Recensione serie: The Deal
- Jean-Stéphane Bron crea un thriller diplomatico emozionante e tagliente ambientato dietro le quinte silenziose e tumultuose di un summit internazionale sull'energia nucleare iraniana

“Non è un negoziato basato sulla fiducia. Bisogna essere spietati!”. Conoscevamo già il dono del documentarista svizzero Jean-Stéphane Bron di saltare dall'altra parte dello specchio, di esplorare luoghi invisibili al grande pubblico dove si fanno leggi (Mais im Bundeshuus: Le Génie helvétique) o spettacoli (L’Opéra [+leggi anche:
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intervista: Jean-Stéphane Bron
scheda film]). Questa volta, però, il regista trasferisce sapientemente la sua predilezione per la dissezione delle manovre nell'ombra e l'individuazione delle loro sfumature più sottili al mondo delle serie di finzione, con la sua prima incursione in questa particolare arena (co-creata con la non meno talentuosa Alice Winocour), The Deal, che ha visto due dei suoi sei episodi presentati nel concorso internazionale del Festival Séries Mania.
“Hanno vinto una battaglia, non la guerra”, "mi stai proteggendo o mi stai spiando", "non si tratta di tradire le persone, ma di informarle". Lo scenario di questa storia, che segue le tracce di Alexandra Weiss (la belga Veerle Baetens), addetta al protocollo del padrone di casa svizzero per l'ultimo round di negoziati cruciali sul programma nucleare iraniano, è un palazzo ginevrino invaso, nella primavera del 2015, da un'effervescenza di sussurri, conversazioni segrete in “backchannel”, strategie, sospetti su trappole, linee sicure e un'atmosfera in cui tutti spiano gli altri, tutti si soppesano a vicenda e tutti mettono in dubbio le intenzioni degli altri.
La storia, che si svolge nell'arco di due giorni per ogni episodio, coinvolge abilmente diversi uomini e donne protagonisti, assolutamente credibili e brillantemente caratterizzati (ognuno con le proprie missioni, ambizioni e problemi personali): il sottosegretario americano Cindy Cohen (Juliet Stevenson), il connazionale Andrew Porter (Sam Crane), che rappresenta il Tesoro ed è più incline alle sanzioni che alla risoluzione del conflitto, il ministro iraniano riformista Mohsen Mahdavi (Anthony Azizi), la sua inquietante guardia carceraria Ali Katibi (Alexander Behrang Keshtkar), incaricata dai Guardiani della Rivoluzione di garantire che i negoziati seguano una linea molto rigida, e la delegata dell'Unione europea Margaret Davies (Fenella Woolgar). Se a questo cocktail cosmopolita si aggiungono il cittadino russo Markov, il cinese Zou, l'occhio vigile della stampa, dei servizi segreti, di lobbisti invadenti e di scienziati (tra cui Payam Sanjabi – Arash Marandi – che per l'occasione è stato rilasciato dal carcere in cui è marcito negli ultimi tre anni, per sostituire un collega ucciso dal Mossad e che evidentemente conosce Alexandra a livello intimo), ci sono tutti gli ingredienti per una serie intelligente e accattivante, con ottime interpretazioni e un ritmo perfetto per quanto riguarda l'arco emotivo e la splendida osservazione a porte chiuse degli usi e costumi altamente codificati (per non parlare del raffinato decoro) di questa tribù di diplomatici che giocano una partita a scacchi con ramificazioni globali.
The Deal è prodotto dalla società svizzera Bande à Part Films e dalle società francesi Les Films Pelléas e Gaumont Télévision (che guida le vendite internazionali), ed è coprodotto da Arte France, Bidibul Production (Lussemburgo), RTS (Svizzera), Versus Production (Belgio) e da Inver Tax Shelter (Belgio).
(Tradotto dal francese)
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