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SOLETTA 2025

Recensione: Norma Dorma

di 

- Lorenz Suter affronta il tema della genitorialità giocando abilmente con i concetti di realtà e finzione, difficoltà del quotidiano e fuga in rassicuranti mondi paralleli

Recensione: Norma Dorma
Marina Guerrini in Norma Dorma

Dopo aver messo in scena, nel suo primo lungometraggio Strangers [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Lorenz Suter
scheda film
]
, un ambiguo triangolo amoroso che si trasforma in dramma, Lorenz Suter presenta in prima mondiale alle Giornate di Soletta nella sezione Panorama e in lizza per il premio Orizzonti Norma Dorma, film in cui il concetto di coppia è nuovamente stravolto. Entrambi i film sono avvolti da una cappa di mistero, come se la realtà nella quale gravitano i protagonisti e le protagoniste si sgretolasse fotogramma dopo fotogramma. Come far fronte alla scomparsa della persona con la quale si credeva di poter costruire il proprio futuro? Quali sono le motivazioni che hanno spinto questa persona a fuggire? Norma (Marina Guerrini), la protagonista dell’ultimo lungometraggio di Suter si trova confrontata suo malgrado a questi dilemmi, costretta ad accettare cambiamenti radicali che non aveva di certo programmato.

Norma deve proteggersi da una realtà troppo difficile da accettare, da un vuoto interiore che si sta trasformando in pericolosa voragine. Il suo compagno è misteriosamente scomparso e suo figlio Lenny sembra crescere troppo in fretta, come se il tempo avesse sfondato gli argini che lo canalizzano e imbrigliano. Norma lotta con tutte le sue forze per rimanere a galla tra un lavoro diventato rutinario e un bambino ancora piccolo che ha bisogno della sua presenza costante. La realtà sta diventando troppo brutale e crudele e Norma preferisce rifugiarsi in mondi paralleli nei quali ogni problema sembra poter essere risolto. In questi luoghi al contempo paradisiaci e inquietanti incontra e comunica con il suo compagno Henri, figura ambigua che la ossessiona e seduce.

Norma capisce che le esperienze parallele che sta vivendo non si limitano al mondo dei sogni. L’impronta che lasciano in lei è infatti più profonda e densa, una sorta di bruciatura nell’anima che non può e non vuole guarire. Una mattina si sveglia misteriosamente incinta provando un condensato di emozioni che spaziano dalla felicità al terrore rispetto a questo cambiamento fisico che sembra incarnare tutte le sue speranze represse. A scombussolare il suo quotidiano già caotico ci pensa Mikka (Jeanne Werner), una giovane scienziata specializzata nel sonno che Norma scopre essere legata al suo compagno, anche lui ricercatore universitario. Sarà forse Mikka a fornirle la chiave d’accesso al passato del padre di suo figlio, ai segreti che l’hanno spinto ad allontanarsi sparendo nel nulla? Come un Caronte hippie, Mikka le mostra il cammino verso un mondo surreale in bilico tra sogno e deliri lisergici. Norma si lascia andare a viaggi kafkiani nei quali la sua famiglia è nuovamente riunita, una na famiglia in apparenza “perfetta” composta da genitori sereni e incredibilmente rilassati e da bambini altrettanto calmi e mansueti. Cosa si nasconde però dietro questo quadretto apparentemente idilliaco? Il sogno si trasforma allora in abisso che consuma e risucchia la protagonista facendole perdere il contatto con la realtà.

Norma Dorma è un melodramma surreale nel quale realtà e finzione si affrontano senza esclusione di colpi. La genitorialità è al centro di questo connubio, una genitorialità che la protagonista vorrebbe conforme alle norme sociali: un compagno, due figli e una coabitazione armoniosa e pacifica sotto lo stesso tetto. La scomparsa del suo compagno la spinge però a confrontarsi con una normalità che si sgretola sotto i suoi occhi. Nei suoi sogni, la famiglia “perfetta” che la società la spinge a considerare “naturale”, obbiettivo ultimo di una vita che deve aspirare alla produttività e alla riproduttività, continua ad attirarla come una calamita ma, confrontata con una quotidianità lavorativa e personale ben lontana dai canoni, si rende conto che tutto ciò non è che un’illusione. Norma deve imparare ad accettare “l’imperfezione” e la “differenza” che fanno ormai parte del suo quotidiano, deve imparare a conviverci e a rivalutare i suoi ideali e sogni. Non è forse la consapevolezza di un’unicità che sfida le convenzioni a renderci liberi? Non è forse l’accettazione della diversità ad insegnare a Norma a guardarsi dentro, senza paura?

Norma Dorma è prodotto da Voltafilm.

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