Recensione: Soldiers of Light
- Il duo di registi tedeschi formato da Julian Vogel e Johannes Büttner osserva con estrema precisione le dinamiche di un business oscuro e molto lucrativo

Per il loro documentario Soldiers of Light, realizzato in binomio e presentato in prima mondiale nel Concorso internazionale lungometraggi di Visions du réel, i registi tedeschi Julian Vogel e Johannes Büttner catturano il mondo distopico delle ideologie di estrema destra incarnate dall’inquietante David aka Mister Raw. Compagno di scuola di Julian Vogel con cui condivide un background simile che l’ha però portato su una strada molto diversa, quest’ultimo si lascia filmare trasportato da convinzioni così forti da sfidare qualsiasi buonsenso. David può essere considerato come uno dei leader più influenti della scena dei cosiddetti “guaritori” legata alle ideologie di estrema destra che fa furore sulle reti sociali, Tik Tok in primis. Sorta di guru vegano convinto di poter curare patologie complessissime come la schizofrenia o i tumori a colpi di complementi alimentari e digiuno, Mister Raw incarna tutti i paradossi. Miscela esplosiva e perlomeno inquietante di discorsi pseudo hippy, una fame esplicita di arricchirsi che esalta un chiaro pensiero neoliberale e credenze proprie all’estrema destra, il protagonista del film ci accompagna negli abissi di un mondo oscuro, minaccioso e sempre più vorace.
Sebbene Julian Vogel e Johannes Büttner non nascondano la paura risentita all’idea di dare, con il loro film, visibilità ad un mondo spaventoso che scadrebbe quasi nell’assurdo se non fosse così pericolosamente reale, la precisione e la costanza con la quale lo osservano per meglio decorticarlo, rende il loro lavoro indispensabile. La vicinanza fra Vogel e David, il fatto di essere cresciuti in un contesto simile, ha permesso al primo di filmare senza filtri la famiglia Raw, i suoi componenti, le dinamiche di gruppo che la animano, così come le inuguaglianze che sostengono. Se da un lato David sembra incarnare il ruolo del messia caritatevole e completamente devoto alle sue “pecorelle smarrite” nell’inferno dei carnivori e delle libertà democratiche, dall’altro il suo ruolo principale di businessman alla testa di una ditta molto, molto lucrativa che vive di discorsi maestosi riversati su YouTube, Instagram e Tik Tok, lo spinge a sfruttare senza vergogna chiunque abbia sotto mano.
A farne direttamente le spese è Timo che soffre di problemi psichici e che è convinto di potersi liberare dalle “forze oscure” purificando mente e corpo attraverso un rigorosissimo digiuno e misteriose miscele vegetali. Sebbene tutti i personaggi presenti nel film, David in primis, siano filmati in modo molto semplice e diretto, quasi geometrico, che contrasta con l’iper dinamismo e i fiumi di parole che contraddistinguono i video postati dai protagonisti sui loro canali, il viso inespressivo ed emaciato di Timo sembra rompere questo schema diventando il vero e proprio protagonista della storia. La sua inespressività e il suo corpo fragile sottoposto a lunghe ore di lavoro non remunerato sembrano infatti attirare tutta l’attenzione malgrado la discrezione della sua presenza. Soldiers of Light è una vera e propria istantanea di un mondo inquietante che i registi, come loro stessi lo dicono chiaramente, vogliono documentare senza prestarsi però al gioco del dibattito (sempre che una discussione sia ancora possibile) con persone con le quali, evidentemente, non condividono le idee. Le immagini che ci regalano ci permettono di esplorare nuove forme di violenza, non quella eclatante ed esplicita, ma quella più sottile che si espande in rete e ammalia coloro che muoiono dal bisogno di trovare risposte immediate a quel caos che si chiama vita.
Soldiers of Light è prodotto da Wood Water Films e patatino.
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