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CANNES 2025 Fuori concorso

Recensione: Partir un jour

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- CANNES 2025: Amélie Bonnin firma un primo lungometraggio di sorprendente semplicità emotiva, una commedia musicale organica le cui radici locali risuonano universalmente

Recensione: Partir un jour
Juliette Armanet in Partir un jour

“Nulla si perde, tutto si trasforma”. Nel cinema le ricette migliori sono senza tempo perché i sentimenti umani attingono alla stessa fonte, ma bisogna comunque saperle preparare con gusto e arte, come dimostra magistralmente Partir un jour [+leggi anche:
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, primo lungometraggio di Amélie Bonnin, che ha aperto fuori concorso il 78mo Festival di Cannes. Si tratta infatti di "una cucina raffinata, erede della tradizione francese", sotto forma di commedia musicale rurale, che la giovane regista dispiega con irresistibile freschezza, toccando delicatamente tutte le corde sensibili dell'emozione e giocando con abilità e senza pretese con tutti i codici del genere.

"È carino da parte tua cucinare per gli idioti del posto". Due settimane prima dell'apertura del suo ristorante, Cécile (Juliette Armanet), chef resa celebre da una popolarissima trasmissione televisiva, viene spinta da Sofian (Tewfik Jallab), suo compagno e partner professionale, ad andare in provincia per qualche giorno a trovare i suoi genitori (François Rollin e Dominique Blanc) perché suo padre, con cui ha un rapporto teso, ha avuto un terzo infarto. Un ritorno complicato da una scoperta che Cécile tiene assolutamente segreta e che lei vive come una brutta sorpresa: è incinta. Tutto questo senza dimenticare la difficoltà di ritrovare gli amici dell'adolescenza, tra cui Raphaël (Bastien Bouillon), il suo ex grande amore platonico.

Ci sono tutti gli ingredienti classici di quello che potrebbe essere un melodramma (il confronto con l'imminente scomparsa dei genitori, la nostalgia per il tempo che passa e lo svanire della giovinezza), una commedia sociale (la vergogna repressa delle proprie origini, il grande divario tra la vita in provincia con i suoi locali notturni, il motocross e le uscite alcoliche, e un'esistenza da costruire altrove) o un film sul ritorno di un vecchio amore. Ma creare un piatto forte con un tocco personale significa dosare bene le dosi, e immergendo la sua protagonista (al tempo stesso "ragazza della porta accanto" e carismatica) in questa distorsione temporale, la regista francese (che ha scritto la sceneggiatura con Dimitri Lucas) riesce a trovare l'equilibrio perfetto e il ritmo giusto, catturando un'ondata di emozioni esistenziali senza mai insistere troppo sui sentimenti che preferisce lasciare esprimere attraverso i testi delle dodici canzoni che sostengono con forza il film e si integrano idealmente nella trama.

Perché sì, questo è un musical a tutto tondo, una vera e propria pozione magica cosparsa di brani francofoni di grande successo (Stromae, Michel Delpech, Dalida, Céline Dion, Axelle Red, Bénabar, RSK, Claude François, K-Maro, Claude Nougaro, 2Be3) completamente reinterpretati e che conferiscono al film un flusso di associazioni sorprendenti venate di umorismo e tenerezza, dietro il pretesto ingannevole di una semplice gita in campagna dove gli aperitivi si susseguono a ritmo serrato. Ne emerge un profumo ammaliante, che mescola nostalgia e gioia di vivere, risate e lacrime, autenticità e archetipi. Ci sarà forse qualche guastafeste che cercherà di negare l'audacia, il controllo, la chiarezza e la sincerità di questo primo lungometraggio, notevole per la sua falsa modestia (alcuni a volte insistono nel chiudere il loro cuore in nome dell'intellettualismo), ma è chiaro che Partir un jour è un'esperienza letteralmente abbagliante per coloro che sanno lasciarsi andare e sintonizzarsi con i propri sensori emotivi.

Partir un jour è prodotto da Topshot Films e Les Films du Worso ed è coprodotto da France 3 Cinéma, Logical Content Ventures e Pathé, che guida le vendite internazionali e l’uscita in Francia oggi, 13 maggio.

(Tradotto dal francese)

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