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BERLINALE 2025 Panorama

Recensione: Confidente

di 

- BERLINALE 2025: Çağla Zencirci e Guillaume Giovanetti realizzano un film a porte chiuse, duro e audace, sulla condizione delle donne in Turchia

Recensione: Confidente
Saadet Işıl Aksoy in Confidante

“So che non sei la persona che fingi di essere”. È sotto il segno della duplicità come strumento di dominio maschile e di rifugio forzato per le donne che la turca Çağla Zencirci e il francese Guillaume Giovanetti hanno posto il loro terzo lungometraggio in coppia, Confidente [+leggi anche:
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, presentato nella sezione Panorama della 75ma Berlinale. È impossibile che questo film lasci indifferenti, come dimostrano le parole della canzone Douce di Clara Ysé che lo chiude: “Si tu savais la haine qui coule dans mes veines, tu aurais peur” (“Se tu sapessi l'odio che scorre nelle mie vene, avresti paura”).

La coppia di cineasti, che si è già fatta notare con Noor [+leggi anche:
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(ACID Cannes 2012) e Sibel [+leggi anche:
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 (in concorso a Locarno 2018), si è assunta molti rischi, sia per quanto riguarda il soggetto ultra delicato della loro trama, incentrata su un'operatrice di un call center erotico (e che affronta le minacce del dispotismo maschile incancrenito in tutta la società turca), sia per quanto riguarda la forma, dato che l'intero film si svolge tra quattro mura ed essenzialmente attraverso conversazioni telefoniche (una sorta di The Guilty [+leggi anche:
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in un registro diverso).

“Hai rovinato i miei piani. Ne pagherai le conseguenze”. Ad Ankara, la vita di Arzu, vero nome Sabiha (l'eccezionale Saadet Işıl Aksoy sulle cui spalle poggia l'intero film) è già molto difficile quando il terremoto del 17 agosto 1999 la fa precipitare in una pericolosa spirale. Separata, la quarantenne sta lottando per ottenere la custodia del figlio e, per sopravvivere economicamente, ha trovato un lavoro anonimo in un call center erotico dove fa da ricettacolo a tutte le miserie sessuali immaginabili. Ma Arzu ha coraggio e, insieme alle sue colleghe, non si lascia abbattere. Inoltre, annota le chiamate su un piccolo taccuino, poiché i clienti sono spesso gli stessi. Quando la catastrofe sismica si abbatte su Istanbul e un adolescente sepolto sotto le macerie all'altro capo del telefono la implora di salvarlo, lei sa cosa fare perché una precedente chiamata le ha rivelato che il procuratore di Ankara (che deve dare il via libera alla squadra di soccorso) sta partecipando a un'orgia in un grande albergo. Nonostante la paura diffusa dei potenti (“non dirmi niente, non dirlo a nessuno”) e la sorveglianza stretta e interessata del capo del call center (“si comporta come un vero pappone”), Arzu agisce e chiama, facendo precipitare gli eventi e mettendo a rischio la sua vita...

Intenso, intransigente e claustrofobico, al limite dell'incubo, il film oscilla tra un realismo soffocante e crudo e una distanza simbolica di fondo (uno dei personaggi chiave sta scrivendo una sceneggiatura). Giocando sul motivo del doppio, i registi denunciano l'ipocrisia maschile, la violenza dietro le maschere, la corruzione delle élite, la contaminazione tossica delle giovani generazioni (“per tutta la vita avrà paura degli uomini e mi chiedo se mio figlio farà lo stesso”) e il clima generale (paura, schiavitù, segreti colpevoli, “la cosa peggiore è dimenticare che c'è un altro essere umano davanti a te”). A volte è un po' troppo per un film così teso (76 minuti), ma il finale funziona e regge un'opera audace guidata da un'eroina moderna che sa che “scappare non porta felicità a nessuno” e che “anche da sola, il personaggio femminile può diventare se stessa”.

Confidente è prodotto da II Films (Turchia), 3B Productions (Francia), Les Films du Tambour (Francia) e Bidibul Productions (Lussemburgo). Pyramide International cura le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)

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