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BIF&ST 2025

Recensione: Una figlia

di 

- Cosa faresti se tuo figlio commettesse un crimine? Ivano De Matteo torna a esplorare nel suo nuovo dramma situazioni familiari estreme, concentrandosi stavolta sul percorso di riparazione

Recensione: Una figlia
Stefano Accorsi e Ginevra Francesconi in Una figlia

Non è la prima volta che Ivano De Matteo si chiede, e ci chiede, che cosa faremmo se nostro figlio commettesse un crimine. I nostri ragazzi [+leggi anche:
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, poco più di dieci anni fa, parlava proprio di questo. Ma se sulla carta il nuovo film del regista romano potrebbe far presagire (e temere) un déjà vu, c’è da dire che il tema è talmente complesso e può essere declinato in così tanti modi che basta spostare il punto di vista e non mancheranno nuovi spunti di riflessione. In Una figlia [+leggi anche:
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, suo ottavo lungometraggio di finzione presentato in anteprima al 16mo Bif&st di Bari nella sezione Rosso di Sera, un’adolescente compie un atto terribile, di quelli da cui non si torna indietro. Un gesto d’impeto, un attimo sbagliato in grado di cambiare la sua vita, e quella di chi le sta intorno, per sempre. Come superare, e riparare, un dramma del genere? Come può un padre, nonostante tutto l’amore e la comprensione, continuare a guardare sua figlia negli occhi e non vedere in lei un mostro?

Liberamente ispirato al romanzo Qualunque cosa accada di Ciro Noja, Una figlia si apre sulla quotidianità di Pietro (Stefano Accorsi), un padre vedovo, Sofia (Ginevra Francesconi), una figlia che di notte ha gli incubi, e Chiara (Thony) la nuova compagna del padre, che si è da poco trasferita a vivere con loro. Quest’ultima cerca in tutti i modi di entrare nelle grazie dell’adolescente Sofia, insiste per passare del tempo insieme, la chiama di continuo “amore”, ma la ragazza proprio non la sopporta, oltre ad essere convinta che Chiara sia una manipolatrice e si sia infiltrata nelle loro vite con un secondo fine. Pietro cerca come può di rasserenare le acque, ma una sera, quando torna dal lavoro, è accaduto l’impensabile. Pietro è stordito, Sofia ha confessato. Per lei si aprono le porte del carcere minorile, per lui un abisso di sentimenti contrastanti che lo porteranno a rinnegare per lungo tempo quella figlia che non sente più sua.

La vita in carcere, la disperazione, gli atti di bullismo, Sofia vive tutto ciò come paralizzata dal dolore per ciò che ha commesso, consapevole che suo padre ha tutte le ragioni per rifiutarsi di andare a trovarla. Lo spettatore entra in carcere con lei, ne segue le dinamiche, ascolta i rumori implacabili dei colpi dati alle sbarre, le porte che si chiudono con le doppie mandate. La 21enne Ginevra Francesconi (già ammirata in Regina [+leggi anche:
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, fra gli altri) porta sulle sue piccole spalle quasi tutto il peso del film, incarnando con precisione e naturalezza le varie fasi e stati d’animo di un percorso di riparazione, di ricostruzione di sé dagli esiti tutt’altro che scontati. “Un figlio deve smettere prima o poi di essere un figlio, ma un genitore non può smettere di essere un genitore, qualunque cosa accada”, recita Accorsi. E in questo film in cui De Matteo conferma il suo impegno a scuotere lo spettatore e a raccontare, affiancato dalla sua fedele co-sceneggiatrice Valentina Furlan, le storie che preferiresti non ascoltare, è la figlia a prendere la decisione più dura ma necessaria. Nel cast, lo ricordiamo, anche Michela Cescon nei panni dell’empatica avvocata che difende Sofia.

Una figlia è prodotto da Rodeo Drive con Rai Cinema. Dopo la prima al Bif&st, dove due anni fa De Matteo presentò anche il suo lavoro precedente, Mia [+leggi anche:
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, il film uscirà nelle sale italiane il 24 aprile con 01 Distribution.

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