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SITGES 2024

Recensione: Daniela Forever

di 

- Un dj madrileno assume una droga sperimentale per riportare in vita la sua defunta fidanzata attraverso il sogno lucido nell'inaspettato fantasy allucinogeno di Nacho Vigalondo

Recensione: Daniela Forever
Beatrice Grannò e Henry Golding in Daniela Forever

Senza dubbio, molti si concederebbero i piaceri fisici, sensuali ed emotivi a loro familiari se potessero ricongiungersi al loro amato defunto. Ma nell'ultimo film di Nacho Vigalondo, Daniela Forever [+leggi anche:
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, il protagonista Nick preferirebbe di gran lunga sentirsi dare ragione di ogni sua parola, mentre porta con sé la sua ragazza nelle sue esplorazioni quotidiane. Lo sceneggiatore-regista di Los Cronocrimenes [+leggi anche:
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(2007) e Colossal [+leggi anche:
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(2016) torna con un'opera visivamente fantasiosa e molto più contemplativa di quanto il marketing possa far credere. Daniela Forever è stato presentato in anteprima europea nel concorso ufficiale Fantastic di Sitges, dopo essere stato presentato in anteprima mondiale il mese scorso nella sezione Platform del Festival di Toronto.  

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Vigalondo inizia con una premessa decisamente banale: dopo la morte della fidanzata Daniela (Beatrice Grannò), il dj madrileno Nick (Henry Golding) inizia a prendere una pillola sperimentale che gli permette di fare sogni lucidi, su consiglio dell'amica Victoria (Nathalie Poza). Nick ignora le intenzioni terapeutiche della sperimentazione farmaceutica per dedicarsi invece alla sua vita di fantasia con Daniela, andando in luoghi inaspettati. Sebbene la sceneggiatura e lo stile visivo di Daniela Forever permettano facili paragoni con Se mi lasci ti cancello e Inception, il film è un oggetto a sé stante, è un tono che Vigalondo usa per manipolare il film in modi creativi e imprevisti. È molto più gratificante – e, francamente, accessibile – leggere il film non tanto come una miscela di fantascienza e romanticismo quanto come un viaggio nell'esistenzialismo fantascientifico che interroga la natura del desiderio, dell'attaccamento e della solitudine.

Fin dall'inizio, Vigalondo rende evidente l'intensa distinzione tra il “mondo reale” e il “mondo dei sogni”, istituendo una dicotomia sconcertante. Quest'ultimo, in widescreen, esplode di luce, con una tavolozza di colori brillanti, un grandangolo estremo di Jon D. Domínguez che sembra piegare il paesaggio onirico e una colonna sonora elettronica morbida e pulsante del gruppo pop catalano Hidrogenesse (Carlos Ballesteros e Genís Segarra). La sensazione di confinamento del mondo reale, composto principalmente da inquadrature statiche, ti schiaffeggia con il suo formato 4:3 girato con videocamere Betacam, generando un ambiente cupo e alienante che ha un sapore distopico alla Black Mirror. L'inventiva registica di Vigalondo brilla nella sua geometria onirica distorta alla Kaufman e nell'uso di effetti sonori e visivi mutevoli.

Golding offre un'interpretazione eccezionale nel ruolo del tormentato Nick, che passa da stati di avidità e gioco infantile all'angoscia, pur essendo in grado di controllare ogni aspetto del sogno. È interessante notare che l'insipidezza delle motivazioni del personaggio di Nick può essere attribuita a un acuto stato di depressione, evidente nelle immagini del mondo reale, e difficilmente un bacio passa mai tra la coppia nel mondo dei sogni, per non parlare di qualcosa di più. Nick gioca a fare Dio mentre Daniela, spesso un robot e un guscio del suo sé frizzante, diventa il suo giocattolo: le dice come pensare e chi può o non può vedere. Nick è più preoccupato di autoindulgere, di giocare con i limiti del mondo dei sogni e di ricevere un livello predefinito di attenzione da parte di Daniela.

Sebbene Daniela Forever si trascini nella parte centrale e alcune interazioni tra la coppia risultino artificiose (e forse volutamente), la storia a fuoco lento di Vigalondo costringe lo spettatore a considerare attentamente i piccoli e inquietanti cambiamenti che si verificano nella dinamica tra i due. Non si tratta di un thriller né di un film dalla risoluzione semplice: a complicare la storia sono gli incontri di Nick con l'ex fidanzata di Daniela, Teresa (Aura Garrido), che stranamente inizia ad apparire nei suoi sogni lucidi. Il regista tesse il confine tra i due mondi fino al finale criptico e surrealista, lasciando agli spettatori la possibilità di speculare sul suo significato finale, proprio come un sogno.

Daniela Forever è una produzione ispano-belga di Sayaka Producciones, Wrong Men, Señor y Señora e Mediacrest Entertainment. La statunitense XYZ Films gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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