Recensione: Il ragazzo dai pantaloni rosa
- Diretto da Margherita Ferri, il film sulla storia vera del primo adolescente suicida a causa del cyberbullismo in Italia è ricco di sfumature e ci ricorda che il pericolo è sempre attuale
Roma, 20 novembre 2012: un ragazzo di 15 anni si toglie la vita dopo aver subito pesanti atti di bullismo, a scuola e online. Sono passati dodici anni da quel primo caso riconosciuto di un adolescente suicida a causa del cyberbullismo, e poco sembra essere cambiato. Quell’adolescente si chiamava Andrea Spezzacatena ed era un ragazzo solare e felice, fino a quando non cadde in una spirale crudele di vergogna e dileggio via social da cui ritenne di non avere più scampo. Il ragazzo dai pantaloni rosa [+leggi anche:
trailer
scheda film], il nuovo film di Margherita Ferri (Zen sul ghiaccio sottile [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film]) racconta la sua storia. E oggi, a pochi giorni da un tragico caso analogo – quello di un 15enne di Senigallia che si è sparato perché tormentato dai suoi compagni di scuola – il film, in uscita in Italia il 7 novembre con Eagle Pictures, diventa di stretta attualità, facendosi portatore di un’importante missione: quella di rompere il silenzio attorno alle fatali conseguenze del bullismo, dentro e fuori internet.
Presentato in anteprima alla 19ma edizione della Festa del cinema di Roma nella sezione Alice nella città, e selezionato anche al prossimo Festival Black Nights di Tallinn, Il ragazzo dai pantaloni rosa è più un film sulla vita di Andrea che non sulla sua morte. La voce narrante è quella di Andrea stesso (“oggi avrei 27 anni, se…”), che racconta in prima persona la sua nascita, la sua infanzia felice, i successi a scuola, la borsa di studio, il talento per il canto e, soprattutto, il rapporto privo di ombre con sua madre Teresa (Claudia Pandolfi), affettuosa ed empatica. Incarnato da Samuele Carrino, Andrea è un ragazzo buono, vitale, intelligente e libero, che da una parte stringe amicizia con un’altra outsider come lui, Sara (Sara Ciocca) e, allo stesso tempo, si lega al ragazzo più popolare della scuola, Christian (Andrea Arru), bello e ripetente, che chiede aiuto ad Andrea per passare l’anno. Sara cerca di tenere Andrea in guardia dalle ambiguità di Christian, la cui personalità ondivaga mostra tutti i suoi rischi. A volte Christian tratta Andrea come il suo miglior amico, a volte lo schernisce, ma non c’è demonizzazione in questo racconto, lo stesso carnefice non sembra rendersi conto dei danni che infligge (e all’epoca il cyberbullismo non era ancora un fenomeno riconosciuto come lo è oggi).
È tra la genuinità del rapporto con la sua amica Sara e la tensione di una minaccia incombente personificata da questo amico capace di cambiare faccia da un momento all’altro che viene narrata la quotidianità di Andrea, alle prese con la separazione dei genitori (il padre è Corrado Fortuna) e il delicato passaggio al primo anno di liceo. Il film, pieno di luce nonostante tutto e ricco di sfumature, è tratto dal libro che Teresa Manes, la madre di Andrea, ha scritto dopo la morte di suo figlio (Andrea oltre il pantalone rosa è il titolo), quando la donna ha deciso di trasformare la tragedia che ha colpito la sua famiglia in un monito per tutti, affinché vengano colti certi segnali e si eviti di cadere nelle stesse trappole. Teresa capì cosa stava passando suo figlio soltanto dopo, quando scoprì una pagina su Facebook intitolata proprio “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. Lo scopo della pagina era quello di prendere in giro Andrea, solo perché al ragazzo piaceva indossare dei pantaloni che da rossi erano diventati rosa a causa di un lavaggio sbagliato. E a quell’età, si sa, “se ti senti un perdente, pensi che sarà così per sempre”. Questo film può aiutare tanti giovani a capire che non è così.
Il ragazzo dai pantaloni rosa è prodotto da Eagle Pictures e Weekend Films. L’uscita in sala il 7 novembre sarà preceduta da tre giorni di proiezioni esclusive per le scuole (il 4, 5 e 6 novembre). Il film sarà portato anche al Panzini di Senigallia, l’istituto alberghiero che frequentava Leonardo, il ragazzo suicidatosi il 13 ottobre scorso.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.