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BOLZANO 2025

Minoranze, lingue e conflitti al 38mo Bolzano Film Festival Bozen

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- La rassegna del capoluogo altoatesino apre il 4 aprile con Little Trouble Girls di Urška Djukić e omaggia Alba Rohrwacher e Christian Petzold

Minoranze, lingue e conflitti al 38mo Bolzano Film Festival Bozen
Little Trouble Girls di Urška Djukić

La 38ma edizione del Bolzano Film Festival Bozen (BFFB) prenderà il via venerdì 4 aprile con la prima italiana del lungometraggio d’esordio della regista slovena Urška Djukić Little Trouble Girls [+leggi anche:
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, vincitore del premio FIPRESCI nella sezione Perspectives all’ultimo Festival di Berlino (in Italia sarà distribuito da Tucker Film). Quest’anno il premio alla carriera assegnato dall’evento cinematografico del capoluogo altoatesino andrà ad Alba Rohrwacher, attrice tra le più versatili e apprezzate del cinema europeo, e a Christian Petzold, regista tedesco tra i più innovativi.

“Il BFFB deve essere considerato un organismo in continua evoluzione”, dichiara Vincenzo Bugno, direttore artistico del festival dal 2023, “[...] che appartiene al tessuto culturale della città e della regione. Al tempo stesso, si inserisce in un più ampio ecosistema cinematografico, attento alle idee, alle dinamiche e alle esigenze dell'industria”.

Minoranze, lingue, conflitti si rispecchiano nel Concorso, aperto a documentari e finzione. Sei le opere prime di una selezione di 13 film in concorso, con una prima mondiale, My Boyfriend El Fascista di Matthias Lintner che, sullo sfondo delle Alpi, racconta la complessa relazione tra Matthias, un regista di sinistra, e Sadiel, un attivista cubano disilluso dal comunismo, il cui spostamento verso ideologie di destra mette alla prova il loro legame e i loro ideali. April [+leggi anche:
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di Dea Kulumbegashvili (premio speciale della giuria a Venezia 2024, e recentemente vincitore a Vilnius), riporta invece lo sguardo sulla Georgia. La ricerca identitaria è il filo conduttore in Viet and Nam [+leggi anche:
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di Giovanni Columbu riporta la lingua sarda sul grande schermo. Come la notte [+leggi anche:
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di Liryc Dela Cruz (Perspectives, Berlinale 2025) ci racconta in lingua tagala e in bianco e nero le eredità del colonialismo. The Settlement [+leggi anche:
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di Mohamed Rashad (Perspectives, Berlinale 2025) esplora le realtà del lavoro minorile ad Alessandria. Riefenstahl [+leggi anche:
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di Stefan Djordjevic (Concorso Tiger, IFFR 2025) racconta il legame eterno tra madre e figlio mentre Moon [+leggi anche:
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di Kurdwin Ayub (Premio speciale della giuria e Label Europa Cinemas a Locarno 2024) mette in luce le limitazioni mentali e sociali imposte alle donne tra Europa e Medio Oriente. Yunan [+leggi anche:
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di Ameer Fakher Eldin (in concorso alla Berlinale 2025) intreccia le realtà arabe e tedesche; Peacock [+leggi anche:
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(Settimana Internazionale della Critica di Venezia 2024) è la tragicommedia di Bernhard Wenger che ci racconta il delicato equilibrio tra adattamento e ricerca di sé.

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, esordio di Carmen Trocker sui lavoratori migranti di un hotel a 4 stelle nelle Dolomiti italiane; Our Time Will Come [+leggi anche:
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(anche selezionato nel Panorama della Berlinale di quest’anno) di Juanjo Pereira racconta 37 anni di dittatura in Paraguay. Imperdibile, infine, la proiezione integrale della trilogia Sex, Love, Dreams di Dag Johan Haugerud, recentemente premiato con l’Orso d’Oro alla Berlinale per Dreams [+leggi anche:
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