PRODUZIONE / FINANZIAMENTI Italia / Regno Unito
A Roma al via le riprese di A Year in London
- Nella coproduzione italo-britannica diretta da Flaminia Graziadei, Melanie Liburd e Nina Pons interpretano due fashion designer protagoniste di una intensa storia d’amore

Sono iniziate a Roma le riprese di A Year in London di Flaminia Graziadei, alla sua opera seconda dopo l’esordio nel 2001 con il film d’animazione Momo alla conquista del tempo, in co-regia con Enzo D'Alò. Graziadei ha inoltre al suo attivo una serie di cortometraggi, spot pubblicitari, serie televisive e serie web sia come produttrice che regista.
Le riprese del film, prodotto da Orange Pictures e Rain Dogs per l'Italia e la LonRom Film Production di Graziadei per il Regno Unito, con il contributo del Ministero della Cultura, avranno una durata di quattro settimane e si svolgeranno tra Londra e Roma, per terminare in Basilicata.
A Year in London racconta la storia d'amore fra una fashion designer londinese di successo e una talentuosa italiana, interpretate rispettivamente dall’attrice britannica Melanie Liburd e l’italiana Nina Pons. Liburd è nota per la partecipazione alla serie NBC This Is Us (2018-2021), del crime drama Starz Power Book II: Ghost e più di recente la serie HBO The Idol, mentre sul grande schermo era tra i protagonisti dell’horror femminista Perpetrator [+leggi anche:
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scheda film], selezionato alla Berlinale 2023 nella sezione Panorama, e l’anno scorso era nel cast dell’action thriller Bad Boys: Ride or Die, quarto capitolo del franchise. Nina Pons ha esordito nella serie Netflix di grande successo Baby, che trattava il difficile tema della prostituzione minorile, e sul grande schermo l’anno dopo in Bangla [+leggi anche:
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scheda film], per poi farsi notare come protagonista di E buonanotte [+leggi anche:
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scheda film], e prossimamente, è nel cast di Romeo & Juliet – 2K23, in postproduzione, esordio di Sun Lingyi e Alessio Hong.
Scritto dalla regista con Laura Jane Swain, A Year in London affronta temi quali l'inclusività, la sostenibilità e il gender fluid dei disegnatori emergenti della Fashion revolution. Mettendo in luce il contrasto tra la cultura dell'Italia del sud e la Londra progressista. Olivia è appunto una giovane fashion designer di una piccola cittadina del sud Italia, fidanzata e legata alle tradizioni dell’azienda sartoriale di famiglia. Si trasferisce a Londra per un anno a studiare in una prominente Università di Moda. Il suo obiettivo è quello di affinare la tecnica acquisita seguendo gli insegnamenti del padre, sarto con tre generazioni di tradizione: ma questa esperienza si rivelerà sconvolgente portandola ad un cambiamento di vita radicale. Olivia rimane folgorata dal carisma della sua mentore, la famosa fashion designer Nina Clark, nera e gay dichiarata, ritrovandosi in un vortice di sentimenti sconosciuti. Una sera Olivia e Nina, trovandosi al momento sbagliato nel posto sbagliato, vengono coinvolte in un attacco terroristico. L’esperienza vicina alla morte condivisa contribuisce a creare fra loro un rapporto privilegiato. Nina, normalmente distaccata, riluttante ai legami e con un’etica ferrea quando si tratta di stabilire limiti nei rapporti con gli studenti, è intrigata dalla fresca spontaneità dell’approccio di Olivia e dalla sua visione sulla sostenibilità e sul gender fluid nella moda. L’impegno che condividono per rendere l’industria del Fashion più inclusiva delle diversità e sostenibile, diventa il terreno sul quale i loro reciproci sentimenti si fanno più profondi. Ma Nina è irremovibile nel mantenere i confini del loro rapporto entro i limiti etici fra mentore e studente, almeno così sembra.
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