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BERLINALE 2025 Concorso

Recensione: Ari

di 

- BERLINALE 2025: Combinando istinto, semplicità e suggestioni, Léonor Serraille mette in scena con notevole finezza il toccante errare di un giovane gentile nei nostri tempi difficili

Recensione: Ari
Andranic Manet in Ari

“Qualcosa di vivo, un pezzetto di cuore” - “Carne?” - “O il suo cuore messo accanto a lui, come se fosse separato da lui”. Proprio come questi personaggi si interrogano su un piccolo dettaglio nascosto in un dipinto, la vita può spesso essere osservata, sentita, interpretata e vissuta in modi diversi, che vanno dal più prosaico al più poetico. Nell'affascinante Ari [+leggi anche:
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, un'opera molto semplice e sottile che è stata presentata alla 75ma Berlinale, è come se Léonor Serraille si tuffasse tra queste due percezioni opposte, immergendoci nella crudezza del mondo moderno “che non ha senso” e seguendo al contempo la scia di un giovane protagonista gentile, affettuoso e sensibile che affronta di petto la brutalità del passaggio all'età adulta.  

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Ritratto di un individuo emblematico appartenente a una generazione di venti-trentenni in preda all'incertezza e divisi tra un intenso desiderio di libertà (in particolare in amore e nel mondo del lavoro) e il peso ansiogeno della vita moderna ("ci siamo abituati a cose sporche che non ci toccano nemmeno più, tranne quando sono troppo vicine) e delle tradizioni sociali, il film tocca in modo leggero e quasi subliminale una serie di questioni cruciali per il futuro (“la gente farà le domande giuste”), non ultimo lo specchio dell'infanzia (“le uniche persone normali”).  

Il protagonista, Ari (un fantastico Andranic Manet) è un insegnante tirocinante, ma cercare di trasmettere il significato profondo di una poesia di Robert Desnos (L'Hippocampe, uno degli unici pesci che nuota in posizione eretta, ma anche una parola che evoca il cervello, la cognizione, la memoria, l'apprendimento e i riferimenti spaziali) a una classe di piccoli molto rumorosi non è un compito facile. Ari può anche amare i bambini, ma non ce la fa e crolla. In seguito si ritrova in malattia e sul punto di dimettersi e, ad aumentare le sue preoccupazioni, il padre (Pascal Rénéric) esasperato (“dovrai vivere a spese mie per tutta la vita? Che generazione spazzatura! Stai sprecando tutto quello che hai") lo butta fuori di casa. Così, il gentile Ari inizia a vagare per i paesaggi urbani (il nord della Francia e Roubaix in particolare), incontrando vecchi amici (Eva Lallier Juan, Théo Delezenne e Lomane de Dietrich, Ryad Ferrad) che fanno luce sul suo percorso personale e sul mondo che li circonda, incontrando casualmente persone (Mikaël-Don Giancarli) e imbattendosi in un ex grande amore (Clémence Coullon). Come Saltimbanchi di Guillaume Apollinaire (“i bambini vanno avanti, gli altri li seguono, sognando”) e Demian di Hermann Hesse, Ari impara vivendo...

Léonor Serraille racconta questo viaggio iniziatico in un film apparentemente modesto (che fa parte di una collezione basata su sceneggiature scritte nei laboratori con gli studenti del Conservatorio nazionale superiore d'arte drammatica di Parigi), giocoso e istintivo, ma che in realtà inietta molteplici risonanze suggestive sotto lo sguardo della macchina da presa sensoriale, quasi tattile e molto intima del direttore della fotografia Sébastien Buchmann. Ne risulta un film non solo molto toccante per chi si trova sulla stessa lunghezza d'onda del regista, ma che conferma, dopo Montparnasse femminile singolare [+leggi anche:
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, il sofisticato talento cinematografico (compreso il lavoro sul suono e sui piccoli flashback) di un regista capace di aprire più mondi da uno solo e di esaminare la nostra società attraverso un realismo romantico a misura d'uomo.

Ari è prodotto dalle società francesi  Geko Films e Blue Monday Productions, e coprodotto da Arte France, Pictanovo e la società belga Wrong Men. Be For Films guida le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)


Photogallery 16/02/2025: Berlinale 2025 - Ari

30 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Léonor Sérraille, Andranic Manet, Théo Delezenne, Clémence Coullon, Eva Lallier Juan
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

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