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BERLINALE 2025 Concorso

Recensione: El mensaje

di 

- BERLINALE 2025: Iván Fund crea un racconto semplice ma avvincente sulla perdita e la conservazione dell'innocenza attraverso i viaggi di una ragazza capace di comunicare con gli animali

Recensione: El mensaje
Anika Bootz in El mensaje

Un uomo anziano porta una tartaruga verso un furgone non contrassegnato, nella speranza che una leggendaria ragazzina riesca a comunicare con il suo amato animale in cambio di 12.000 pesos argentini (all'incirca 10 euro). In questa scena d'apertura del nuovo film del regista argentino Iván Fund, El mensaje [+leggi anche:
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intervista: Iván Fund
scheda film
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, iniziamo già a scoprire questo elegante ed elegiaco racconto di come i bambini siano guidati a perdere il loro senso di innocenza e meraviglia - e di come gli adulti cerchino di preservare ciò che ne rimane. Scritto da Martín Felipe Castagnet e dallo stesso Fund, El mensaje è l'unico film in corsa per l'Orso d'Oro alla Berlinale girato interamente in bianco e nero.

Nell'Argentina rurale, la giovane Anika (Anika Bootz) può comunicare con gli animali, o almeno così si dice in giro. Le sue figure pseudo-parentali, Myriam (Mara Bestelli) - la portavoce di questa dote di Anika - e Roger (Marcelo Subiotto) - il direttore finanziario dell’affare - sono apparentemente più preoccupate di pubblicizzare i servizi della giovane Anika, che di prendersi cura di questa ragazza dagli occhi spalancati. Il trio vive in un camper, e Myriam si allontana di nascosto per inviare messaggi vocali a clienti affamati che presumono la canalizzazione dell'anima di un animale domestico da parte di Anika, mentre quest'ultima, da ragazzina qual è, gioca o dorme tranquillamente nel furgone. In linea di principio, si tratta di truffatori dibassa lega che sfruttano individui in lutto o frustrati alla ricerca di un contatto con i loro amati animali domestici. Ma nella realtà dei clienti, sono dei miracolati.

Questa dualità unica rimane per tutto il film, dove entrambe le cose sono vere allo stesso tempo. La prima metà del film è scorrevole e le complesse dinamiche dei personaggi sono già abbastanza intriganti da catturare lo spettatore. Quando osserviamo Anika, ripresa in primo piano dal direttore della fotografia Gustavo Schiaffino, è chiaramente affettuosa nei confronti dei suoi tutori e non sembra esprimere un'immensa insoddisfazione per l'organizzazione del gruppo. Tuttavia, la ritroviamo più volte a testa bassa, con il peso della loro stessa sopravvivenza sulle spalle. Le scene notturne vedono l'oscurità invadere l'inquadratura e trasmettere l'isolamento collettivo del gruppo che viaggia alla ricerca di clienti.

Fund porta in scena un road movie non convenzionale, che non si concentra tanto sull'atto esplicito del viaggio, quanto piuttosto sulle destinazioni e sugli incontri, alcuni dei quali sono particolarmente importanti per la ragazza. La storia è trasmessa con una certa morbidezza, che indica che la regia di Fund è molto attenta alla natura emotiva del legame tra uomo e animale domestico. In questo modo, è in grado di analizzare ampiamente il nostro desiderio di capire ed essere capiti, rifiutandosi di sminuire il desiderio di un individuo di connettersi con il proprio animale domestico in un regno che va oltre la sua comprensione. Le linee melodiche libere, semplici e rade degli ottoni di Mauro Mourelos si intromettono magnificamente nei momenti di riflessione, senza mai inondare il film di qualsiasi didascalismo emotivo.

Non è importante se Anika sia "davvero in grado" di parlare con gli animali; ci viene concessa un'interiorità limitata alla ragazza stessa, che forse suggerisce addirittura che non è sicura - o che non ha importanza. Ciò che conta per lei sono i piccoli barlumi di meraviglia infantile, o la loro mancanza: Anika mette un dente da latte sotto il cuscino, solo per ritrovarlo ancora lì la mattina dopo, a simboleggiare una lenta e non cerimoniosa perdita dell'innocenza. I momenti dedicati ai gatti, ai cani e perfino a un capibara solitario suscitano giustamente la sensibilità degli spettatori: gli animali sono una fonte immensamente potente attraverso la quale conserviamo la gioia e la meraviglia infantile in un mondo che ci dice costantemente che queste espressioni sono segni di debolezza o immaturità.

El mensaje è una produzione argentino-spagnola-uruguaiana di Rita Cine e Insomnia Films, in coproduzione con Amore Cine, Blurr Stories e Panes 360 Contenidos, oltre che da Animista Cine. Luxbox, con sede a Parigi, ha acquisito i diritti per la vendita in tutto il mondo.

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 19/02/2025: Berlinale 2025 - The Message

11 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Iván Fund, Anika Bootz, Betania Cappato
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

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