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FILM / RECENSIONI Paesi Bassi / Italia / Stati Uniti

Recensione: War on Education

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- Il documentario di Stefano Di Pietro racconta con lucidità e accuratezza la devastazione del sistema educativo ucraino sotto i bombardamenti e l'occupazione da parte dei russi

Recensione: War on Education

Un pallone da basket al centro di una palestra di una scuola semidistrutta è il segno tangibile di un abbandono precipitoso causato dai bombardamenti. Siamo nel 2023 in quel che è rimasto del liceo n.2 di Hostomel piccolo insediamento rurale nella regione di Kiev ed è da qui che inizia War on Education [+leggi anche:
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, documentario di Stefano Di Pietro nelle sale italiane con Garden Film dal 24 febbraio, in occasione del terzo anniversario dell'invasione in Ucraina da parte della Russia, dopo aver avuto la sua prima globale al Moving Arts Centre Amsterdam di Amsterdam ed essere stato proiettato in più di 20 Paesi in istituzioni ed eventi come il 33mo Forum Economico di Karpacz (Polonia) e il Consiglio d’Europa a Strasburgo (una proiezione al Parlamento Europeo è prevista a marzo).

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Se in questa lucida testimonianza di sopraffazione le immagini valgono più delle parole e la efficace colonna sonora originale di Matteo Ruperto trasforma le sirene di allarme antiaereo in un suono cupo e prolungato, a dare senso al tema del titolo ci pensa per primo il ministro dell’istruzione ucraino Oksen Lisovyi: “quando occupano un territorio per prima cosa distruggono le biblioteche, la letteratura in lingua ucraina e i libri di testo del nostro sistema educativo”. Nei territori che non riescono ad occupare, i russi prendono di mira le infrastrutture: distruggono scuole e asili, “perché sanno che l’educazione è un’arma da usare per indottrinare le persone alla loro ideologia”.  Emmanuelle Abrioux, responsabile UNICEF per l’educazione in Ucraina, conferma che prima qui c’era un esteso network di insegnamento alla prima infanzia, “ora due terzi degli asili sono distrutti, “con un impatto a lungo termine che influisce sul contributo dei bambini alla comunità”.

Questa deliberata opera di rimozione viene da lontano. Non sono stati Putin o i sovietici a cominciare, ma gli zar durante gli anni dell’impero russo, emanando nel 1876 l’uzak di Ems, che vietava la lingua e la cultura ucraina e di fatto la storia ucraina. Come spiega Alexander Khrebet, reporter del Kyiv Independent, la russificazione avviene da 300 anni soprattutto nella parte orientale dell’Ucraina. Dopo l’occupazione di Donec'k nel 2014, “un milione di bambini tra i 6 e i 17 anni studia nelle scuole controllate dai russi nelle regioni di Luhansk, Donec’k e Zaporižžja, Cherson”, e ventimila sono stati deportati direttamente in Russia. In Crimea c’è stata una sorte di “progetto pilota”, i russi hanno cancellato le lezioni di storia e lingua ucraina, insegnano ai bambini a marciare e a sparare con armi vere. Inculcano insomma la loro versione della storia internazionale e russa. Come quella che Vladimir Putin infonde nei suoi saggi ed articoli o come quella illustrata nel nuovo libro di testo delle medie in Russia, redatto dall’ex ministro Vladimir Medinsky, quello del mito dell’occidente che “sta mentendo sulla Russia”. “Esattamente come il mio vecchio libro di testo sovietico”, ironizza Ondřej Soukup, redattore di The Czech Radio. L’Ucraina semplicemente non è presente nei libri russi degli ultimi 20 anni. È il problema è che i russi credono che gli ucraini siano russi”, sottolinea lo storico Georgiy Kasianov. E pare che ci creda anche il presidente Usa Donald Trump.

Con una regia accurata e lineare, che non trascura le testimonianze della gente comune e gli scenari del territorio devastato, e il montaggio bilanciato di Claudio Gusmini, War on Education ci racconta che quello che sta succedendo in Ucraina non è fatto solo di missili e carri armati. È piuttosto una guerra ibrida con un’azione lenta e continua di penetrazione e annientamento di una cultura e un pensiero critico e indipendente, che si concentra soprattutto sui giovanissimi. Con l’obiettivo di usare l’istruzione come uno strumento non solo di propaganda e costruzione dell’identità ma anche come forma di controllo. Un incubo orwelliano: se controlli la storia controllerai il futuro.

War on Education è prodotto da Euroclio - European Association of History Educators e In Media Res, in coproduzione con History Co:Lab.

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