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BERLINALE 2025 Concorso

Recensione: La Cache

di 

- BERLINALE 2025: Lionel Baier firma un film singolare, energico e colorato, in cui la Storia si interseca con le vicende di un'eccentrica famiglia nel suo appartamento parigino nel maggio del '68

Recensione: La Cache
William Lebghil, Michel Blanc, Ethan Chimienti, Dominique Reymond e Aurélien Gabrielli in La Cache

“Qui non c'è posto per la tristezza”. È in mezzo al buonumore, incorniciato da un forte desiderio di libertà narrativa e sorretto da un ritmo frenetico e da un'inventiva formale basata su uno spirito fumettistico sfacciato, che Lionel Baier ha ambientato La Cache [+leggi anche:
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, un adattamento molto emancipato dell'omonimo romanzo di Christophe Boltanski, presentato in concorso alla 75ma Berlinale. Ma sotto il suo aspetto scanzonato che pone grande enfasi sull'immaginazione e sulla fede, molto simile alla mente del bambino di nove anni che è al centro di questa storia e che vive in “un periodo temporale che sembra intrappolato in un presente infinito”, il film affronta molti argomenti seri e intelligenti che risuonano con le pagine più oscure del passato dell'Europa (relative alla Seconda guerra mondiale), ma anche con il nostro presente, anche se il catalizzatore della storia è il famoso mese di maggio del 1968 a Parigi.

“Osservate i nostri personaggi mentre si muovono. La storia arriverà tra un attimo”. È il 3 maggio 1968 e il narratore imposta il tono attraverso una voce fuori campo, proponendo al pubblico un patto: condividerà la sua verità se accetteremo la sua visione romantica e colorata di una famiglia che vive “come se formasse un unico grande corpo” in un appartamento di rue de Grenelle. Una volta stabilita questa intesa, ci vengono presentati i sei membri principali di questo gruppo affiatato: Grand-maman (Dominique Reymond), borghese libertaria, appassionata di braccio di ferro e scrittrice di libri sugli emarginati della società (che intervista in periferia con la sua Citroën Ami 6, “l'ala mobile del loro appartamento”), il mite medico generico Grand-papa (il compianto Michel Blanc) che a volte soffre di paure incontrollabili, il linguista Grand-oncle (William Lebghil), il piccolo artista in erba Petit-oncle (Aurélien Gabrielli), la loro antenata Arrière-pays (Liliane Rovère) con i suoi ricordi di Odessa, e il ragazzo (Ethan Chimienti) i cui genitori gli permettono di dormire lì, perché fuori, in strada, gli eventi rivoluzionari del maggio '68 proliferano e si intensificano, continuamente trasmessi da tv e radio.  

Concepito come un esperimento ludico e gioioso (“basta con il pathos!”) altamente accessibile a un pubblico più ampio e impreziosito da una serie di audaci espedienti visivi (split screen, colori scintillanti, montaggio incredibilmente efficace di Pauline Gaillard, ecc.), La Cache gioca sulla sovrapposizione temporale nello stile del Gatto di Schrödinger (“Siamo vivi? Siamo morti? – Siamo insieme”) e su un'impressione di ripetizione che in realtà non è mai la stessa, per trasmettere i suoi messaggi umanisti codificati in modo speculare. Il controllo del regista sul ritmo, sulle pause e sui cambi di tempo ha il brillante vantaggio di contribuire a evitare qualsiasi potenziale impressione di teatro filmato, anche se alcuni troveranno senza dubbio il film un po' pesante dal punto di vista dei dialoghi, per non dire molto francese (nonostante la nazionalità svizzera del regista) per i loro gusti. Ma Lionel Baier lo accetta con accattivante impudenza, invocando un'anarchia gentile (“senza Dio né padroni”) senza alcuna traccia di arroganza o disprezzo, rendendo omaggio a Fino all’ultimo respiro [+leggi anche:
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di Jean-Luc Godard e insistendo, come dice uno dei personaggi nel film, sul fatto che “non bisogna mai lasciare che gli idioti ti dicano cosa sei”.  

La Cache è prodotto dalla società svizzera Bande à Part Films e coprodotto dalla RTS, da SRG SSR, dalla società lussemburghese Red Lion e dalla società francese Les Films du Poisson. mk2 Films guida le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)


Photogallery 20/02/2025: Berlinale 2025 - The Safe House

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Lionel Baier, Michel Blanc, William Lebghil, Aurélien Gabrielli, Liliane Rovère
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

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