email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2025 Forum

Recensione: Punku

di 

- BERLINALE 2025: J.D. Fernández Molero offre un'immersione soprannaturale nella vita della giungla peruviana, un luogo inquietante che oscilla tra influenze moderne e antiche tradizioni

Recensione: Punku
Celeste Torres e Maritza Kategari in Punku

Come è sopravvissuto Iván (Marcelo Quino)? Questa è la domanda principale che si pone l'intera cittadina peruviana di Quillabamba, in particolare il suo padrino, Gabriel (Ricardo Delgado), e suo zio, Hugo (Hugo Sueldo). Iván è scomparso due anni prima e ora un'adolescente Matsigenka di un villaggio a due giorni di navigazione, Meshia (Maritza Kategari), lo riporta in città perché soffre di una grave infezione agli occhi. L'occhio deve essere asportato. Meshia rimane con la famiglia. Il ragazzo, che nel frattempo è diventato muto e non risponde, sembra affezionato a lei. Inoltre, per lei, la vita in città, dove inizia a lavorare nel bar a conduzione familiare, offre più possibilità.

Questo è l'incipit di Punku [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
di J.D. Fernández Molero, presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum della 75ma Berlinale. Ma il film non si limita a rimanere nell'ambito della realtà; piuttosto, Fernández Molero confeziona un'eterea storia da sogno febbrile. Da quando ha perso l'occhio, Iván è perseguitato da visioni soprannaturali: fantasie su ciò che lo circonda, un riflesso degli eventi in generale, che Fernández Molero e il suo direttore della fotografia, Johan Carrasco Monzón, catturano con riprese sgranate in 8 mm e 16 mm. A volte sbiadite o sovraesposte, a volte in bianco e nero, creano l'immagine di un mondo incastonato tra due porte – o due portali, come recita la traduzione del titolo Punku.

Con Iván come osservatore silenzioso, che sembra bloccato tra i vivi e i morti, gran parte della “vita” la vive Meshia, che si iscrive a una scuola locale, fa la barista e vuole partecipare al concorso di bellezza “Miss Sirena” della città. Outsider, come Iván, all'inizio i due passano molto tempo insieme. Ben presto, Meshia trova delle amiche, un gruppo di ragazze con cui va a fare shopping, esegue dei rituali e si prepara per il concorso. Fernández Molero concede al pubblico qualche occasionale risata, come quando Meshia e la sua collega si rendono conto che i loro abiti esotici e sexy da cameriere sono solo questo: uno show. Un'esibizione per lo sguardo maschile, con una scenografia che non ha radici in nessuna delle culture locali.

Ma si passa anche a una parte più sinistra dell'essere un'adolescente in Perù. Ovunque Meshia vada, c'è chi è in agguato, chi la fissa, dagli uomini anziani, a quelli più giovani che la inseguono in auto, fino ai ragazzini nascosti dietro gli alberi. Anche se Fernández Molero non cerca il facile effetto shock dell'aggressione, c'è una minaccia perenne che aleggia nell'aria. A questa giovane donna viene imposto un ruolo tradizionale: lei che pensava che Quillabamba avrebbe avuto di più da offrire, soccombe alle stesse aspettative e tradizioni che avrebbe trovato in qualsiasi altro luogo del Perù.

Tra i video di TikTok, la ricerca di guaritori e il peso di quegli sguardi maschili costanti, ha l'impressione che l'irrealtà del soprannaturale sia a volte come un richiamo alla fuga. In questo mondo, tradizione e modernità si scontrano continuamente e chi non riesce a navigare tra le insidie non ce la fa. “Se te ne vai, te ne vai per non tornare mai più”, dice una giovane dai capelli rossi che partecipa al concorso, attirata nella foresta da una nebbia misteriosa, come lo fu Iván. Ma andarsene, come mostra Fernández Molero, non è così facile. Una soglia soprannaturale, un portale, è più un desiderio che una realtà.

Punku è prodotto dalla peruviana Tiempo Libre e coprodotto dalla spagnola Jur Jur Productions e da J.D. Fernández Molero.

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy