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VISIONS DU RÉEL 2025

Recensione: Niñxs

di 

- Kani Lapuerta ci propone di osservare da vicino, con grande rispetto e tenerezza, il quotidiano di un’adolescente trans che vuole imporre le proprie regole

Recensione: Niñxs

Niñxs, del documentarista, educatore sociale e attivista transfemminista Kani Lapuerta, presentato in prima mondiale a Visions du Réel nel Concorso internazionale lungometraggi, è un viaggio catartico di otto anni nella vita di Karla, una ragazza trans che ha scelto di lottare contro l’ignoranza e la violenza di una società che non capisce e rifiuta la differenza, una società basata su privilegi ai quali solo un corpo cis, etero, bianco e valido può ambire. Grazie a Niñxs, Kani Lapuerta impone la sua narrazione, la sua verità, ridando a Karla la dignità e il rispetto che merita. Con coraggio, empatia e una sana dose di umorismo, il regista abbraccia cinematograficamente la sua protagonista regalandole il ruolo della sua vita.

Ai piedi del Tepozteco, una collina sacra dedicata ai venti e alla fertilità, si trova la piccola città di Tepoztlán. È proprio in questo luogo mistico immerso nella natura ma tagliato fuori dal mondo che cresce Karla, una quindicenne che sta vivendo delle trasformazioni rivoluzionarie. La protagonista di Niñxs sta infatti attraversando le varie fasi della sua transizione, un processo al contempo destabilizzante ed emancipatore che le regalerà la libertà che ha sempre sognato senza però credere di poterla un giorno raggiungere. Kani la segue da vicino durante otto anni permettendole di scrivere un diario in immagini nel quale lei è la sola protagonista, una (anti) diva che si ribella contro qualsiasi forma di discriminazione. Con Niñxs, il regista e Karla firmano simbolicamente un contratto non solo cinematografico ma anche militante e politico. Grazie allo sguardo incisivo e poetico di Kani, il cinema si trasforma in atto di ribellione contro una società patriarcale che riflette esclusivamente in modo binario.

Niñxs è un film collettivo, incredibilmente divertente e luminoso, che ritrae con coraggio e tenerezza un’adolescenza trans in un ambiente rurale. Sì, perché Karla, malgrado sogni con le sue amiche un futuro fatto di paillettes, militantismo e libertà, cresce in una società molto conservatrice, quella di un villaggio scelto da molti “hippies” come rifugio e oasi dove vivere una vita alternativa. Malgrado le limitazioni che ogni villaggio racchiude in sé, Karla è comunque riuscita a crearsi la sua comunità composta da giovani che, come lei, mettono in questione e decostruiscono gli stereotipi di genere. Sorta di milizia lgbtiq+ che alle armi preferisce affilate rivendicazioni arcobaleno, Karla e le sue queenx si presentano al mondo in tutta la loro luminosa e liberatoria diversità. Ad accompagnare la protagonista in questo percorso vitale, ci pensano i suoi genitori anticonformisti, una coppia di ex punk (come li definisce lei stessa) che la riempiono di amore e accettazione. Toccante e potente è la scena in cui Karla e la madre sono filmate mentre, sedute su due altalene, parlano di cosa significhi veramente essere una “donna”. Con grande giustezza e tenerezza, la mamma dialoga con sua figlia in un moto di solidarietà nella differenza, entrambe “donne” diverse che sfatano e abbattono gli stereotipi legati ad una femminilità dal sapore pericolosamente essenzialista. Karla afferma con forza la sua identità di donna trans, lottando contro un binarismo di genere che la esclude perché non conforme, diversa, troppo rivoluzionaria per la società nella quale vive.

Col passare del tempo, il corpo di Karla diventa politico, si trasforma in manifesto di una dissidenza vissuta con luminoso orgoglio. La sua non è solo una trasformazione fisica ma anche e soprattutto un atto di ribellione contro il binarismo di genere, contro l’eterosessualità come unico modello di un desiderio che deve sempre essere etichettato e canalizzato. La protagonista di Niñxs ritrova nella comunità lgbtiq+ il sostegno che le mancava, un’alleanza di corpi dissidenti che lottano per una libertà troppo a lungo negata.

Grazie al suo film, Kani dipinge un ritratto diverso della trans identità, non più marcato esclusivamente dalla violenza (anche se questa è tristemente innegabile) e dal rigetto ma anche dalla gioia e dall’accettazione all’interno di comunità che vogliono vivere secondo le loro regole.

Niñxs è prodotto da La Sandía Digital Produccion Audiovisual S.A de C.V (Messico), in coproduzione con MartFilms (Messico) e Sparrows on Rooftops (Germania).

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