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SAN SEBASTIAN 2024 New Directors

Recensione: Brûle le sang

di 

- Akaki Popkhadze si addentra nel lato oscuro e criminale della Baia degli Angeli con un thriller intenso e feroce su due fratelli e una vendetta

Recensione: Brûle le sang
Nicolas Duvauchelle e Finnegan Oldfield in Brûle le sang

"Nizza è un villaggio, tutti si conoscono l’un l’altro". Sotto la superficie dei cieli azzurri, delle spiagge danzanti, dell'iconica Promenade des Anglais e delle lussuose ville di Saint-Jean-Cap-Ferrat, è in una profonda oscurità e in un'acuta violenza sotterranea che si immerge Brûle le sang [+leggi anche:
trailer
intervista: Akaki Popkhadze
scheda film
]
, il primo lungometraggio di Akaki Popkhadze (cineasta georgiano che vive in Francia) che ha elettrizzato il concorso  New Directors del 72mo Festival di San Sebastián. Dietro lo sfarzo e il glamour, dietro le quinte, si agita un mondo di criminalità cosmopolita, un universo in cui, ancor più apertamente che altrove, Dio e il Diavolo si scontrano in una feroce battaglia per il territorio dei traffici. È una classica ambientazione da film noir che il regista affronta dal punto di vista familiare, con due fratelli che hanno quasi tutto contro.

"Dammi un nome". Tutto inizia con un avvocato che viene rapito in pieno giorno, tenuto nudo, fuori città, in un cantiere deserto, sotto tiro con una fiamma ossidrica, prima di finire cadavere in un camion del movimento terra. Il nome che gli è stato chiesto era quello di un oligarca russo che ha da poco ottenuto una concessione balneare nella zona. Il rapitore, padre del giovane Tristan (Florent Hill), è il suo autista e sta per pagarne le conseguenze, scambiato per il suo capo e ucciso in una bella piazza di Nizza. È l'incipit brutale e crudo di un film che si svolge nel cuore della piccola e modesta famiglia georgiana di Tristan (che intende entrare in seminario), duramente colpita da questo lutto, e che vede la ricomparsa del fratello maggiore, Gabriel (Nicolas Duvauchelle), esiliato in patria dieci anni prima (dopo essere stato coinvolto in traffici di droga, condannati dalla comunità georgiana di Nizza), che ora è in cerca di vendetta e torna alle sue cattive abitudini...

Diviso in quattro parti ("Nel nome del Padre", "Conquista il male", "Non uccidere", "Consola il mio dolore"), Brûle le sang procede a rotta di collo, come sull'orlo di un precipizio, grazie a una sceneggiatura incisiva (scritta dal regista e da Florent Hill) e all'ottimo montaggio di Mathieu Toutlemonde. Intriso di influenze di James Gray (Little Odessa, The Yards, I padroni della notte) e Coppola (Il Padrino), il film intreccia georgiani, rom, bulgari, russi e ceceni sotto il sole di Nizza, e poi icone ortodosse, cocaina, il denaro re dei sogni di ascesa sociale, palestre di judo, retrobottega inquieti, tunnel assassini, città malfamate, personaggi instabili, selvaggi regolamenti di conti e così via. È una partitura tesa (attorno alla storia centrale di due fratelli che si amano ma non si fidano l'uno dell'altro...) servita molto bene da tutti i suoi interpreti (tra cui uno scatenato Finnegan Oldfield, ma anche Denis Lavant, Sandor Funtek e Ia Shugliashvili) in una credibilissima rassegna di "facce cattive". Un film che rispetta i codici del genere, senza rivoluzionarli, ma con un'innegabile efficacia adrenalinica.

Brûle le sang è prodotto da Adastra Films (Francia) e coprodotto da Beside Productions (Belgio) e Elly Films (Austria). Urban Sales si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)


Photogallery 23/09/2024: San Sebastian 2024 - Brûle le sang

8 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Akaki Popkhadze
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - @studio.photo.dar, Dario Caruso

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