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SUNDANCE 2025 Concorso World Cinema Documentary

Recensione: 2000 Meters to Andriivka

di 

- Il reporter dell'Associated Press premio Oscar Mstyslav Chernov racconta l'orrore della guerra russo-ucraina, questa volta dal campo di battaglia stesso

Recensione: 2000 Meters to Andriivka

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, il vincitore dell’Oscar e reporter dell’Associated Press Mstyslav Chernov racconta la guerra russo-ucraina da una nuova prospettiva in 2000 Meters to Andriivka [+leggi anche:
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. Nel pieno della controffensiva fallita del 2023, il regista ucraino si unisce a un plotone volontario della Terza Brigata d’Assalto, mentre attraversano una foresta pesantemente fortificata per riconquistare il villaggio strategico che dà il titolo al film, ancora sotto occupazione russa. Il plotone ha il compito di raggiungere e liberare il villaggio, affrontando un fuoco nemico incessante, campi minati e numerosi pericoli.

In questo documentario, presentato in concorso al World Cinema Documentary a Sundance, dove ha vinto il premio per la miglior regia (leggi le news), Chernov mette in luce il ruolo cruciale della guerra di trincea per la fanteria ucraina e mostra senza filtri le brutali realtà del campo di battaglia. Anche se può sembrare scontato, la vicinanza delle sue inquadrature e il legame empatico che instaura con alcuni dei giovani soldati rendono l’esperienza ancora più intensa e straziante. Mentre avanzano sempre più in profondità nella loro terra devastata, assistiamo al loro destino inquietante e al timore costante di una guerra senza fine – un sentimento che, comprensibilmente, li accompagna.

Chernov racconta la durezza e gli orrori del campo di battaglia attraverso tre approcci visivi ben distinti. Il primo sono le riprese girate con la sua bodycam, che ci portano direttamente dentro l’azione. Il secondo è composto da immagini aeree con il drone, che a volte creano momenti di sospensione quasi surreali, altre volte offrono una visione dall’alto che rivela quanto siano angusti gli spazi in cui si combatte. Il terzo approccio si basa su brevi ma intense conversazioni che Chernov riesce ad avere nei rari momenti di quiete, avvicinandoci con delicatezza ad alcuni dei protagonisti.

Tra loro c’è Fedya, un ex magazziniere di 24 anni, che afferma di essere lì “per combattere, non per servire”. Nonostante il suo carisma e la determinazione da leader, viene colpito proprio davanti ai nostri occhi, a testimonianza della spietata immediatezza della guerra, dove ogni secondo può fare la differenza e basta un attimo perché si venga ferit, o uccisi.

Il film è diviso in capitoli che seguono l’avanzata del plotone verso l’obiettivo finale: Andriivka. A intervallarli, la voce fuori campo di Chernov, diretta e obbiettiva, in inglese. L’opera è punteggiata da momenti crudi di verità e disperazione. In una scena, un soldato ucraino grida con rabbia a un nemico ferito: “Pensi che a 19 anni volessi davvero combattere contro di te?”. In un’altra, ci allontaniamo dal fronte per assistere al funerale di un compagno caduto.

In definitiva, l’approccio di Chernov resta al tempo stesso giornalistico e militante – un paradosso solo apparente, che il suo film incarna pienamente. È inevitabilmente coinvolto, emotivamente partecipe, ma cerca comunque di mantenere una certa distanza, concentrandosi sul documentare con lucidità gli eventi tragici che si svolgono davanti ai suoi occhi.

2000 Meters to Andriivka é stato prodotto da Chernov stesso, Michelle Mizner, Raney Aronson-Rath e Alex Babenko per Frontline e AP Production. La compagnia con base nel Regno Unito, Dogwoof ne gestisce le vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)

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