Recensione serie: Qui non è Hollywood
- La miniserie di Pippo Mezzapesa sull’omicidio di Sarah Scazzi è un esempio di come si può raccontare un terribile fatto di cronaca senza morbosità e scavando nella psicologia dei personaggi

AGGIORNAMENTO (29 ottobre): In ottemperanza al provvedimento emesso dal Tribunale di Taranto e in attesa dell’udienza fissata per il 5 novembre, Groenlandia e Disney informano che la serie precedentemente nota come Avetrana - Qui non è Hollywood avrà ora un nuovo titolo, Qui non è Hollywood, e sarà disponibile in Italia su Disney+ a partire dal 30 ottobre.
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Ci sono luoghi che rimangono impressi nella memoria collettiva per gli efferati delitti che vi sono stati commessi, luoghi che con il tempo sono diventati essi stessi sinonimi di omicidio: Novi Ligure, Cogne, Erba… Basta nominarli per pensare a una figlia che uccide i propri genitori, a una madre che ammazza il figlio piccolo, a una strage tra vicini di casa. Uno di questi luoghi è Avetrana, una cittadina della Puglia dove nell’estate del 2010 una ragazzina di 15 anni, Sarah Scazzi, venne assassinata da sua cugina (per gelosia) e da sua zia, ossia dalle persone che lei più amava, e fu poi gettata da suo zio in un pozzo in mezzo alla campagna. Questo è quanto emerge da tre gradi di giudizio, ed è a questa verità processuale che si attiene Qui non è Hollywood [+leggi anche:
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Avetrana è anche il luogo in cui si consumò, intorno a questo terribile fatto di cronaca, un circo mediatico senza precedenti, con televisioni appostate giorno e notte davanti alla casa degli orrori da dove Sarah non uscì più viva, e con un esercito di giornalisti a caccia di scoop e dettagli morbosi per tutte le strade del paese. Fino all’agghiacciante annuncio del ritrovamento del corpo della ragazza, in diretta tv, direttamente a sua madre che in quel momento era ospite di una nota trasmissione televisiva sulle persone scomparse. La serie racconta anche questo: il macabro show che andò in onda a tutte le ore del giorno e a cui si prestò per pura vanità proprio la cugina killer di Sarah, Sabrina Misseri (interpretata dalla straordinaria esordiente Giulia Perulli, che per la parte ha messo su più di 20 chili), prima che il cerchio le si stringesse intorno, a lei e a sua madre Cosima Misseri (l’altrettanto eccezionale Vanessa Scalera, trasformata e ingigantita dal trucco prostetico). Il tutto mentre lo “zio Michele” (Paolo De Vita) insisteva, su pressione delle due donne, ad addossarsi tutta la colpa del delitto, entrando però in continua confusione e ritrattando più volte la sua versione dei fatti.
Le quattro puntate di Qui non è Hollywood riportano ciascuna un punto di vista diverso sulla storia. Si parte da quello più difficile da ricostruire, quello della vittima, incarnata con una grazia quasi ipnotica dalla giovane Federica Sala. Seguono poi quello della cugina Sabrina, dello zio Michele e della zia Cosima. Ma non è lo stesso segmento di storia ad essere rivisitato ogni volta, ciascun episodio porta avanti il racconto dei fatti attraverso un prisma differente: la solarità di Sarah, la frustrazione di Sabrina, il timore di Dio di Michele, il conflitto di Cosima. Ne emerge un mosaico di miserie, meschinità e debolezze umane che stringe lo stomaco, e da cui non si salva nessuno, se non la piccola Sarah. Il tono è rispettoso, si evita di rappresentare l’irrappresentabile (il delitto in sé), la psicologia dei personaggi è approfondita. In ultimo, il cast è strepitoso: da citare anche Imma Villa nei panni della madre di Sarah, Giancarlo Commare nei panni del bell’Ivano, che è l’oggetto del contendere tra le due cugine, e Anna Ferzetti nei panni della giornalista Daniela; per questo va ringraziata la direttrice casting Francesca Borromeo.
Qui non è Hollywood è prodotto da Matteo Rovere per Groenlandia (che nel 2021 aveva prodotto sul caso la docu-serie Sky Original Sarah. La ragazza di Avetrana, tratta dall’omonimo libro scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni). La diffusione della serie, prevista per il 25 ottobre in esclusiva su Disney+ in Italia e in Europa, e su Hulu negli Stati Uniti, è stata momentaneamente sospesa, poiché il tribunale di Taranto ha accolto il ricorso d’urgenza presentato dal sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, che nei giorni scorsi aveva chiesto "la rettifica della denominazione" della serie tv e la sua "sospensione immediata". Per i legali del Comune risulta “indispensabile visionarla in anteprima al fine di appurare se l'associazione del nome della cittadina all'adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria”. Il giudice ha fissato l'udienza di comparizione delle parti per il 5 novembre.
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