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NAMUR 2024

Recensione: Aimer perdre

di 

- Lenny e Harpo Guit riscoprono il gusto della provocazione cimentandosi nella commedia romantica, mescolata al loro amore per i margini

Recensione: Aimer perdre
Maria Cavalier Bazan in Aimer perdre

Dopo aver provocato con la malizia di un bambino dispettoso qualche nausea e qualche risata tesissima con Fils de plouc [+leggi anche:
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, il loro primo lungometraggio scoperto al Sundance, Lenny e Harpo Guit presentano in anteprima il loro secondo lungometraggio, Aimer perdre [+leggi anche:
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, al Festival internazionale del film francofono di Namur. Armande Pigeon (Maria Cavalier Bazan) proviene da una famiglia di perdenti, con una magnifica ascendenza. Vivendo di piccoli espedienti, naviga in un mondo ostile che tuttavia sceglie di affrontare con orgoglio e, soprattutto, giocando. Gioca a tutto Armande, ai dadi, al Monopoli, al lancio di monete, a indovinare il nome di qualcuno. È il suo modo di provocare un destino che non è esattamente luminoso, anzi, è seriamente recalcitrante.  E non è escluso che, con un lancio di dadi, affronti la sfida più selvaggia di tutte: trovare l'amore. Dopo l'incontro con Ronnie (Axel Perin), Armande avrà qualcos'altro da cui fuggire, o da perdere.

Il tratto distintivo di Armande è la sua propensione a essere sempre in movimento, come abilmente illustrato da una sequenza in cui posa per gli studenti d'arte, incapace di stare ferma. L'immobilità non è nel suo DNA, così finisce per darsi alla fuga e, ancora una volta, evitare qualsiasi impegno. Ciò che Armande inizialmente fugge è la precarietà della sua vita quotidiana. Il film si apre con la domanda: “Che tipo di vita è questa?”, ed è questa vita che Armande e i suoi compagni cercano di sfidare. Mentre i corpi degli attori e delle attrici sono sottoposti a un trattamento naturalistico che non nasconde nulla della loro banalità, anche la città è sottoposta a questo trattamento, sia attraverso un'immagine sgranata sia attraverso un suono in cui i rumori della strada interferiscono con le conversazioni.

Aimer perdre si apre con un primo piano, un primissimo piano che si trasforma in una smorfia, quella dell'eroina, interpretata con brio da Maria Cavalier Bazan. Già questa prima inquadratura è dirompente, perché non siamo abituati a vedere giovani protagoniste in pose poco lusinghiere. Questa smorfia – e le scene successive, che non temono fluidi corporei o sangue mestruale – contribuiscono a fare di Armande una neo-eroina cinematografica, e questa non è la sua qualità minore. I fratelli Guit la filmano come farebbero con un ragazzo. È una ragazza che piange, certo, ma anche una ragazza che si abbuffa, una ragazza che non esita a mostrarsi nuda, una ragazza liberata dall’obbligo di apparire perfetta.

Sotto l'aspetto di commedia trash e liceale, Aimer perdre dipinge il ritratto di una gioventù perduta che si affida al caso, incapace di contare su ciò che la società ha da offrire. E getta uno sguardo anticonformista ma politico sulla precarietà e sulla rappresentazione delle donne sullo schermo.

Aimer perdre è prodotto da Roue Libre Production (Belgio). Le vendite internazionali sono affidate a Best Friend Forever. Il film sarà distribuito in Belgio da Galeries Distribution e in Francia da UFO Distribution.

(Tradotto dal francese)

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