici o strade diritte per un lieto fine. Questo possiamo imparare dal primo lungometraggio di Jasmin Gordon, Les Courageux [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, presentato in anteprima nella sezione Discovery di Toronto.

Jule (Ophelia Kolb, recita soprattutto in televisione) è una madre single di tre figli, Claire, Loïc e Sami (interpretati rispettivamente dagli esordienti Jasmine Kalisz Saurer, Paul Besnier e Arthur Devaux). Non appena li abbiamo conosciuti tutti, la donna lascia i figli ad aspettare in un bar vicino a un centro commerciale, con una limonata da dividere per tutti e tre, usando la ben nota scusa del "solo per cinque minuti". È ovvio che l'ha già fatto in passato ed è molto probabile che non abbia altra scelta. Prima dell'intervento delle autorità, i bambini scappano dal bar e tornano a casa a piedi dopo un viaggio un po' rischioso. Quando lei torna, li trova addormentati.

È lecito supporre che Jule non sia un granché sul  lavoro, ma è più difficile rispondere alla domanda se sia o meno una cattiva madre. Diciamo pure che non lo è: è chiaro che ama i suoi figli e si preoccupa per loro abbastanza da abbozzare un sorriso e trovare una scusa "convincente" per il suo comportamento. Anche loro la amano e sono più che pronti a sostenere le sue affermazioni davanti alle autorità scolastiche e civili. Il problema è che sono poveri nella ricca contea svizzera del Vallese, e si vede. Inoltre, Jule ha un passato di crimini alle spalle, quindi la sua capacità di muoversi sia letteralmente che metaforicamente (cioè di salire nella scala sociale) è molto limitata. Forse il fatto di stabilirsi definitivamente li salverà, ma quando la casa che Jule vuole comprare viene venduta a un altro cliente, deve improvvisare per mantenere viva la speranza, il che la porta a una mossa rischiosa che avrà conseguenze permanenti...

Les Courageux è un film che lascia lo spettatore con molte domande senza risposta. Ad esempio, dov'è il padre dei bambini (o dove sono i loro padri, se ce n'è più di uno), qual è stato esattamente il crimine di Jule in passato e qual è la sua attuale occupazione? Il minimo che il pubblico può ottenere sono accenni al fatto che la famiglia si è trasferita più volte e che almeno Claire è consapevole che la madre non sta dicendo la verità a lei e ai suoi fratelli. Questo tipo di segretezza è in realtà il punto di forza della sceneggiatura di Julien Bouissoux, che limita la nostra prospettiva e ci costringe a concentrarci sul rapporto tra Jule e i bambini, sulla loro autosufficienza quando lei non c'è e sulla sua risoluzione a tenere la famiglia unita e a galla con ogni mezzo necessario.

A questa discrezione corrisponde una regia adeguata sia negli aspetti artistici che in quelli tecnici del film. La Kolb non manca mai il bersaglio nel ruolo della madre tormentata, e la chimica tra i bambini attori nel ruolo dei fratelli è irresistibile. La macchina a mano di Andi Widmer e il sound design minimale di Pascal Schärli contribuiscono a creare un'atmosfera quasi documentaristica, interrotta solo dalla musica tesa e astratta di Mirjam Skall. Insomma Les Courageux è un esordio sicuro e un convincente pezzo di realismo sociale cinematografico.

Les Courageux è una produzione della svizzera Maximage in coproduzione con Radio Télévision Suisse.

(Tradotto dall'inglese)

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