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LES ARCS 2024

Recensione: Mikado

di 

- Seguendo le orme di una famiglia che si nasconde ai margini della società, Baya Kasmi dirige un film toccante, in perfetto equilibrio tra durezza e dolcezza

Recensione: Mikado
Patience Munchenbach, Félix Moati, Vimala Pons e Louis Obry in Mikado

“È pazzesco come si senta sempre il bisogno di ridere quando le cose sono tristi”. È nel nuovo territorio dei paradossi e delle sfumature che Baya Kasmi ha deciso di avventurarsi con Mikado [+leggi anche:
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intervista: Baya Kasmi, Félix Moati
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, lasciandosi alle spalle il genere della commedia intelligente che è stato finora il suo marchio di fabbrica (Je suis à vous tout de suite [+leggi anche:
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, Youssef Salem a du succès). E la cineasta francese lo fa in modo spettacolare, visto il clamoroso successo riscosso dal suo ultimo lungometraggio, un'opera di grande sensibilità intima esaltata da una messa in scena sottilmente atmosferica. Il film è stato presentato in anteprima al 16mo Les Arcs Film Festival (ulteriore tappa di un tour festivaliero di grande successo che lo ha visto viaggiare da Angoulême a Gedda passando per Arras) e uscirà nelle sale francesi il 9 aprile distribuito da Memento Distribution.     

“Nascondetevi, bambini”. È panico totale per Mikado (Félix Moati) e Laetitia (Vimala Pons) quando la polizia irrompe dal nulla per notificare al trentenne un mandato di comparizione in tribunale a Marsiglia per molestie. Dopo aver mentito (“non è mio figlio, è dei vicini”), prendono una folle fuga in furgone con i due figli, l'adolescente Nuage (Patience Munchenbach) e il giovane Zéphyr (Louis Obry), e poi decidono: “Devi andare a chiedere scusa, altrimenti ci troveranno e ci porteranno via i bambini”, “Li butto via, avrei dovuto dire tutto molto tempo fa”.

Chi è questa strana coppia, profondamente innamorata ma in grave difficoltà? Quali crimini hanno commesso per farli tremare al più insignificante controllo stradale? Un incontro casuale (a seguito di un guasto all'auto) con l'insegnante vedovo Vincent (Ramzy Bedia), che vive in una remota casa di campagna con la figlia Théa (Saül Benchetrit) e che accetta, per bontà d'animo (tra le altre ragioni), di ospitare questa piccola famiglia nomade fino alla consegna del ricambio per l'alternatore difettoso del loro furgone, fa lentamente luce sulla loro situazione. Ma questo non significa che tutti i loro problemi saranno risolti, perché gli intrecci del passato della nostra sensibilissima coppia, Mikado e Laetitia, sono incredibilmente difficili da districare senza causare ulteriori danni. Nuage, nel frattempo, sta raggiungendo un'età in cui aspira a un'esistenza più “normale”...

Grazie a un cast impeccabile (con una menzione speciale per la carismatica Patience Munchenbach), a una sceneggiatura abilmente calibrata tra frequenti accelerazioni e graduali svolte (firmata dalla regista in collaborazione con Olivier Adam e Magaly Richard-Serrano), a una fotografia superba e sensuale affidata a Romain Le Bonniec, e alla perfetta chimica tra una radiosa atmosfera estiva e una forte malinconia di fondo, il film è ricco di qualità sotto la sua modesta apparenza di riflettore sociale sull'emarginazione volontaria in reazione a un mondo brutale e, a volte, ingiusto. È un argomento con cui Baya Kasmi si confronta, dando prova di un'umanità incredibilmente toccante, mentre coniuga gioia e tristezza con grande abilità per creare una miscela agrodolce che solo il legame tra esseri viventi, anche se spesso difficile da creare, può trasformare in speranza.

Mikado è prodotto da Karé Productions e Films Grand Huit. Pulsar Content guida le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)

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