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TORONTO 2024 Discovery

Recensione: Gülizar

di 

- Il debutto di Belkıs Bayrak come regista è un solenne studio sui personaggi che rende un potente tributo all'onore delle scelte delle donne dopo un trauma

Recensione: Gülizar
Ecem Uzun in Gülizar

Per il suo debutto nel lungometraggio, la regista turca Belkıs Bayrak ha scritto e diretto Gülizar [+leggi anche:
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intervista: Belkıs Bayrak e Bekir Behrem
scheda film
]
, un film affilato di soli 84 minuti che è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Discovery del Festival di Toronto prima dalla sua proiezione nella sezione New Directors del Festival di San Sebastian. Gülizar si rivela una delle gemme nascoste del festival di quest'anno, lo studio profondo ma mai didascalico di una donna che naviga in un mondo forzatamente di genere all'indomani di uno stupro.

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Mentre viaggia da sola in autobus verso il Kosovo per il suo imminente matrimonio, Gülizar (Ecem Uzun) viene aggredita sessualmente in un bagno pubblico. Dopo avergli rivelare l'accaduto, il futuro marito, il mite e rigorosamente fedele Emre (Bekir Behrem), promette con tranquillità di trovare e punire il colpevole, che probabilmente vive nelle vicinanze, mentre Gülizar vuole semplicemente dimenticare. Mentre il giorno del suo matrimonio si avvicina, il peso dell'evento la perseguita nella vita di tutti i giorni, con un enorme senso di oppressione che si manifesta quando gli altri la costringono a riaffrontarlo nella loro - e non certo sua - ricerca di risposte.

Bayrak sviluppa la progressione degli eventi del film attraverso la capacità della coppia, o la sua mancanza, di avvicinarsi emotivamente e fisicamente, guidata dalle loro diverse idee di ciò che dovrebbe accadere dopo. "Non voglio ricordare, Emre. Voglio dimenticare", implora la donna al suo fidanzato, che è benintenzionato ma non si rende conto dell'ulteriore dolore che sta involontariamente causando alla sua amata. In questa scena la macchina da presa scorre lentamente a destra e a sinistra per catturare solo uno dei due alla volta, sottolineando la distanza che le loro parole mettono tra loro. Osserviamo anche come momenti di intima potenzialità tra la coppia siano irrimediabilmente compromessi dopo l'aggressione. In altre sequenze del film sono inquadrati l'uno accanto all'altra, ma Gülizar respinge un tenero tocco sulla mano o a un bacio sul collo da parte di Emre, come un ricordo di contatto fisico che si nasconde anche nell'abbraccio dell'amato fidanzato.

Bayrak predilige inquadrature naturalistiche, prolungate, statiche o quasi, lasciando che il dialogo si svolga in modo simile a una rappresentazione teatrale. Ma lei e il direttore della fotografia Kürşat Üresin non hanno paura di avvicinarsi, soprattutto in spazi intimi come il letto, durante le conversazioni più difficili. Nel volto quasi infantile di Gülizar, la convincente Uzun racchiude un dolore silenzioso e immenso, in un mutismo più forte delle parole. La sua scelta iniziale di respingere il trauma e di rivelare il meno possibile mette in luce i pericoli a cui le donne vanno incontro, indipendentemente da ciò che scelgono di fare in circostanze fortemente gravate da squilibri di potere di genere. Il modo in cui Emre agisce rivela i comportamenti  degli uomini che, universalmente, sono spesso ritenuti socialmente accettabili.

Gülizar è quindi spinta ad andare contro i suoi stessi desideri, con la promessa di un risultato (la punizione del colpevole) che viene socialmente rafforzato e che la farebbe apparire non collaborativa in caso di rifiuto (come dimostrano le accuse di Emre, secondo cui Gülizar gli avrebbe mentito). Ma il debutto di questa regista è prima di tutto uno studio sui personaggi, intriso di una potente interrogazione sui ruoli sociali di genere, che investono la politica. Le altre donne che circondano la vita di Gülizar la incoraggiano a essere libera e aperta in ogni modo, offrendole uno sfogo emotivo alternativo attraverso la sorellanza: "A volte ci sono cose che non puoi dire nemmeno a tuo marito", dice Selma, la madre di Emre, interpretata da Aslı İçözü. In una serie di svolte positive, la crescita personale di Gülizar diventa evidente nel momento in cui riflette sul suo caso, trovando alla fine una via d'uscita che la faccia rimanere fedele a se stessa.

Gülizar è una coproduzione turco-kosovara tra Saba Film, Protim VPPlan Bee Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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