Recensione: The Traitor
- Michael Krummenacher mette in scena un personaggio ribelle e ambiguo vittima di una società che non accetta nessuna forma di diversità

The Traitor, ultima fatica del regista svizzero residente a Monaco Michael Krummenacher, presentato in prima mondiale al Festival di Zurigo nella sezione Gala Premières, ci trasporta con violenta determinazione in un passato che la Svizzera vorrebbe dimenticare. A capitanare questo dramma che si trasforma a tratti in commedia musicale ci pensa il misterioso e deliziosamente ambiguo Ernst Schrämli, sorta di hippie ante litteram che sogna un futuro nel quale la guerra non è che un ricordo lontano. Determinato ad affrontare un capitolo scottante della storia del suo paese, Michael Krummenacher non indietreggia di fronte a nulla mostrando l’ambiguità e la crudeltà di personaggi che vivono un momento storico in cui il termine “umanità” ha perso il suo significato.
La vicenda raccontata in The Traitor si svolge a San Gallo durante la Seconda Guerra Mondiale, in un clima di tensione e violenza sempre più opprimente. Nella speranza di diventare un grande cantante in Germania, un giovane sognatore di nome Ernst Schrämli (Dimitri Krebs), si trova invischiato in traffici loschi. Deciso a scappare da un ambiente soffocante che annulla qualsiasi forma di slancio creativo o artistico, Ernst Schrämli vende informazioni militari svizzere a una spia nazista di nome August Schmid (Fabian Hinrichs) che l’ha sedotto e manipolato. Quando il suo crimine viene scoperto, il protagonista è condannato a morte per spionaggio e tradimento diventando il primo cittadino svizzero a essere giustiziato.
The Traitor è un film basato su fatti reali, sulla storia al contempo toccante e inquietante di un giovane idealista di provincia che viene sfruttato e tradito durante la Seconda Guerra Mondiale. Ernst Schrämli fu in effetti il primo dei 17 traditori della storia svizzera ad essere giustiziato. Il film racconta gli ultimi anni di vita di un ragazzo il cui destino, in bilico tra integrità morale e guadagno personale, permette di mettere in avanti le relazioni ambigue che la Svizzera ha intrattenuto con i suoi vicini durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ernst è uno spirito libero nato nell’epoca e nel luogo sbagliato, un artista nell’animo che non ha mai rinunciato ai suoi sogni malgrado i pericoli e le intimidazioni. Alla ricerca affannosa della sua strada, di riconoscimento in quanto essere umano, Ernst cade tra le braccia di un personaggio ambiguo che sfrutta la sua ingenuità a suo vantaggio. Vittima dei suoi ideali, il protagonista deve fare i conti con una società pronta a tutto pur di salvare la faccia. Ernst è un sognatore a cui sono state tarpate le ali, un ipersensibile sopraffatto da sentimenti che non ha saputo o meglio voluto tenere sotto controllo. Sì, perché The Traitor è anche un ritratto struggente di una relazione omosessuale impossibile che si trasforma in trappola mortale. La storia tra Ernst e August è sicuramente ambigua e a tratti malsana ma deve essere letta nel contesto nel quale nasce e si sviluppa. L’omosessualità è infatti considerata un difetto, una tara che deve assolutamente essere eliminata, rifiutata, messa sotto silenzio. Ernst non la pensa così e si lascia guidare da sentimenti che non riesce più a controllare, poco importa il prezzo da pagare.
In The Traitor Ernst Schrämli esce allo scoperto, diventa parte di un passato storico che deve essere considerato in tutta la sua complessità. Ad incarnare con toccante realismo questo personaggio a fior di pelle ci pensa il musicista zurighese Dimitri Krebs, al suo primo ruolo come attore. Il suo volto espressivo e il suo sguardo al contempo sfuggente e penetrante regalano al personaggio una dose supplementare di umanità, come se il passato si fosse impossessato del presente. The Traitor è un film a tratti cupo e disperato che non perde però mai, grazie a Ernst, la sua luce.
The Traitor è prodotto da Contrast Film, Letterbox Filmproduktion, Amalia Film e Gretchenfilm.
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