DISTRIBUZIONE / USCITE / ESERCENTI Europa
Venti film europei attesi nel 2025
di David Katz
- I nuovi lungometraggi di Joachim Trier, Edward Berger, Julia Ducournau e Richard Linklater (in francese) sono in cima alla nostra lista annuale di titoli da guardare nei prossimi mesi

Se avete cliccato su uno dei articoli di anticipazioni cinematografiche nel 2025 pubblicati prima del nostro, saprete che sono stati tutti concordi nell'affermare che bisogna essere ottimisti sull'anno che sta iniziando. Ma per essere più precisi, questo riguarda la schiera di grandi registi contemporanei che hanno nuovi titoli da far venire l'acquolina in bocca, piuttosto che il quadro generale dell'industria, minacciata, come sempre, da un box office instabile, dal consolidamento delle piattaforme e ora dall'incertezza del vaso di Pandora dell'IA.
Con le sue annuali panoramiche dei film attesi da Cineuropa, chi scrive ha sempre notato la sovrarappresentazione di registi veterani - alcuni dei quali provenienti dalla generazione d'oro degli anni Sessanta, desiderosi di un'ultima grande affermazione ancora da compiere. Per quanto riguarda la lista che segue, è impressionante come la maggior parte di questi registi siano diventati figure di spicco solo negli ultimi anni (spesso fortemente aiutati dai primi premi nei festival), e che sia stato finalmente raggiunto un equilibrio di genere. La maggior parte dei film sono elaborate coproduzioni con una certa portata e rischio finanziario, con cast transnazionali che si estendono ad attori hollywoodiani, il che porta a una più vaga demarcazione se il film deriva da un unico Paese o da un particolare cinema nazionale. Anatomia di una caduta [+leggi anche:
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intervista: Justine Triet
scheda film] è stato un trionfo per l'industria francese, ma i suoi dialoghi alternativamente in inglese e in francese e l'etichetta di genere di richiamo internazionale come dramma giudiziario sembrano ancora un nuovo percorso, possibile solo negli anni 2020 post-pandemia.
Sapendo che il Flow [+leggi anche:
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intervista: Gints Zilbalodis
intervista: Red Carpet @ European Film…
scheda film] del 2025 è da qualche parte là fuori, nascosto, pronto a stupirci tutti dopo aver eluso i pronostici dell'industria, i 20 film selezionati sono un tentativo imperfetto di raccogliere il meglio dell'anno. Senza dimenticare le seguenti menzioni d'onore: Enzo di Robin Campillo (che in origine doveva essere realizzato dal compianto Laurent Cantet - leggi la notizia), Jeunes mères dei Dardennes, La Tour de Glace [+leggi anche:
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intervista: Lucile Hadžihalilović
scheda film] di Lucile Hadžihalilović (con Marion Cotillard), Marcel et Monsieur Pagnol di Sylvain Chomet, Private Life di Rebecca Zlotowski (con Jodie Foster), Pillion di Harry Lighton (una potenziale svolta quest'anno dal Regno Unito), il biopic su Kafka Franz di Agnieszka Holland (leggi la notizia), Ariel [+leggi anche:
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intervista: Lois Patiño
scheda film] di Lois Patiño, Les roches rouges di Bruno Dumont, Eagles of the Republic di Tarik Saleh, Un anno di scuola di Laura Samani, Resurrection di Bi Gan (una coproduzione francese), Rose of Nevada di Mark Jenkin, Lucca Mortis di Peter Greenaway, Hot Spot di Agnieszka Smoczyńska, Yellow Letters di Ilker Çatak (dopo La sala professori [+leggi anche:
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intervista: İlker Çatak
intervista: Leonie Benesch
scheda film]- vedi news), El ser querido di Rodrigo Sorogoyen (vedi news), l'omaggio al cinema di spionaggio Reflet dans un diamant mort [+leggi anche:
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intervista: Hélène Cattet & Bruno Forz…
scheda film] di Hélène Cattet e Bruno Forzani e The Disappearance of Josef Mengele di Kirill Serebrennikov.
Per quanto riguarda Wake of Umbra di Carlos Reygadas, Jupiter di Andriy Zvyagintsev e Chocobar di Lucrecia Martel, ci sono informazioni più vaghe sul fatto che saranno pronti quest'anno. Altrimenti, fateci vedere cosa avete in questo 2025.
The Ballad of a Small Player - Edward Berger (Germania/Regno Unito)
Edward Berger (Conclave [+leggi anche:
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intervista: Red Carpet @ European Film…
scheda film]) continua il suo successo transnazionale e la sua versatilità con questo elegante thriller ambientato nelle bische di Macao. Colin Farrell interpreta un truffatore dissoluto che si fa passare per un aristocratico, i cui debiti e il cui passato iniziano a farsi sentire. Berger ha confermato in alcune interviste di essere a caccia di grandi temi con questo adattamento di un romanzo dello scrittore britannico espatriato Lawrence Osborne, , sostenuto finanziariamente da Netflix, che lo definisce "sulla fine del capitalismo, in un certo senso".
Alpha - Julia Ducournau (Belgio/Francia)
Titane [+leggi anche:
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intervista: Julia Ducournau, Vincent L…
scheda film] è stata forse la scelta più intrigante per la Palma d'Oro di questo decennio, degna di nota per l'esitazione dell'industria in generale nei suoi confronti rispetto ad altri vincitori recenti. Ducournau è finalmente tornata quest'anno con Alpha, che sembra essere il suo lavoro più attuale e serio fino ad oggi: il film segue una ragazzina di 11 anni di Le Havre che viene rifiutata dai suoi compagni di scuola dopo che si dice che abbia contratto una nuova misteriosa malattia. Ambientato negli anni '80, possiamo immaginare che venga rievocata l’epoca dell'AIDS. Golshifteh Farahani, Tahar Rahim e la star di Barbie Emma Mackey formano il cast adulto.
Silent Friend - Ildikó Enyedi (Germania/Francia/Ungheria)
Più simile all'originale e assai sui generis Corpo e anima [+leggi anche:
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intervista: Ildiko Enyedi
intervista: Ildiko Enyedi
intervista: Réka Tenki
scheda film] che al sonnolento adattamento letterario The Story of My Wife [+leggi anche:
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intervista: Ildikó Enyedi
scheda film], Silent Friend vanta un'altra premessa tipicamente eccentrica da parte della Enyedi: nel giardino botanico della città universitaria di Marburg, un albero è al centro di tre storie che si svolgono nell'arco di un secolo. Léa Seydoux torna a collaborare con il regista vincitore dell'Orso d'Oro dopo The Story of My Wife, con la partecipazione della leggenda del cinema d’essai Tony Leung.
Ann Lee - Mona Fastvold (USA/Svezia/Regno Unito/Ungheria)
A proposito di tempestività: Mona Fastvold (The World to Come) ha girato il suo ultimo progetto sottotraccia in Ungheria, mentre The Brutalist [+leggi anche:
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scheda film] del suo coniuge e collaboratore Brady Corbet si godeva la sua trionfale corsa a festival e premi. Il film mette ulteriormente in risalto il talento del fedele compositore Daniel Blumberg, che questa volta contribuisce alle canzoni e alla colonna sonora dell'epica favola di Fastvold sul fondatore del movimento evangelico Shaker in America, insolitamente guidato, per l'epoca, da una donna. Amanda Seyfried interpreta la figura del titolo, nel suo miglior ruolo arthouse dopo il toccante persognaggio di First Reformed di Paul Schrader.
Sacrifice - Romain Gavras (USA/Regno Unito/Grecia)
Dopo che l'anno scorso il suo atteso ruolo di Furiosa nell'universo di Mad Max non è stato poi all'altezza delle aspettative, Anya Taylor-Joy torna con un personaggio ispirato a una giusta vendicatrice, Giovanna d'Arco, a capo di un gruppo di miliziani che rapiscono una star del cinema (Chris Evans) durante un elegante gala di beneficenza. Le anticipazioni sull'ultimo film di Romain Gavras preannunciano anche elementi high-fantasy: visioni cataclismatiche e profezie mistiche. Altri "high" di questo film potrebbero essere: alta tensione e alto numero di ottani - come una linea di basso sferragliante dei vecchi amis di Gavras, i Justice.
Dao - Alain Gomis (Francia/Senegal)
D'accordo, era stato inserito nella nostra lista dei titoli attesi per il 2024, per chi ha buona memoria, ma ora c'è la piena conferma che il nuovo lungometraggio di finzione del regista franco-senegalese è pronto. Béa Mendy interpreta la protagonista Gloria, la cui mente e i cui ricordi fluttuano tra due importanti eventi familiari: il matrimonio della figlia nelle banlieues parigine e la cerimonia di consacrazione del padre morto in Guinea-Bissau. Oltre all'acclamato Félicité [+leggi anche:
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intervista: Alain Gomis
scheda film], presentato in anteprima alla Berlinale, Gomis sta dando seguito a Rewind & Play [+leggi anche:
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intervista: Alain Gomis
scheda film], il suo innovativo documentario sul pianista jazz Thelonious Monk - un must per gli appassionati di musica se se lo sono perso.
Dracula Park - Radu Jude (Romania/Austria)
Rendi Dracula di nuovo grande! Si è tentati di ripetere questa slogan quando si presenta in anteprima l'ultimo Radu Jude, ma c'è di più. Dopo l'uscita del recente remake eurofilo Nosferatu, il leggendario personaggio di Bram Stoker torna alle sue origini: una serie di storie - alcune generate con l'aiuto di un software di intelligenza artificiale - inizia quando un attore che interpreta Dracula in un ristorante fugge dallo spettacolo e turisti e proprietari si mettono a inseguire e cacciare il "vampiro".
Gavagai - Ulrich Köhler (Germania/Francia)
Analitico, ironico, inquietante: questo è il territorio tonale molto specifico dell'autore della Scuola di Berlino Ulrich Köhler, che in questo secolo ha realizzato diversi lungometraggi celebrati dalla critica e distribuiti in modo più disomogeneo. Non sono state diffuse informazioni sulla trama del suo ultimo film, ma Maren Eggert ha un ruolo centrale ed è probabilmente la migliore presenza teatrale di lingua tedesca per sostenere un film come questo. Köhler è anche il coniuge della più nota Maren Ade, la regista di Toni Erdmann [+leggi anche:
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Q&A: Maren Ade
scheda film].
Sirat [+leggi anche:
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scheda film] - Oliver Laxe (Spagna/Francia)
Acclamato regista di stampo più sperimentale, Laxe potrebbe potenzialmente raggiungere un nuovo livello tra gli estimatori con Sirat, che sembra destinato ad ampliare gli aspetti sensoriali e trascinanti del suo lavoro precedente. Sergi López, che ormai è diventato un ingaggio fisso nei grandi film europei, interpreta un padre affranto che, insieme al figlio, è alla ricerca della figlia Marina, scomparsa durante un rave in montagna in Marocco. Si uniscono a un altro gruppo di raver alla ricerca di "un'ultima festa", nella speranza che Marina sia lì. Quindi, documentario etnografico ed euforia EDM, finalmente uniti.
Dry Leaf - Alexandre Koberidze (Germania/Georgia)
E le coincidenze si accumulano; in qualche modo, il prossimo nella nostra lista è un'altra storia di un anticonformista sperimentale che racconta di un padre alla ricerca della figlia scomparsa in luoghi unici - qui, gli stadi di calcio del villaggio georgiano che lei stava fotografando per un progetto artistico. What Do We See When We Look at the Sky? [+leggi anche:
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intervista: Alexandre Koberidze
scheda film] ha segnato l'affermazione di Koberidze come nuovo e imprevedibile pensatore del cinema, sintetizzando idee e contenuti che pochi suoi colleghi avrebbero preso in considerazione. Girato con una piccola troupe nel corso di diverse estati, Dry Leaf sarà pronto per essere presentato a un festival quest'anno, essendo inserito nel listino di Darkroom dei film quasi completati annunciati di recente all'IFFR Pro.
Nouvelle Vague - Richard Linklater (Francia/USA)
I vostri occhi non vi hanno ingannato: stiamo segnalando un film di Richard Linklater su Cineuropa. Eppure non avrebbe potuto fluttuare - per usare un verbo simpaticamente disinvolto e linklateriano - con un progetto più azzeccato. Invece di essere l'ennesima disquisizione sul significato della Nouvelle Vague, questo sarà un sincero tributo alle gioie del cinema giovanile e di strada, secondo il regista: in particolare, la realizzazione di uno dei più rivoluzionari film moderni, All’ultimo respiro [+leggi anche:
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scheda film] di Jean-Luc Godard, girato con un cast francese in lingua francese, con finanziamenti nazionali.
Duse - Pietro Marcello (Italia/Francia)
In Europa, l'idea di "film di prestigio" non ha l'aspetto dispregiativo che potrebbe avere nella cultura cinematografica anglofona. Pietro Marcello, che si ispira al lavoro del suo connazionale Marco Bellocchio, suggerisce in parte il perché: questo sarà probabilmente uno sguardo lucido e dettagliato sul mondo della recitazione d'élite del primo Novecento, con Valeria Bruni-Tedeschi che incarna regalmente Eleonora Duse, considerata la più grande attrice teatrale della sua epoca. Noémie Merlant è chiamata a interpretare la figlia dell'attrice, Enrichetta, in questo ritratto dell'ultimo periodo della sua vita ambientato dopo la Prima Guerra Mondiale.
Orphan - László Nemes (Ungheria/Francia/Germania/Regno Unito)
L'arte di László Nemes non ha nulla di autoironico: è un regista che o fa le cose in grande (dal punto di vista tematico e formale) o se ne va a casa. Ma dalle prime notizie, il suo terzo lungometraggio, Orphan, sembra più digeribile dell'eccessivamente ambizioso Tramonto [+leggi anche:
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intervista: László Nemes
scheda film], con la trama che descrive la storia piena di suspense di un protagonista dodicenne che, subito dopo la fallita rivolta ungherese del 1956, apprende cose sconvolgenti sulla sua genesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Mátyás Erdély si occupa nuovamente della fotografia: si atterrà allo stesso coreografico punto di vista dall'alto dei primi due film di Nemes?
The Love that Remains - Hlynur Pálmason (Islanda/Danimarca/Svezia/Francia)
L'anno scorso Pálmason doveva girare l'ambizioso On Land and Sea; invece ha realizzato il più contenuto The Love that Remains, che cattura "un anno nella vita di una famiglia mentre i genitori si separano". Il regista islandese ha girato il film da solo su 35mm e le prime foto di produzione rivelano che il suo occhio impressionista si è felicemente conservato. La scansione del tempo nell'arco di un anno in questo modo ha anche un precedente con il suo popolare cortometraggio Nest del 2022.
Miroirs n. 3 - Christian Petzold (Germania)
Dopo aver parlato dell'impressionante ambizione di Nemes, ecco un regista che sembra lavorare ogni volta sulla stessa scala elegante ed economica, con una regolare compagnia di attori esclusivamente tedeschi e pochi partner internazionali. Tuttavia, Petzold ha saputo sfruttare questi elementi con l'abilità necessaria a renderlo uno dei più acclamati della sua generazione. Con un titolo che fa riferimento a una suite per pianoforte di Ravel, Paula Beer torna al suo quarto ruolo consecutivo da protagonista per il regista, interpretando una donna che si integra con cautela nella famiglia del suo fidanzato morto in un incidente d'auto.
Testa o croce? - Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis (Italia/USA)
La coppia di registi italo-statunitensi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis è forse quella con il più basso grado di notorietà tra i registi di questa lista, eppure sembra pronta a sfondare con questo western italiano (sicuramente non spaghetti). Il fatto che John C. Reilly interpreti il leggendario uomo di frontiera Buffalo Bill in una delle sue tournée italiane sarebbe già abbastanza, ma i due registi hanno anche due dei migliori nuovi attori europei, Alessandro Borghi e Nadia Tereszkiewicz, nei panni di una coppia di fuorilegge in fuga, il primo dei quali è un cowboy locale che batte Bill in una selvaggia gara di doma di cavalli. La nostra intervista ai registi di due anni fa prometteva molte "sporche carrellate" tra riprese in un "vibrante" 35mm.
Romería - Carla Simón (Spagna/Germania)
Questo sembra un altro film dolorosamente personale di Carla Simón, vincitrice dell'Orso d'Oro, che prosegue una trilogia iniziata con Estate 1993 [+leggi anche:
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intervista: Carla Simón
scheda film] e Alcarràs [+leggi anche:
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intervista: Carla Simón
intervista: Carla Simón
intervista: Giovanni Pompili
scheda film]. Sviluppando la premessa del primo film, Romería trova una giovane donna orfana che cerca di ottenere dallo zio di Vigo informazioni sul padre defunto, morto di AIDS. Trattandosi di ruoli che la maggior parte degli attori drammatici desidererebbe, Simón mantiene la sua consueta preferenza per i non professionisti, che ha sempre conferito al suo lavoro un'autenticità inimitabile.
Sentimental Value - Joachim Trier (Norvegia/Germania/Danimarca/Francia/Svezia)
Vibrante e romanzesca commedia norvegese: questo è l'esatto mix stilistico su cui Joachim Trier ed Eskil Vogt hanno puntato, dove le influenze (dramma psicologico nordico, cinema Gen X degli anni '90, Woody Allen) sono evidenti ma sufficientemente condensate da sembrare davvero originali. Riunendo saggiamente Renate Reinsve in uno dei ruoli principali con Stellan Skarsgård (che parla norvegese?) ed Elle Fanning, Trier espande la portata de La persona peggiore del mondo [+leggi anche:
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intervista: Joachim Trier
scheda film] in una saga familiare intergenerazionale, seguendo un padre cineasta che vuole riallacciare i rapporti con la figlia allontanata, inserendola nel suo prossimo film.
L'Intérêt d'Adam - Laura Wandel (Belgio/Francia)
Dopo Il patto del silenzio - Playground [+leggi anche:
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intervista: Laura Wandel
scheda film] del 2021, uno dei lungometraggi più acclamati e sicuri di quell’anno, la regista belga Laura Wandel si è affidata a un cast francofono di prim'ordine (Léa Drucker, Anamaria Vartolomei e Alex Descas) per raccontare una storia intricata e ricca di colpi di scena ambientata nell'ambito della sanità pediatrica. Drucker e Vartolomei interpreteranno rispettivamente una caposala e una madre affranta, in conflitto sul protocollo più appropriato quando il figlio di quest'ultima viene ricoverato in ospedale.
Coutures - Alice Winocour (Francia/USA)
Angelina Jolie ha raggiunto tardivamente gli anni dell'autorialità europea. Dopo Maria [+leggi anche:
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scheda film] e Stitches, il film di Alice Winocour ambientato durante la Settimana della moda di Parigi, è difficile immaginare che rinunci a questo tipo di film, vista la naturalezza con cui si cala nella loro messa in scena. Con la Winocour che punta a un successo internazionale che finora le è sfuggito, la Jolie interpreterà una regista statunitense che "intraprende un viaggio" durante il suddetto evento, con Louis Garrel ed Ella Rumpf nei panni di alcuni dei personaggi con cui si imbatterà.
(Tradotto dall'inglese)
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