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SIVIGLIA 2024

Recensione: Desmontando un elefante

di 

- Nell'elegante opera prima di Aitor Echeverría, Emma Suárez e Natalia de Molina interpretano una madre e una figlia che hanno bisogno l'una dell'altra e si respingono in egual misura

Recensione: Desmontando un elefante
Darío Grandinetti, Emma Suárez e Natalia de Molina in Dismantling an Elephant

La famiglia e le sue complessità, tra cui la dipendenza e il sacrificio della propria vita per la cura degli altri, erano al centro del primo film di Nely Reguera, María (y los demás) [+leggi anche:
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; nel suo secondo lungometraggio, La voluntaria [+leggi anche:
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, il tema della cura degli altri era ancora una volta l'epicentro della trama. In entrambi i lavori, la regista aveva affidato la direzione della fotografia ad Aitor Echeverría. Ora il barcellonese ha debuttato come regista con Desmontando un elefante [+leggi anche:
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, un film che ha concorso per il Giraldillo d’oro al 21mo Festival del cinema europeo di Siviglia e ha vinto il Premio AC/E per la miglior regia di un film spagnolo. In questo film affronta conflitti simili che ruotano intorno alla famiglia e alla dipendenza.

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In questa opera prima, Natalia de Molina interpreta Blanca, la figlia minore di una coppia di coniugi formata da Darío Grandinetti ed Emma Suárez. Lei, Marga nella finzione, è un’affermata architetta che, con anni di dipendenza dall'alcol alle spalle, torna a casa dopo due mesi di ricovero in un centro di disintossicazione in seguito a un incidente domestico. Ora, ciò che prima era stato taciuto – e accettato in modo tossico – non può più essere nascosto, perché è diventato un peso troppo pesante. La verità è venuta fuori ed è ora sul tavolo (di plexiglass). L'elefante che occupava buona parte della stanza è finalmente sotto gli occhi di tutti e, se non viene smantellato, potrebbe causare danni ancora maggiori.

Punteggiato da bellissime scene di danza (in precedenza Echeverría ha anche prodotto opere di videodanza), Desmontando un elefante affronta il problema della mancanza di comunicazione all'interno delle mura domestiche, quando un conflitto che tutti conoscono diventa inspiegabilmente un tabù inconfessabile. Perché le dinamiche familiari ruotano a volte intorno a un mistero non detto? Perché la casa, che dovrebbe essere un'oasi di fiducia e affetto, si corrompe e vira verso dipendenze e atti di dissimulazione che spezzano il flusso armonioso delle relazioni tra i membri della famiglia? Per quanto tempo si può mantenere una situazione così assurda, ma anche normalizzata?

Tutti questi interrogativi sono presentati sullo schermo da questo regista (co-autore della sceneggiatura insieme a Pep Garrido), che ha optato per una messa in scena fredda, pacata, elegante e distante, che detta il ritmo dell'azione che si svolge per lo più all'interno di un'imponente casa vetrata che ha poco da invidiare a quella di The Room Next Door [+leggi anche:
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di Pedro Almodóvar. Il film punta molto sulla recitazione delle due protagoniste (i cinque premi Goya che hanno vinto complessivamente ne dimostrano la credibilità, la sensibilità e il talento) e su una struttura narrativa basata su ellissi che lo spettatore deve completare con le proprie esperienze in ambito familiare… e tutti noi ne abbiamo in abbondanza.

Desmontando un elefante è un film di Arcadia Motion Pictures (Spagna) in associazione con Pegaso Pictures AIE e Noodles Production (Francia). Le vendite internazionali sono gestite da Filmax.

(Tradotto dallo spagnolo)

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