Recensione: L’Été de Jahia
- Olivier Meys dipinge il ritratto di un'adolescenza sospesa per un'estate nel cuore di un centro di accoglienza per richiedenti asilo

Il nuovo film del regista belga Olivier Meys, L’Été de Jahia, è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Göteborg. Meys si è inizialmente fatto conoscere per i suoi cortometraggi, sia documentari che di finzione, poi si è distinto con il suo primo lungometraggio, Les Fleurs Amères [+leggi anche:
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intervista: Olivier Meys
scheda film], un commovente ritratto di una giovane madre cinese che va in esilio in Francia nella speranza di una vita migliore, e fa delle scelte radicali per non rinunciare al suo sogno.
Con questo nuovo film, esplora ancora una volta la speranza frustrata di una vita migliore. Jahia (Noura Bance) proviene dall'Africa subsahariana e vive con la madre in un centro di accoglienza per richiedenti asilo. Seguiamo la sua quotidianità, come se vivesse in stand-by. Il tempo di Jahia è un tempo di attesa, dell'unica cosa che può darle accesso alla vita che desidera: i suoi documenti. Ma come si fa a vivere nell'aspettativa quando si è adolescenti, quando tutto ciò che conta è il presente, il qui e ora? Jahia è spenta, intrappolata in un torpore di affetti e sentimenti. Quando la radiosa Mila (Sofiia Malovatska) arriva al centro, per lei è uno shock. Volitiva e maliziosa, Mila professa la speranza. "Stai sognando", risponde Jahia quando le dice che dovrebbe diventare una cuoca. "Ecco di cosa hai bisogno, hai bisogno di sognare", ribatte Mila. Così, a poco a poco, Jahia si lascerà andare, si impegnerà in ciò che la fa vibrare, si aprirà alla gioia di Mila, perfino la assorbirà. Si tratta di una specie di luna di miele amichevole che si svolge nel cuore dell'estate, all'insegna di gite al lago e balli su TikTok. Ma il loro atteggiamento spensierato è anche una professione di fede, e questa fede è appesa a un filo, ovvero a una decisione che cambierà tutto: ottenere o non ottenere i documenti.
Con questo ritratto delicato, il più vicino possibile alle emozioni di Jahia – sia che la guardiamo, sia che vediamo ciò che lei guarda – Olivier Meys ci dà il senso di un momento cruciale in una vita contenuta. La vita di Jahia cambierà direzione quando incontrerà Mila. Giovane donna che si ribella a un destino che non ha scelto per se stessa, Mila scava in profondità dentro di sé per trovare i mezzi necessari per prendere il controllo del suo futuro. Pur non sapendo dove sta andando, capisce che può scegliere come arrivarci. È una specie di doppia rivoluzione: una che le viene imposta e un'altra che lei avvia. È anche una storia di amicizia e di come le amicizie possano cambiare le nostre traiettorie. Con Mila, Jahia impara a sognare. Per incarnare queste due giovani ragazze nel momento di svolta di un'estate decisiva, Olivier Meys si è circondato di due giovani attrici esordienti, che a loro volta vivevano problemi simili a quelli delle sue eroine; una scelta che si rivela vincente, poiché Noura Bance e Sofiia Malovatska sposano con disinvoltura la traiettoria dei loro personaggi.
L’Été de Jahia è prodotto da Michigan Films in Belgio ed è coprodotto da Kidam Production in Francia e da Red Lion in Lussemburgo.
(Tradotto dal francese)
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