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ROMA 2024

Recensione: Eterno visionario

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- Il biopic di Michele Placido su Luigi Pirandello naviga sulla linea sottile tra memoria personale e creazione artistica

Recensione: Eterno visionario
Fabrizio Bentivoglio e Federica Vincenti in Eterno visionario

Alla vigilia del conferimento del Premio Nobel per la letteratura nel 1934, Luigi Pirandello intraprende un viaggio in treno verso Stoccolma. Questo viaggio si trasforma in una labirintica riflessione sulle persone e sugli eventi che hanno plasmato la sua arte e la sua vita personale, come mostra il biopic Eterno visionario [+leggi anche:
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di Michele Placido. Dopo la proiezione alla Festa del cinema di Roma della biopic-commedia romanzata La stranezza [+leggi anche:
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di Roberto Andò – una rivisitazione giocosa dell'origine dell'opera magna di Pirandello, Sei personaggi in cerca d'autore – lo stesso festival presenta una visione più convenzionale della vita del drammaturgo.

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Il film inizia con Pirandello (Fabrizio Bentivoglio) che riceve la notizia che la sua musa, Marta, non lo accompagnerà alla cerimonia del Nobel. Questa delusione scatena un momento in stile Rosebud, innescando una serie di reminiscenze sulla sua vita. All'inizio, apprendiamo che la sua vita familiare apparentemente idilliaca è stata sconvolta dal comportamento irregolare della moglie Maria Antonietta Portulano (Valeria Bruni Tedeschi), che rasenta la psicosi. Se inizialmente si pensa che la sua condizione sia dovuta all'arruolamento del figlio maggiore, ben presto si scopre che essa ha radici nell'alluvione delle miniere di zolfo di Aragona, dove morirono in molti, compresi i bambini. Placido, insieme al co-sceneggiatore Toni Trupia, tocca questi eventi significativi, che segnano punti di svolta nella vita di Pirandello. Anche se la catastrofe in sé non viene mai mostrata, Pirandello visita in seguito la miniera con la sua troupe di attori, un momento in cui rievoca le aspettative di suo padre nel fatto che un giorno sarebbe diventato il contabile dell'azienda mineraria di famiglia.

Il film segue il percorso di Pirandello verso la messa in scena di Sei personaggi in cerca d'autore e il successo che ottenne. La storia, tuttavia, si intreccia con le sue relazioni personali – in particolare con la moglie Maria, che è in gran parte assente dalla storia perché confinata in un manicomio, e con la sua musa, Marta Abba (Federica Vincenti), che gli ha fornito ispirazione, rifugio emotivo e, in seguito, autocommiserazione a causa della natura platonica del rapporto. Queste due donne rappresentano aspetti distinti della vita di Pirandello: la sua famiglia, frammentata e distante, e la sua vita professionale, che è fonte di realizzazione. Con l'assenza di Maria, il film relega la vita familiare a sporadici incontri con i figli adulti, che perseguono ciascuno la propria strada. Queste riunioni occasionali nella casa di famiglia mettono in evidenza il disagio personale di Pirandello, che alla fine alimenta la sua espressione artistica, confondendo il confine tra realtà e finzione.

Il film di Placido offre una rappresentazione completa delle lotte personali e dei trionfi professionali del drammaturgo, rendendo Pirandello accessibile anche a coloro che non conoscono la sua opera – un approccio che aumenta il fascino internazionale del film. Con una durata di 112 minuti, Eterno visionario condensa la vita dello scrittore in una narrazione dinamica e non lineare che attraversa luoghi come Roma, Stoccolma, Sicilia, Milano e Berlino tra il 1920 e il 1936, toccando brevemente un episodio della nascente carriera cinematografica del protagonista.

Eterno visionario adotta un approccio introspettivo, con la storia della vita di Pirandello inquadrata attraverso la sua prospettiva, riflettendo la convergenza di memoria e creazione artistica che ha definito il suo lavoro. In questo modo, il Pirandello di Placido diventa un narratore inaffidabile della sua stessa vita, ricordando selettivamente alcuni momenti e omettendone altri, tra cui la sua relazione con il leader fascista Benito Mussolini, sorvolando così sul contesto storico e politico. Tuttavia, il tono è occasionalmente disturbato da sequenze allucinatorie fuori luogo, come l'immagine inquietante di volti che emergono dal muro durante uno degli intensi momenti di scrittura di Pirandello, in quella che per il resto è una rappresentazione della sua vita che rimane fedele alla realtà storica.

Eterno visionario è prodotto da Goldenart Production e RAI Cinema in coproduzione con GapBusters. Pulsar Content guida le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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