Recensione serie: L’arte della gioia
- Arriva su Sky l’avvincente miniserie diretta da Valeria Golino, che adatta lo scabroso libro postumo di Goliarda Sapienza su una giovane orfana disposta a tutto pur di essere felice

Una bambina scalza scappa da una casa in fiamme, di notte, da sola, alle pendici dell’Etna. Viene trovata il giorno dopo, senza sensi, sdraiata sull’erba. Non ha più nessuno, è povera, il suo destino è il convento. La piccola protagonista di L’arte della gioia, la miniserie diretta dall’attrice-regista Valeria Golino in arrivo su Sky il 28 febbraio (dopo la prima mondiale al 77mo Festival di Cannes e un breve passaggio in sala la scorsa estate), è travolgente sin dai primi istanti: mangia voracemente con le mani, corre nuda nel chiostro inseguita dalle suore, si attacca con veemenza alla gonna della madre superiora. Si chiama Modesta, ha nove anni, parla solo in dialetto siciliano e ha un’incontenibile smania di conoscere il mondo.
Tratta dal libro postumo di Goliarda Sapienza, la serie adatta in sei episodi la prima parte (di quattro) di quel romanzo fiume scritto dalla attrice-scrittrice catanese negli anni Settanta del secolo scorso e rimasto inedito fino ai primi del Duemila perché considerato scabroso. L’azione si svolge agli inizi del Novecento e presto vediamo la piccola “diavola affamata” (Viviana Mocciaro) trasformarsi in una giovane donna arguta e vibrante (Tecla Insolia, incantevole). Proprio grazie alla sua vivace intelligenza, Modesta gode delle grazie della madre superiora, Leonora (Jasmine Trinca), con cui ha un rapporto speciale ed esclusivo. Una tenera amicizia che a un certo punto sembra sfociare in qualcosa di più sensuale e proibito, e che non porterà a nulla di buono.
Modesta viene quindi mandata via dal convento (“tu non appartieni alla casa di Dio, il tuo futuro è nel mondo”) e spedita in una dimora aristocratica in mezzo alla campagna che, dopo poco, scopre essere la casa dove era nata e cresciuta Leonora prima di prendere i voti, e dove viene accolta dalla madre di quest’ultima, l’altezzosa principessa Gaia (Valeria Bruni Tedeschi, irresistibile), e dalla fragile sorella minore Beatrice (Alma Noce), detta “cavallina” perché claudicante. Catapultata in mezzo a questa famiglia che custodisce segreti inconfessabili (in questo ha un ruolo anche Carmine, l’uomo che gestisce le terre della principessa, incarnato da Guido Caprino), Modesta saprà farsi strada per ottenere ciò che vuole, ossia la propria quota di piacere e di felicità, superando ogni volta il limite del lecito.
“Ho sempre rubato la mia parte di gioia, a tutto e a tutti”, chiarisce la protagonista narrando la sua storia. Ribelle, sensuale, manipolatrice, Modesta ha la ferocia dei sopravvissuti (numerosi flashback ci mostrano i traumi della sua infanzia) ed è sessualmente libera, quasi sfrenata. Non ha alcuna moralità, fa cose anche atroci, eppure non si può non stare dalla sua parte in questa storia di coraggio e autodeterminazione femminile. Cast, scenografie, costumi, musiche sono tutti ben intonati con una sceneggiatura densa, senza tempi morti, e con una regia sicura che sa guardare a ogni personaggio, anche il più controverso, con umanità. Per un singolare incrocio di destini, sarà proprio Valeria Golino a interpretare Goliarda Sapienza in Fuori [+leggi anche:
trailer
scheda film], el prossimo film di Mario Martone.
L’arte della gioia è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film. La produzione della seconda stagione è ancora in fase di valutazione. Le vendite estere sono a cura di NBCUniversal Global Distribution (Stati Uniti).
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