Recensione: The Ugly Stepsister
di David Katz
- BERLINALE 2025: L'esordio della regista norvegese Emilie Blichfeldt è una rivisitazione grottesca ma fedele della fiaba di Cenerentola, aggiornata ai costumi moderni

Riscrivere le fiabe classiche per privilegiarne gli elementi più oscuri non è più una tendenza, quanto piuttosto una costante. Biancaneve, Cenerentola, La Bella Addormentata e così via non rischiano mai di passare di moda, né di apparire politicamente scorrette per i gusti contemporanei: sono invece abbastanza malleabili da assorbire le nostre ansie odierne, anche se la loro forma narrativa e le loro caratterizzazioni risultano un po' esili. La seconda di queste, Cenerentola, non è la più popolare per gli adattamenti; così, ispirandosi principalmente alla versione dei Fratelli Grimm del 1812, Emilie Blichfeldt ha realizzato The Ugly Stepsister, privilegiando la prospettiva del personaggio secondario trascurato in questa storia, ed eccellendo in un tono da body horror cronenberghiano per l'arco narrativo, e di gotico mitteleuropeo degli anni '60-'70 per l'atmosfera. La maestria costante della Blichfeldt compensa la fatica di arricchire questo vecchio cavallo di battaglia delle favole con un inedito elemento di sorpresa. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance prima del suo debutto nel Panorama della Berlinale.
Nel pittoresco regno di “Swedlandia” si fondono elementi di design medievali, moderni e ottocenteschi, e il principe Julian (Isac Calmroth) è un rubacuori alla Chalamet, le cui nuove pubblicazioni poetiche adulano le ragazze del paese come se fossero la sua ultima trappola per il pubblico di Instagram. In un castello in rovina, Otto (Ralph Carlsson) si è risposato con Rebekka (Ane Dahl Torp, che si è fatta notare anche nel film vincitore dell'Orso d'Oro del festival, Dreams (Sex Love [+leggi anche:
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intervista: Dag Johan Haugerud
scheda film]), creando una famiglia che unisce il personaggio di Cenerentola, Agnes (Thea Sofie Loch Næss) alle sue nuove sorellastre Elvira (Lea Myren) e Alma (Flo Fagerli). L'intrepida Elvira è al centro della scena come pretendente rivale di Agnes per la mano di Julian; dopo che Otto muore tragicomicamente soffocato da una fetta di torta ornata di glassa, la famiglia si trova in gravi difficoltà finanziarie e ha bisogno per sicurezza di assurgere al rango aristocratico.
Non c'è dubbio che ciò che ne consegue sarà probabilmente più accettabile e catartico per le persone che si identificano con le donne e per le persone transfemminili che per gli uomini: il controllo e talvolta la degradazione del sé per raggiungere uno standard di bellezza instabile, recentemente visto anche nelle contorsioni degli effetti speciali di The Substance [+leggi anche:
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intervista: Coralie Fargeat
scheda film]. Mentre Agnes non vuole adattarsi all'ideale puro e disneyano che già incarna perfettamente, la trasformazione di Elvira è tutt'altro che una liberazione, con un naso rimodellato in una rinoplastica primitiva e una maschera facciale, e i piedi che si forzano verso l'interno per incontrare la scarpetta di vetro che dovrebbe soddisfare il principe.
Come già detto, Blichfeldt ottiene diversi risultati nel suo film d'esordio: esercita un'innegabile ironia, in quanto i personaggi contribuiscono volontariamente alla propria rovina, facendo sì che lo spettatore oggi si meravigli della loro credulità, ma mantiene una serietà e una disciplina nel tono, più in comune con orrori elevati come The Witch [+leggi anche:
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scheda film], e film storici postmoderni come La Favorita [+leggi anche:
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scheda film], che con il camp dei film di mezzanotte. Però a The Ugly Stepsister mancano due o tre idee per provocarci davvero e per espandere il profilo familiare della storia; per fortuna Elvira non viene mai tradita dalla regista e non esce fuori come bersaglio del sadismo o come figura del tutto passiva - è ogni donna, o ogni persona, ipnotizzata dal vivere all'altezza di un ideale, e il risultato finale è, si spera, un tipo di maturità più robusta, senza ingannevoli “vissero felici e contenti”.
The Ugly Stepsister è una coproduzione di Norvegia, Svezia, Polonia e Danimarca di Mer Film in coproduzione con Lava Films, Zentropa Sweden e Motor Productions. Le vendite internazionali sono curate da Paradise City Sales.
(Tradotto dall'inglese)
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