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RED SEA 2024

Recensione: Bin U Bin, Elsewhere the Border

di 

- L'opera prima di Mohamed Lakhdar Tati, di grande impatto visivo, è un esercizio di genere e un'ode al paesaggio algerino

Recensione: Bin U Bin, Elsewhere the Border
Salim Kechiouche in Bin U Bin, Elsewhere the Border

La vita dell'aspirante regista e contrabbandiere di benzina Saad (l'affascinante Salim Kechiouche) è piena di caos e di rischi. È lui la forza trainante di Bin U Bin, Elsewhere the Border, opera prima di Mohamed Lakhdar Tati. L'opera franco-algerina è stata presentata in anteprima mondiale al Red Sea Competition del Red Sea International Film Festival. Il film allude all'iconografia occidentale nel descrivere l'aspro paesaggio montuoso dell'Algeria, vicino al confine con la Tunisia, e l'altrettanto aspra vita della gente del posto, ma nel complesso non ha nulla di altrettanto chiaro in termini di genere o di storia.

Dopo aver iniziato con una premessa semplice, la trama inizia a complicarsi eccessivamente, poiché il regista cerca di inserire troppi elementi: crime story, studio sui personaggi e manifesto filosofico. Il film è per la maggior parte grintoso e realistico, ma con sequenze oniriche che non colpiscono nel segno. Questo mix era intenzionale, dato che il titolo Bin U Bin è uno stato in cui ci si trova tra due idee o condizioni apparentemente contraddittorie. Ma l'esecuzione a volte non è all'altezza, facendo sembrare questi elementi disarticolati.

Saad, che non possiede nemmeno una macchina da presa, sogna di realizzare un film che possa aiutarlo a esprimere contemporaneamente sentimenti di libertà e di oppressione. Ha un dispositivo di registrazione del suono che lo aiuta a immaginare questo futuro film. Si unisce al locale  contrabbandiere di benzina Fethi (Slimane Dazi) per ottenere i fondi per l'attrezzatura necessaria. Si ritrova così invischiato in affari piuttosto loschi, dove le vite umane contano meno dei profitti ottenuti dal commercio illegale di carburante. Saad trascorre anche un po' di tempo con la sua ex (Hanaa Mansour), che si guadagna da vivere in modo modesto vendendo tisane e miscele. È l'unica persona al mondo che ha trovato la pace, e lo ha fatto coesistendo con la natura. Saad, tuttavia, è combattuto, proprio come il suo futuro film: vive tra la tenerezza del suo mondo interiore e la spietatezza di quello esterno.

Bin U Bin, Elsewhere the Border è di grande impatto visivo, ma richiederebbe qualcosa di più di una bella immagine per coinvolgere il pubblico per tutta la sua durata. Sebbene i suoi elementi tematici e le sue scelte artistiche siano convincenti, la narrazione avrebbe potuto beneficiare di una struttura più chiara e di una presentazione più mirata delle sue idee. Ciò avrebbe contribuito a migliorare il coinvolgimento dello spettatore e a far emergere la profondità dei personaggi e della storia.

Bin U Bin, Elsewhere the Border è una coproduzione franco-algerina di La Chambre Claire, Le Centre algérien pour le développement du cinéma e La Petite Prod. Al momento non ha ancora una distribuzione.

(Tradotto dall'inglese)

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