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SXSW 2025

Recensione: Glorious Summer

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- Il film di Helena Ganjalyan e Bartosz Szpak è una riflessione a tratti confusa sul libero arbitrio, visto attraverso la lente di tre donne che vivono una vita vuota in una gabbia dorata

Recensione: Glorious Summer
sx-dx: Daniela Komędera, Helena Ganjalyan e Magdalena Fejdasz-Hanczewska in Glorious Summer

In Glorious Summer di Helena Ganjalyan e Bartosz Szpak, presentato al concorso Narrative Feature Competition del SXSW di Austin, tre giovani donne vivono in un elegante palazzo senza tempo, dove sono protette dai dolori del mondo e tenute in una sorta di loop in cui, in più lingue, continuano a ripetersi mantra positivi. Il film trascorre la maggior parte dei suoi 88 minuti di durata in questo stato onirico, accennando solo al potenziale mondo esterno, che entra in scena prevalentemente verso la fine della storia.

Le domande che sorgono durante la visione del film sono profonde, etiche e praticamente senza risposta. La sicurezza è meglio della libertà? L'ignoranza è meglio di una verità dolorosa? Questi conflitti umani interni sono interessanti, ma il modo in cui il film presenta i dilemmi non è sufficientemente audace, stimolante o originale. Il concetto di un gruppo di persone lontane dalla società, protette dai pericoli del mondo, non è nemmeno particolarmente nuovo, avendo riempito migliaia di pagine di libri, oltre a essere stato oggetto di film e opere teatrali. Un esempio relativamente recente è il famoso romanzo di Kazuo Ishiguro Non lasciarmi, il cui adattamento cinematografico è stato diretto da Mark Romanek.

Come conferma il regista, il film è chiaramente influenzato da Yorgos Lanthimos e Ari Aster, sia nel look che nella costruzione dei personaggi. Nonostante la sensazione di guardare qualcosa di già visto – non solo dal punto di vista visivo, ma anche, come già detto, per quanto riguarda il tema trattato – l'impostazione di Glorious Summer riesce comunque a risultare originale nel suo aspetto complessivo. È interessante notare come un pubblico composto da cinefili possa essere incuriosito o disturbato da questa sensazione di strana familiarità, e che questo aspetto potrebbe rappresentare un'arma a doppio taglio.

Girato in 16 mm, il film attira lo spettatore nelle sue strane routine e nei suoi rituali, facendolo sentire allo stesso tempo un intruso o un voyeur, che spia segretamente qualcosa che non può essere afferrato appieno. La splendida fotografia di Tomasz Woźniczka e la dettagliata scenografia di Katarzyna Tomczyk conferiscono alla storia una consistenza sensuale, che probabilmente costituisce l'elemento più efficace del film. L'attenzione ai dettagli è senza dubbio squisita.

Anche la co-regista Helena Ganjalyan recita, insieme a Magdalena Fejdasz-Hanczewska, Daniela Komędera e Weronika Humaj. Il risultato complessivo del lavoro del cast è coeso e aiuta una sceneggiatura confusa e a volte debole a trovare la sua voce. La regia è stata chiaramente un elemento chiave per ottenere il miglior risultato possibile, anche con una storia che necessitava di qualche messa a punto qua e là. Ciononostante, il film trasuda ancora un senso di imperfezione e incompletezza, derivante dalla mancanza di un controllo totale su ogni aspetto. In questo caso, il principale difetto è l'incapacità di costruire uno sfondo solido per il mondo in cui si svolge questa fiaba distorta.

Glorious Summer è prodotto dalla polacca Rozbrat Films ed è co-finanziato dal Polish Film Institute. Alief detiene i diritti internazionali.

(Tradotto dall'inglese)

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