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TORONTO 2024 Platform

Recensione: Polvo serán

di 

- Il nuovo film del regista spagnolo Carlos Marques-Marcet è un'esplorazione formalmente inventiva della percezione della morte, punteggiata da sequenze di musica e danza moderna

Recensione: Polvo serán
Ángela Molina (fondo, centro) in Polvo serán

Nell'inquadratura iniziale di Polvo serán [+leggi anche:
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, una musica corale fa da sfondo ad un'anziana donna che si dimena, viene messa all'angolo e spinta dai membri della famiglia e dai paramedici, finché non sembrano tutti impegnati in una poetica danza moderna. Stiamo parlando dell'ultimo film di Carlos Marques-Marcet, co-sceneggiato dal regista con Coral Cruz e Clara Roquet, che punta alla rottura in tutta la sua sincerità e bizzarria - e ci riesce. Il dramma del regista, che è anche in parte operetta e pieno di danza contemporanea, è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Platform di Toronto e si è appena assicurato il premio principale di questa sezione, il Platform Award 2024 del TIFF. Il regista spagnolo ha fatto il suo ingresso sulla scena nel 2014 con il suo primo lungometraggio Long Distance [+leggi anche:
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intervista: Carlos Marques-Marcet
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, che si apriva anch'esso con un piano sequenza.

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L’anziana di cui sopra è la malata terminale Claudia (una versatile e ammaliante Ángela Molina), che vive con il suo compagno di lunga data Flavio (Alfredo Castro) e la loro figlia adulta, Violeta (Mònica Almirall), premurosa ma profondamente turbata. Con la scusa del matrimonio, Claudia e Flavio riuniscono Violeta e gli altri due figli adulti, Manuel (Alvan Prado) e Lea (Patricia Bargello), per l'ultimo saluto, poiché intendono recarsi insieme in Svizzera per praticare il suicidio assistito: Claudia, per la sua malattia terminale, e Flavio per il desiderio di non vivere più senza la sua amata.

Il surrealismo mite delle sequenze danzate e cantate del film ricorda il film cileno in stop motion con le marionette The Hyperboreans di Cristóbal León e Joaquín Cociña (presentato nella scorsa Quinzaine des Cinéastes di Cannes), in quanto entrambi alienati al punto da evocare una genuina curiosità per il loro stile e forma unici. Questi sporadici momenti si manifestano dal punto di vista di Claudia, spesso immersa in spazi pieni di persone ma sola con i suoi pensieri. Con le coreografie di Marcos Morau e Le Veonal, le riprese della folla hanno una certa qualità a scatti, volutamente instabile, come se fossero parte di una grande macchina non oliata che si muove lentamente verso il basso. Sono comunque poche e rare, e Marques-Marcet le rende una sorpresa ogni volta che appaiono, con una mancanza di coerenza che diventa il più grande ostacolo alla loro forza emotiva.

Tra i film recenti, è difficile non pensare alla sottotrama di Stray Bodies [+leggi anche:
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intervista: Elina Psykou
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di Elina Psykou, racconto di una donna affetta da SLA che non riesce più a esprimersi e cerca la sua idea di morte dignitosa attraverso il suicidio assistito in Svizzera. Ma Polvo serán gode della sua mortale onestà e di un approccio scanzonato al trapasso, affrontando di petto e attraverso una lente di finzione molti taciti accordi sociali intorno  all’idea di morte. "Pensa a una playlist per morire", raccomanda allegramente Inger (Manuela Biedermann), l'assistente al suicidio svizzero.

L'idea che la morte sia inevitabile alla fine del film non è certo una sorpresa; è attraverso la reazione di ciascun personaggio a questo concetto che impariamo molto di più. Mentre Violeta implora di non farlo, senza successo, e piange due morti che non si sono ancora verificate, Claudia va incontro alla sua fine con tutto il cuore e Flavio lotta con la fine prematura della sua vita, il suo cervello contro il suo cuore. Quest’ultima fatica di Marques-Marcet intriga fino agli ultimi fotogrammi, fino alla sequenza dei titoli di coda, con una non tanto velata allusione allo stato crematorio in cui la coppia è destinata.

Polvo serán è una coproduzione italo-spagnola e svizzera di Lastor Media, società di Barcellona, la Kino Produzioni di Roma e la Alina Film di Ginevra, mentre la Latido Films gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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