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Recensione: Amichemai
- Maurizio Nichetti torna a dirigere un film per il grande schermo dopo 23 anni di assenza, e trova tutto molto cambiato

La dittatura di droni, green screen e content creator, ma anche laghi un tempo ghiacciati che ora non lo sono più, una minaccia ambientale incombente e un film da girare, nonostante tutto. Molte cose sono cambiate da quando Maurizio Nichetti girò il suo ultimo lungometraggio per il grande schermo (Honolulu Baby, nel 2001), ed è proprio sulla maniera di fare cinema oggi che il regista-attore-sceneggiatore milanese ironizza in Amichemai, la sua nuova commedia insolita e provocatoria (“una seconda opera prima”, parole sue) che ora, dopo l’anteprima lo scorso novembre al 42mo Torino Film Festival, esce in sala il 27 febbraio con Filmclub Distribuzione.
La premessa è metacinematografica: attraverso le stories di due giovani ed eccitatissime tiktoker (Gelsomina Pascucci e Pia Paoletti) ci ritroviamo alla conferenza stampa di annuncio del nuovo film di Maurizio Nichetti e poi direttamente sul set, dove le due ragazze documenteranno le riprese passo passo, con il loro smartphone. L’azione si sposta quindi sul film da girare, un road movie con protagoniste Angela Finocchiaro (già diretta da Nichetti in Ratataplan, Ho fatto splash e Volere volare) e l’attrice turca (feticcio di Ferzan Ozpetek) Serra Yilmaz. La prima (Anna) è una veterinaria, moglie e madre di famiglia affettuosa; la seconda (Aysé) è l’astuta badante del padre malato, Gino (Vittorio Grezzi). Quando quest’ultimo muore, le due donne (insieme alla figlia di Anna, interpretata da Astrid Casali) vengono convocate dal notaio per l’eredità. Anna teme il peggio, ovvero che in extremis Aysè abbia forzato Gino a modificare il testamento a suo favore, all’insaputa di tutti. Invece, con grande sorpresa, alla fedele badante con i capelli blu va soltanto il vecchio letto di Gino. Il problema ora è come portare il letto da Trieste in Turchia, dove Aysè intende tornare a vivere. Anna si vede quindi costretta a dare alla vecchia badante un passaggio col suo pick-up (l’importante è che la donna, per la quale Anna non ha mai nutrito grande simpatia, sparisca dalla sua vita), così le due intraprendono un lungo viaggio on the road attraverso i Balcani, in cui non mancheranno strani incontri e colpi di scena.
La coppia di nemiche giurate Finocchiaro-Yilmaz funziona molto bene sullo schermo e la sceneggiatura (scritta da Nichetti su soggetto anche di Finocchiaro) mette le due attrici in situazioni molto divertenti, anche surreali. Ogni tanto si esce dal film in lavorazione e ricompaiono le due content creator, che aggiornano i loro follower sull’andamento delle riprese, in mezzo a imprevisti e catastrofi imminenti. A lungo andare, questi inserti di metacinema si fanno più lunghi e didascalici, e la questione ambientale entra di prepotenza nello svolgimento delle riprese, giacché il lago ghiacciato dove andava girata la scena madre semplicemente non c’è più, si è sciolto e va quindi riprodotto in digitale. Seguono dettagli tecnici e telegiornali allarmanti, ma lo spettatore, in realtà, non vede l’ora di tornare alle due burbere protagoniste del film e vedere che ne sarà di loro…
Forse più facile da vedere che da spiegare, Amichemai è un film che sorprende, non omologato, che guarda ai mali del mondo (e del cinema) con un sorriso malinconico. Una commedia bizzarra, scombinata, che sprizza vitalità e che segna un degno ritorno sulle scene per Nichetti, un autore che ha ancora qualcosa da dire e a cui auguriamo di (ri)trovare il suo pubblico.
Amichemai è una coproduzione italo-slovena guidata da Paco Cinematografica e Lokafilm.
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