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FILM / RECENSIONI Belgio

Recensione: TKT

di 

- Solange Cicurel esamina i meccanismi infernali del bullismo in un dramma familiare che ha lo scopo di sensibilizzare

Recensione: TKT
Lanna De Palmaert in TKT

Dopo aver diretto due commedie su amici e famiglia (Faut pas lui dire [+leggi anche:
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(uscito nel 2020), Solange Cicurel cambia direzione con TKT, un solido dramma sul bullismo a scuola e sui social network, in uscita oggi in Belgio distribuito dalla sua casa di produzione, Beluga Tree, con la società di pubblicità cinematografica Brightfish.

Seguiamo Emma (Lanna De Palmaert), una ragazza di 16 anni che sembra avere tutto dalla vita, ma che finisce in un letto d'ospedale in coma profondo. Al suo fianco, i genitori continuano a ripetere: “Avrei dovuto vedere”. La madre (Emilie Dequenne), tormentata dai sensi di colpa, non riesce a capire l'incomprensibile: come ha potuto la sua bambina arrivare a questo? Inizialmente stordita, Emma riprende coscienza e cerca di capire cosa l'abbia portata a questo punto, ripercorrendo i suoi ricordi e rivisitando alcuni episodi più o meno recenti che, messi insieme, ricostruiscono la storia delle molestie di cui è stata vittima.

Come spesso accade, tutto inizia con poco. Un paio di pantaloni bianchi, una macchia di sangue, un video che circola. Uno scherzo bonario, “tanto per ridere”. Se non fosse che l'incidente innesca una catena di eventi che assumono gradualmente una portata difficile da controllare, dove la pressione del gruppo, la vergogna e i social network fanno da drammatica cassa di risonanza a ciò che era cominciato dal nulla. Da fulcro di una rete sociale e amicale apparentemente accogliente, Emma si ritrova sempre più isolata. A casa si ritira, non riesce a comunicare con i suoi genitori, nonostante questi le siano sempre vicini. “Non preoccuparti”.

TKT analizza passo dopo passo la spirale che porta a un dramma del bullismo specifico, ma che ne riecheggia tanti altri. In questo senso, il film di Solange Cicurel si inserisce in un importante dibattito sociale. TKT è chiaramente concepito come un film per il grande pubblico, accessibile sia agli adulti che ai giovani, e cerca di adottare un linguaggio cinematografico accessibile agli adolescenti, attraverso la musica e il lavoro sull'immagine svolto con il direttore della fotografia Son Doan, ispirato a serie come Sex Education e Euphoria.

Il film è più una parabola che un dramma sociale. L'ambientazione è volutamente sfumata, il che significa che la storia potrebbe svolgersi ovunque, e il personaggio di Emma, nonostante la sua sicurezza e le sue innegabili qualità, si ritrova ad essere una vittima a tutti gli effetti, come a dimostrare che non esiste un profilo tipico di vittima o di bullo.

A interpretare Emma doveva essere un'attrice di un certo tipo, un volto sconosciuto che conquistasse immediatamente. La giovane Lanna De Palmaert, la cui spontaneità e fotogenia la rendono una scelta ovvia per questo suo primo ruolo, ci è riuscita. Nel ruolo dei genitori, Emilie Dequenne colpisce ancora una volta per l'emozione pura che emana, mentre Stéphane De Groodt sorprende in un registro in cui lo conosciamo poco. Grazie a queste qualità e alla sua accessibilità, il film, che dovrebbe essere proiettato in contesti educativi, potrebbe essere un salutare spunto di conversazione sulle devastazioni del bullismo tra i giovani e aprire il dialogo tra le generazioni.

TKT è prodotto da Beluga Tree. Le vendite internazionali sono affidate a Other Angle Pictures.

(Tradotto dal francese)

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