Recensione: What Marielle Knows
di Ola Salwa
- BERLINALE 2025: Frédéric Hambalek trasforma un aneddoto in un dramma sociale a tutto tondo, realizzando un'opera piacevole ma fugace

E se qualcuno ascoltasse tutte le vostre conversazioni e vi vedesse nei vostri momenti più intimi? E se quella persona fosse vostro figlio? Queste domande sono probabilmente emerse molte volte quando lo sceneggiatore-regista Frédéric Hambalek ha presentato il suo secondo film, What Marielle Knows [+leggi anche:
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scheda film]. La sua esplorazione di questo concetto lo ha portato dritto in concorso alla Berlinale e, sebbene il film risulti modesto e leggero, offre comunque qualche risata e spunti di riflessione.
La protagonista (Laeni Geiseler) è una preadolescente che viene colpita alla testa da un amico durante una delle tipiche risse da cortile, con il risultato che riesce a sentire e vedere tutto ciò che i suoi genitori, Julia (Julia Jentsch) e Tobias (Felix Kramer), dicono o fanno, anche quando non ci sono. I suoi genitori hanno i loro segreti: Julia intrattiene conversazioni a sfondo erotico con un collega (Mehmet Ateşçi), mentre Tobias finge una popolarità e una posizione sul lavoro che non ha. Entrambi distorcono la realtà e nascondono i loro veri sentimenti dietro la facciata di una vita corretta, da classe medio-alta. Perché? Perché essere adulti non è poi così divertente: è noioso e poco impegnativo, e mantenere la facciata è un modo per sfuggire alle delusioni.
Marielle mette in guardia i suoi genitori dai loro segreti e dalle loro bugie, costringendoli a rivedere il loro modo di agire. Ognuno di loro reagisce in modo diverso: Julia accetta la sincerità forzata che ora è richiesta, mentre Tobias è più riluttante. E Marielle? La sua nuova capacità le permette di vedere i suoi genitori sotto una nuova luce e di affrontare lei stessa verità difficili.
È lodevole il modo in cui Hambalek ha trasformato questo semplice aneddoto in un lungometraggio senza farlo sembrare noioso o ridondante. Hambalek dimostra l'efficacia della sua abilità registica costruendo una tensione comica discreta, che ha suscitato molte risate spontanee durante la proiezione per la stampa. Aggiungendo altri strati al concetto iniziale, Hambalek crea un film piacevole, con un'interpretazione notevole e ricca di sfumature da parte di Julia Jentsch.
Tuttavia, una volta che le risate si sono placate, emergono domande serie: perché mentire? E la brutale onestà è davvero la politica migliore? Sembra che dire la verità non sia così semplice come potrebbe sembrare; può essere complicato come la politica internazionale. Alcune parole, come “ti amo”, sono difficili da pronunciare ad alta voce, anche se una persona le sente e le pensa davvero. Allo stesso tempo, tutto questo nascondere e rivelare assomiglia a un gioco, la cui posta in gioco è nota solo ai giocatori.
Hambalek sviluppa e gira intorno al suo concetto iniziale di inganno. Suggerisce che a volte avere un testimone dei nostri piccoli segreti e misfatti è sufficiente per riportare una sorta di ordine morale. Sebbene efficace, il film è una scelta un po' sorprendente per il concorso del festival: sembra più che altro un gesto dei programmatori a favore del pubblico. Detto questo, se l'autore di queste righe dovesse dire la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità, vedere al cinema un bell'esemplare di puro e intelligente intrattenimento, anche nel contesto di un festival molto serio, fa piacere.
What Marielle Knows è prodotto dalla tedesca Walker+Worm Film e coprodotto da ZDF - Das kleine Fernsehspiel. Lucky Number cura le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
Photogallery 19/02/2025: Berlinale 2025 - What Marielle Knows
11 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso
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