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SÉRIES MANIA 2025

Recensione serie: The Danish Woman

di 

- Nella serie di Benedikt Erlingsson, la fantastica Trine Dyrholm è una vicina infernale o un angelo della giustizia, a seconda di come la si pensi sui gatti

Recensione serie: The Danish Woman
Trine Dyrholm in The Danish Woman

Non c'è niente di così soddisfacente come vedere qualcuno che si batte per i propri diritti, rifiutando categoricamente di accettare qualsiasi tipo di offesa. Forse perché la maggior parte di noi non lo fa, scegliamo di “prendere la strada maestra” quando ci mancano di rispetto, rifiutiamo di “abbassarsi al livello di qualcuno”, ma questo ci lascia comunque con una sensazione di sconfitta. Cercare di ignorare il cattivo comportamento di qualcuno non funziona mai. Ecco perché è così divertente guardare Yellowstone, ad esempio, con i suoi personaggi irascibili che non perdono tempo a rompere una bottiglia in testa a qualcuno. Ecco perché è così divertente guardare The Danish Woman [+leggi anche:
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, di Benedikt Erlingsson, presentato a Series Mania.

Non stiamo dicendo che questo tipo di reazioni siano salutari, ma c'è qualcosa che ci tocca così da vicino in questa serie, anche se la storia è un po' folle. Una donna si ritira dai servizi segreti danesi e si trasferisce in Islanda, ma non riesce a liberarsi delle sue vecchie abitudini. Ditte Jensen (Trine Dyrholm, la “Meryl Streep nordica” ) vuole vivere una vita tranquilla, per davvero. Ma ben presto inizia a terrorizzare i suoi vicini, a volte solo perché sono davvero fastidiosi.

Ditte è esagerata. Insiste sul fatto che tutti debbano parlare un danese perfetto: “Una volta eravate danesi”, dice agli islandesi, ma non è così che si fa amicizia. È moralista e violenta. Un adorato animale domestico incontra una morte prematura per mano sua, solo che questa “Karen” (termine peggiorativo usato negli Stati Uniti per descrivere una donna esigente più del necessario, ndt) europea borbotta: “E tu pensavi di cagare nel mio giardino”. Non ha sempre ragione. Ma certe volte si.

C’è un colpo di scena divertente: per ogni attacco aggressivo a un vicino di casa rumoroso che si rifiuta di abbassare la musica - ancora una volta, è un'esperienza che potremmo conoscere - lei è lì ad aiutare. Una madre single sopraffatta, il cui figlio si è trasformato in un adolescente terrificante; una ragazza adolescente, il cui ex si rifiuta di cancellare le foto compromettenti che la ritraggono nuda... I metodi di Ditte per rimediare a tutti i torti non sono kosher, sono certamente condannabili. Ma ogni tanto ci si ritrova a pensare: “Sì, ma non sarebbe bello?”. Umiliare un prepotente o dare una lezione a un maleducato? È un dilemma morale, ma non c'è da preoccuparsi: a prescindere dai vostri interrogativi personali, Ditte ha già pensato a tutto.

Questo angelo vendicatore con un cappello a forma di secchio  ha tanto  tempo e non riesce proprio a lasciar correre. “Hai scoreggiato in faccia a tuo figlio”, dice a un uomo che stava lavando la sua auto con sostanze chimiche nocive. È divertente, circondata com’è da compagni altrettanto bizzarri e persino dalla Halldóra Geirharðsdóttir di Woman at War [+leggi anche:
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, dello stesso Erlingsson, che anche in quel film usava metodi piuttosto insoliti per far valere le sue ragioni. È chiaro che gli piacciono le guerriere complicate. Qui Geirharðsdóttir è una sprovveduta alcolizzata che dichiara a un rifugiato libico scampato alla guerra: “Ho lavorato in teatro. C'erano anche tanti conflitti”.

La stranezza - e il senso di anarchia che rende questa serie così fresca - è anche durante i titoli di testa e di coda, con la Dyrholm che balla e canta, dimostrando che il suo passato musicale che l'ha quasi portata all'Eurovision non è stato solo un caso. Speriamo che a Ditte sia concesso di continuare a ballare ancora a lungo, fino alla prossima stagione, affrontando prima un'ignara Reykjavík e poi il resto di questo mondo irritante. Se la sono meritata.

Creata e diretta da Benedikt Erlingsson, The Danish Woman è scritta da Erlingsson con Ólafur Egill Egilsson. È prodotta da Slot Machine, Gullslottid e Zik Zak filmworks, e venduta da The Party Film Sales.

(Tradotto dall'inglese)

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