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SUNDANCE 2025 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: The Things You Kill

di 

- Sotto le spoglie di un avvincente thriller familiare, pieno di bugie ed enigmi, Alireza Khatami esplora in profondità i meccanismi di trasmissione della violenza maschile

Recensione: The Things You Kill
Ekin Koç in The Things You Kill

“Decido io qual è la verità”, “Stai mentendo a me e forse stai mentendo anche a te stesso”. Proprio come queste due affermazioni, apparentemente slegate fra loro, pronunciate da due personaggi in The Things You Kill [+leggi anche:
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, presentato al Festival di Sundance nel concorso World Cinema Dramatic, il nuovo film del regista iraniano-americano Alireza Khatami (premio per la miglior sceneggiatura a Venezia Orizzonti nel 2017 con Oblivion Verses [+leggi anche:
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e apprezzato in Un Certain Regard a Cannes nel 2023 con Kafka a Teheran) si immerge gradualmente in un accattivante teatrino di ombre, segreti e crimini, sempre più ricco di possibilità interpretative.

Instillando una contaminazione sotterranea e insidiosa sul tema della trasmissione della violenza patriarcale di generazione in generazione, il regista nasconde il cuore del suo messaggio quasi psicoanalitico dietro la facciata ultra realistica di una classica storia di conflitto familiare latente e di morte catartica, che si trasforma in una sorta di thriller quasi poliziesco prima di virare in zone ancora più torbide, sul filo dell'incubo, passando attraverso lo specchio e lo sdoppiamento di personalità. È un grande gioco di congetture sulla natura umana, costruito con grande talento e audacia narrativa (la sceneggiatura è scritta dallo stesso regista), che si apre con il racconto di un sogno in cui un padre chiede di “uccidere la luce” invece di spegnerla semplicemente.

Questo padre è quello di Ali (Ekin Koç), un trentenne insegnante universitario di lingue tornato in Turchia dopo 14 anni di permanenza negli Stati Uniti. Il minimo che si possa dire è che questi due uomini non vanno d'accordo, con Hamit, il padre (Ercan Kesal), che dimostra un costante autoritarismo (“è casa mia, faccio quello che voglio”) mentre il figlio si preoccupa della madre, fisicamente molto malata e in balia della benevolenza del marito. Ma Ali ha anche altre preoccupazioni, poiché non riesce ad avere un figlio con la sua compagna Hazar (Hazar Ergüçlü), alla quale mente per omissione quando scopre che è il suo sperma debole la fonte dei loro problemi. Ama quindi rifugiarsi fuori città, nella valle, dove ha acquistato un terreno che spera di trasformare in giardino ma che soffre di mancanza d'acqua, un problema per il quale Reza (Erkan Kolçak Köstendil), un uomo che arriva dal nulla e che Ali assume, conosce la soluzione: corrompere l'amministrazione per frantumare la roccia e scavare un pozzo più profondo. Tutto è quindi pronto quando la madre muore improvvisamente in seguito a una caduta, una morte su cui Ali inizia ben presto ad avere dei sospetti, alimentati da scoperte inquietanti. Queste rivelazioni faranno precipitare gli eventi e getteranno Ali nello scompiglio...

Acuto e affascinante, The Things You Kill è un'opera molto sottile, girata con precisione e che offre allo spettatore un suggestivo campo di riflessione sull'eredità della violenza maschile, creando volutamente una sorta di stranezza, una porosità crescente che alcuni potrebbero trovare un po' sconcertante, ma che si rivela particolarmente stimolante dal punto di vista cinematografico.

The Things You Kill è prodotto dalle società francesi Fulgurance e Remora Films con la società polacca Lava Films, la turca Sineaktif, la canadese Band With Pictures e l’americana Tell Tall Tale. Best Friend Forever guida le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)

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