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SUNDANCE 2025 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Brides

di 

- Nadia Fall passa dal palcoscenico allo schermo con una storia dura su due adolescenti britanniche che viaggiano in Siria per la promessa di una vita migliore

Recensione: Brides
Safiyya Ingar e Ebada Hassan in Brides

Due ragazze adolescenti partono per una nuova vita in Siria - i media occidentali le definirebbero auto-radicalizzate e le crocifiggerebbero per le loro azioni. Alcuni le qualificherebbero come pazze, altri le difenderebbero come eroine. Nel suo primo lungometraggio, Brides [+leggi anche:
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, presentato in anteprima mondiale al Sundance nella World Cinema Dramatic Competition, la regista Nadia Fall si rifiuta di seguire queste strade, concentrandosi invece sull'interiorità delle sue giovani protagoniste musulmane britanniche, al riparo dal pubblico. Scritto da Suhayla El-Bushra, il film si ispira molto vagamente a storie reali di viaggi simili e il titolo è un'innegabile allusione alle donne straniere che si recano in Siria per diventare "spose jihadiste", come le chiamano, un concetto sensibilizzato dai media.

"Non sarà come a casa, lì ci vogliono", dice l'adolescente somala britannica Doe (Ebada Hassan), che nei primi minuti del film si avvia all'aeroporto con la sua migliore amica, la pakistana britannica Muna (Safiyya Ingar). La prima sceglie di indossare un foulard, con un tranquillo disprezzo per la felice relazione della madre non musulmana con un uomo bianco, mentre la seconda preferisce indossare una maglia sportiva e delle Jordans, più giustamente in linea con il suo atteggiamento esuberante. Mentre il duo si dirige verso la Siria in una narrazione che procede in avanti, veniamo a conoscenza degli eventi che hanno portato alla loro decisione di partire e iniziamo a capire le loro prospettive attraverso flashback non lineari intervallati nel corso del film.

Online, Doe incontra una donna misteriosa di nome Hanan, mentre nella vita reale si affeziona al giovane Samir, il cui presunto viaggio in Siria ispira in parte Doe a proporre il viaggio a Muna. Fall, regista esperta del palcoscenico - è anche direttrice artistica del rinomato Young Vic di Londra - li ritrae come aspiranti girlboss, come dimostra una sequenza un po' ironica in cui le scene di dolore e distruzione in Siria vengono consumate avidamente da Doe e Muna sui social media, al ritmo di "Bad Girls" di M.I.A.. Alcuni filmati includono le bandiere nere dello Stato Islamico, anche se l'organizzazione non viene mai citata direttamente nel film.

Brides è un film difficile da definire: è sufficiente empatizzare con le ragazze, o osiamo pretendere di più dalla semplice premessa del film? La narrazione non lineare è molto utile alla storia: Fall ci costringe a riconsiderare il nostro giudizio a ogni svolta con nuove informazioni sulla vita delle ragazze nel Regno Unito. Ma il legame emotivo di Doe con Samir e il modo in cui lui la accetta così com'è avrebbero potuto essere approfonditi per aiutarci a capire meglio le sue motivazioni. L'estrema complessità della loro storia non può essere colta appieno in 93 minuti, e il film che agisce più come un viaggio all'insegna dell'apprendimento e della cautela che come un'esplorazione approfondita delle potenti forze che collegano alienazione e radicalizzazione. Dopo essere rimaste bloccate a Istanbul senza soldi né istruzioni ulteriori, la loro ingenuità e la loro impreparazione mettono a nudo l'apparenza spavalda delle ragazze per rivelare ciò che Fall ci fa penetrare in testa: sono semplicemente delle ragazzine, né più né meno.

La regista sottolinea che la loro situazione è il prodotto di un'estrema alienazione in una società islamofobica: le due ragazze devono affrontare ogni volta molestie e ostracismi, da parte dei compagni di classe e persino della loro famiglia, che le ha deluse e spinte emotivamente agli estremi. Fortemente stimolate dall'accesso ai social media, per le nostre due ragazze disilluse dalla freddezza dei genitori e dei conoscenti di fronte alle crisi – ch è la malattia indubbiamente universale del passatismo di oggi - il loro viaggio è un atto eroico piuttosto che fatale e autosacrificante.

Brides è una produzione anglo-italiana di Neon Films e Rosamont Production. Le vendite mondiali sono curate dalla società londinese Bankside Films.

(Tradotto dall'inglese)

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