Recensione: Delicious
- BERLINALE 2025: Il film di Nele Mueller-Stöfen è un inquietante thriller a sfondo sociale, che non riesce a sconvolgere del tutto il suo pubblico

Prendete una famiglia, possibilmente molto ricca. Aggiungete un elemento esterno: qualcuno che entra nella dinamica familiare e porta un cambiamento, non necessariamente in meglio. Forse una giovane donna. Cominciano ad accadere cose strane. Perché?
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intervista: Nele Mueller-Stöfen
scheda film], presentato alla Berlinale nella sezione Panorama, in cui la madre Esther (Valerie Pachner), il padre John (Fahri Yardim) e i loro due figli, Alba (Naila Schuberth) e Philipp (Caspar Hoffmann), trascorrono le vacanze estive nella loro villa nel sud della Francia. Lì incontrano casualmente Teodora (Carla Díaz), che assumono come aiuto domestico dopo averla ferita in un piccolo incidente d'auto. La presenza della giovane donna scuote ben presto quella che si rivela essere una base familiare già fragile, spesso focalizzata unicamente sulla felicità materiale ed effimera.
Un mix di ambientazioni familiari, tra cui la serie televisiva Servant di M. Night Shyamalan, Parasite di Bong Joon-ho e Teorema di Pier Paolo Pasolini – quest'ultimo esplicitamente citato come fonte di ispirazione dalla regista esordiente Nele Mueller-Stöfen – il film è destinato ad affascinare il pubblico di Netflix in tutto il mondo alla sua uscita il 7 marzo. Delicious ha tutti gli ingredienti necessari per un successo mainstream perfettamente realizzato: un cast forte, una produzione e una fotografia straordinarie, oltre a una storia che farà parlare gli spettatori anche dopo i titoli di coda. Anche il sound design di Noemi Hampel merita di essere citato per la sua efficacia, in quanto è probabilmente uno degli elementi più forti del film, insieme alla qualità generale delle interpretazioni.
I temi sociali del film sembrano allo stesso tempo freschi e senza tempo, affrontati da una prospettiva che sicuramente farà guadagnare a Mueller-Stöfen un plauso. Tuttavia, a un'analisi più attenta, qualcosa non quadra. Per alcuni spettatori, il film potrebbe risultare un po' troppo prevedibile o, più precisamente, poco esplorato in alcuni punti. Sebbene la storia sia generalmente ben strutturata, Delicious va troppo sul sicuro, perdendo l'opportunità di correre rischi creativi – rischi che avrebbe potuto facilmente permettersi, dato il budget, l'esecuzione tecnica e il potenziale tematico. Di conseguenza, il senso di shock che il film avrebbe potuto suscitare è in qualche modo annacquato, il che è allo stesso tempo rinfrescante (in quanto evita strategie narrative manipolative) e deludente.
Alcune scelte appaiono ben calibrate e logiche, mentre altre avrebbero potuto beneficiare di una scrittura più accurata, che avrebbe potuto evitare alcuni cliché nello sviluppo dei personaggi e nella progressione della trama. Una nota positiva è che il rifiuto del film di giudicare i personaggi è un approccio interessante; tuttavia, questo a volte porta a una sensazione di superficialità e alla mancanza di un vero studio dei personaggi, facendo apparire i protagonisti eccessivamente monodimensionali.
In definitiva, Delicious sembra rivolgersi più a un pubblico generico che a uno specializzato e d'essai. L'inclinazione del film verso uno stile più commerciale è probabilmente il motivo per cui non riesce a convincere pienamente. Tuttavia, nonostante le sue occasionali ingenuità, che in troppe occasioni lo fanno sembrare più vicino a una produzione televisiva che a un film degno di una Berlinale, il film è destinato a suscitare scalpore e ad attirare spettatori grazie al suo peculiare soggetto, e probabilmente diventerà un grande successo sulla piattaforma statunitense una volta uscito.
Delicious è prodotto dalla società di Berlino Komplizen Film ed è venduto nel mondo da Netflix.
(Tradotto dall'inglese)
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