Recensione: L'Effacement
di Olivia Popp
- Il film di Karim Moussaoui segue un giovane uomo privilegiato ad Algeri che inizia a vacillare, ma la sua narrazione blanda e la mancanza di una vera sfida trascinano la storia verso il basso
Con L'Effacement, il regista algerino Karim Moussaoui dirige il secondo lungometraggio da solo dopo Until the Birds Return [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Karim Moussaoui
scheda film] (2017), presentato in anteprima in Un Certain Regard di Cannes. Il suo nuovo film ha avuto l’anteprima internazionale nella sezione Special Screenings di Marrakech. La sceneggiatura di Moussaoui e Maud Ameline è tratta dall'omonimo libro di Samir Toumi, ma se Moussaoui mantiene il suo interesse nell'esaminare attraverso il cinema le questioni contemporanee dell'Algeria di oggi, in L'Effacement non ci immergiamo mai abbastanza nella vita dei suoi personaggi per giungere al punto.
Reda Belamri (Sammy Lechea), poco più che ventenne, vive una vita agiata ad Algeri, dove il ricco padre Youcef (Hamid Amidrouche) gli ha organizzato un lavoro aziendale ben retribuito e un matrimonio con un'affascinante e giovane donna, Djaouida (Nassima Benchicou). La vita di Reda viene però sconvolta dal vendicativo amministratore delegato Makhloufi (Chawki Amari) che decide di fare un dispetto al padre facendo in modo che il giovane svolga il servizio militare obbligatorio. Mentre attraversa un periodo di difficoltà, perdendo il lavoro e se stesso, Reda incontra anche la direttrice del ristorante Malika (Zar Amir), di cui si invaghisce.
Mentre le macchinazioni quotidiane di coloro che lo circondano suscitano l’interesse dello spettatore, lo sviluppo del personaggio di Reda è invece deludente e la posta in gioco non viene mai portata a un livello sufficientemente alto. Per questo motivo quando il titolo del film assume finalmente un significato nella storia, è difficile capire come questo influisca sul protagonista: anche se viene portato all’estremo, diventa difficile comprendere il suo percorso emotivo. Reda ha poco o nulla da fare, eppure sembra ancora più deluso da ciò che accade intorno a lui nonostante il suo stile di vita privilegiato. Nel frattempo i personaggi di secondo piano lasciano la sua vita e la narrazione con la stessa rapidità con cui entrano, compreso il fratello più ribelle, Fayçal (Idir Chender), che fugge a Parigi per seguire la sua passione per il DJing e sparisce dalla storia.
L'Effacement offre molto di più a livello visivo: Moussaoui e la direttrice della fotografia Kristy Baboul tendono verso tonalità più scure, lasciando Reda nell’ombra nei momenti più difficili. In altri momenti utilizzano una tavolozza di colori più sabbiosi e desertici per adattarsi alle scene all'aperto, che vengono sfruttate al meglio, tranne che per una sequenza nel deserto "militari contro terroristi" a metà film, che risulta bizzarramente sottotono nell'uso disinvolto di inquadrature panoramiche. Il regista si impegna a fondo per sviluppare un tema interessante, ma nemmeno le immagini belle seppure convenzionali riescono a salvare il film da personaggi poco accattivanti e da una trama troppo blanda.
L'Effacement è una coproduzione franco-tedesco-tunisina della francese Les Films Pelléas, della tedesca NiKo Film e della tunisina Nomadis Images. mk2 Films detiene i diritti di vendita mondiali.
(Tradotto dall'inglese)
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