Recensione: Bad Painter
di Olivia Popp
- Il pittore tedesco Albert Oehlen realizza il suo prima lungometraggio da solista, un bizzarro mockumentary intervallato da strani frammenti di body horror

L'artista contemporaneo tedesco Albert Oehlen è forse più noto a livello mondiale per i suoi famigerati “cattivi dipinti”, come li chiamava lui stesso, che hanno scosso il mercato dell'arte con opere volutamente sovversive alimentate da una sorta di sentimento “anti-high art”. Ora si cimenta per la prima volta nella regia di un lungometraggio con il film Bad Painter [+leggi anche:
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intervista: Albert Oehlen
scheda film], una fiction leggermente satirica sulla sua vita, in anteprima mondiale al concorso Big Screen dell'IFFR. Il nome del film fa anche riferimento al suo status di “cattivo ragazzo” della scena artistica tedesca degli anni '70 e '80, che nasce da una prospettiva di rabbia contro il sistema.
Rimbalzando tra l'autoironia e l'autoindulgenza, Bad Painter si presenta come una docufiction e un mockumentary dispersivo sulla vita quotidiana di Oehlen come artista, con qualche spunto di body horror. Oehlen è deliziosamente interpretato dal famoso caratterista tedesco Udo Kier, che riesce a trasmettere con umorismo la personalità dell'acclamato pittore, sprezzante, arrogante ma immensamente eccentrica, creando un soggetto estremamente divertente. Per chi non ha molta familiarità con Oehlen, è facile cadere nella trappola di credere che sia davvero il pittore sullo schermo. Alla fine è l'interpretazione di Kier a sostenere il film fino in fondo, mentre tutti gli altri elementi finiscono per essere molto meno degni di nota.
Per prima cosa, vediamo Oehlen dipingere su una tela, i suoi pensieri più intimi sono narrati dall'artista visiva e musicista dei Sonic Youth Kim Gordon, che interpreta anche un'intervistatrice che si siede con Oehlen per diverse conversazioni. Queste scelte arrivano a disorientare, occupando così poco del nucleo tematico del film e non risultando mai collegate al resto. Allo stesso modo, Oehlen introduce la tecnica dell'intervista a mezzobusto, per poi non tornarci più, assemblando insieme stili diversi che non si adattano bene nel complesso.
Con un inizio più realistico – ma anche un po' bizzarro – la narrazione, o meglio la sua assenza, diventa sempre più caotica, crescendo verso l'assurdo prima di deragliare nell’ultimo terzo del film. Pur durando solo 80 minuti, il film non trova mai un punto fermo, il che lo fa apparire molto più lungo della sua durata effettiva. Man mano che avanza, Oehlen incontra personaggi di spicco di vario tipo, tra cui la visita alla galleria dell'ex attore e attuale ristoratore Michael Chow, che è forse una delle sequenze più divertenti, in cui i loro due ego smisurati si scontrano. Tuttavia, molte delle scelte dei personaggi sembrano semplicemente un miscuglio di caratteri improvvisati tratti dalla vita reale di Oehlen, senza una vera intenzione dietro la loro inclusione.
Gli spettatori potrebbero sentirsi alienati dalle scene più surrealiste, poiché sembrano tutte realizzate con stili diversi. Iniziano a verificarsi eventi sempre più strani che iniziano a distrarci dal percorso del film nella prima metà, facendo sorgere dubbi su chi sia Oehlen come soggetto – e certamente non un soggetto coerente. Questo, naturalmente, potrebbe rientrare nella critica al culto della personalità che l'artista/regista si sforza di fare, ma Bad Painter fatica davvero a centrare il bersaglio.
Bad Painter è una coproduzione tedesco-statunitense guidata da Wendy Gondeln Production e Bad Painter, Inc; quest'ultima si occupa anche delle vendite mondiali.
(Tradotto dall'inglese)
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