Recensione: San Damiano
- Il documentario crudo e viscerale di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes dà un nome e una storia agli invisibili che popolano la stazione Termini a Roma, osservandoli dall’interno

Per chi, come la sottoscritta, ha abitato per anni a ridosso delle Mura Aureliane, nel quartiere San Lorenzo a Roma e a pochi passi dalla principale stazione ferroviaria della città, la visione di San Damiano [+leggi anche:
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scheda film] dei documentaristi Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes ha il sapore di qualcosa di familiare e allo stesso tempo rivelatore: ecco chi abitava su quella torre, ecco chi era quella donna che chiedeva l’elemosina al semaforo… Restituire un nome e un’identità ai senzatetto che gravitano attorno alla stazione Termini è esattamente ciò che fa il documentario di Sassoli e Cifuentes, che, dopo la sua première in Proiezione speciale alla 19ma Festa del Cinema di Roma, è ora in tour nelle sale italiane (le prossime tappe, dal 2 al 16 maggio, saranno a Roma e in Veneto, Emilia-Romagna, Umbria e Marche - per tutti gli aggiornamenti su date, sale e città, leggi qui, qui o qui).
San Damiano, che estende un loro cortometraggio del 2023 premiato al festival Visioni Italiane della Cineteca di Bologna, è il frutto dell’immersione dei due registi nella realtà dei clochard della capitale per un periodo di due anni, prima come volontari della Comunità di Sant’Egidio, distribuendo pasti ai bisognosi, poi per le riprese sul campo, vivendo e dormendo per strada insieme a loro. La vicinanza e la fiducia che i due devono essersi pian piano conquistati è evidente (“All’inizio, alcune bottiglie sono volate nella nostra direzione”, raccontano, ma “con il tempo, questi gesti ostili si sono trasformati in abbracci calorosi”). Davanti alla loro telecamera, Christopher, Sofia, Alessio, Felice, Dorota (questi i nomi di alcuni di loro che compaiono sullo schermo) sono assolutamente senza filtri, e in alcuni momenti la visione può diventare molto dura: lungi dal voler edulcorare le cose, il film non risparmia immagini violente e dettagli degradanti di una vita ai margini, dove tutto avviene per strada e alla luce del sole (droga, sesso, bisogni corporali), in mezzo a migliaia di viaggiatori che ogni giorno calpestano quei marciapiedi trascinando i loro trolley, tra indifferenza, paura e disgusto.
Tra tutti loro, spicca il polacco Damian, 35 anni, fuggito da un ospedale psichiatrico di Wroclaw e giunto a Roma con pochi soldi in tasca e il sogno di fare il rapper. È dall’incontro con lui, in realtà, che nasce il film, un incontro fortuito avvenuto in stazione mentre i due registi erano impegnati nelle ricerche per un altro progetto. Con la sua esuberanza, Damian ha catturato subito la loro attenzione. Ma che nessuno lo chiami “barbone”: lui non dorme per terra come gli altri, bensì in cima a una torre, lì sulle antiche Mura Aureliane, dove torna ogni sera arrampicandosi su un ponteggio e da cui domina visivamente tutto il quartiere. Ha progetti per il futuro, tiene molto all’igiene personale e fa coppia fissa con la clochard Sofia (“Mi ha chiesto di vivere con lui sulla torre, come una principessa”, racconta lei). Ma San Damiano è tutt’altro che una favola: assistiamo a liti feroci, a botte, a facce insanguinate; l’equilibrio mentale di Damian vacilla e quest’uomo, che nella vita non sa “se essere un dio o un diavolo”, finisce per buttare tutto all’aria.
San Damiano è stato premiato di recente a Lo Spiraglio Film Festival della Salute Mentale di Roma “per la potenza della sua narrazione, che affronta con profondità i temi della migrazione, del trauma e della violenza vissuti dai protagonisti” ritraendo “il personaggio principale con realismo, senza idealizzarlo né censurare le sue contraddizioni”. Nelle varie città, le proiezioni del film sono accompagnate dai registi e da uno dei coprotagonisti, Alessio Mura, prezioso testimone di una rinascita – la sua – da un passato difficile.
San Damiano è un documentario prodotto da Red Sparrow, che lo distribuisce anche, e da Askesis Film, con il sostegno del MiC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.
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