CANNES 2025 Semaine de la Critique
Recensione: L’Intérêt d’Adam
- CANNES 2025: Dopo un primo lungometraggio molto acclamato, Laura Wandel realizza un ritratto viscerale di un'infermiera che lotta contro l'impotenza insita nella sua professione

"Lascia che ti aiuti." Lucie (Léa Drucker) è caposala del reparto di degenza pediatrica. Da tempo segue il caso del piccolo Adam, la cui salute è messa a repentaglio da un regime alimentare inadeguato, incoraggiato dalla madre. Lei sa che per curare il bambino sono necessarie le opportune cure mediche, ma anche la collaborazione e la presenza della madre (Anamaria Vartolomei), nonostante quest’ultima sia soggetta a un ordine del giudice della famiglia che limita il suo diritto di visita. Ma madre e infermiera hanno lo stesso interesse: quello del bambino. Quindi Lucie combatte, si impegna, forse più del dovuto, per mantenere il legame che unisce madre e figlio. La lotta non è necessariamente contro avversari specifici, ma più spesso contro un'infrastruttura sovrastante che tende a disumanizzare la pratica. Dove, ancora oggi, le donne gestiscono ed eseguono, mentre gli uomini danno gli ordini. Il corpo malato non è solo quello dei pazienti, è anche quello dell'istituzione, un gigante amministrativo che schiaccia gli esseri umani. Il reparto pediatrico è affollato e ribolle di angoscia e dolore. Ogni paziente ha la sua storia, il suo passato e le sue responsabilità. Spesso il contesto sociale ha lo stesso peso del percorso medico, anche se qualche palloncino sfocato sullo sfondo ci ricorda che a volte anche l'ospedale può essere un luogo di gioia.
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scheda film], secondo lungometraggio della regista belga Laura Wandel, dopo il suo acclamato debutto, Un monde [+leggi anche:
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intervista: Laura Wandel
scheda film], è un ritratto di donna e un film sociale, ma anche un thriller psicologico, poiché intuiamo che il rapporto di fiducia tra le due donne, pazientemente tessuto da Lucie, sarà minato dal sistema. La storia del film, selezionato per aprire la Semaine de la Critique del 78mo Festival di Cannes, si svolge in tempo reale, o quasi, in un'ambientazione quasi a porte chiuse. L'inquadratura si concentra su Lucie, il soggetto del ritratto, e ciò comporta che spesso le azioni e le battute degli altri avvengono fuori campo.
Eppure, in poche scene potenti e fluide, Laura Wandel concentra la sua attenzione sui pazienti, che riesce a far esistere ai nostri occhi e a quelli di Lucie, a partire dal piccolo Adam e dalla sua famiglia, dalla madre amorevole ma sconvolta, persa in convinzioni che non verranno mai giudicate o spiegate, al padre rassegnato, concentrato sulla sua nuova vita. L'interpretazione di Léa Drucker è di una sensibilità rara ma anche di una precisione rara, proprio come lo sguardo che la regista rivolge a lei. La vediamo lottare, quasi perdere l'equilibrio, poi rialzarsi. Siamo al suo fianco, condividiamo i suoi dubbi, la sua rabbia, la sua determinazione. Per poco più di un'ora siamo con lei, nelle stanze e nei corridoi di questo ospedale, e lo spettacolo della sua profonda umanità è travolgente. Come possiamo accettare che ci sono persone che non possiamo aiutare, cose che non possiamo risolvere, situazioni che non possiamo salvare? A meno che, in effetti, ciò che ci rende umani non sia proprio il non rassegnarci alla nostra impotenza di fronte alla vita e alla morte.
L’Intérêt d’Adam è prodotto da Dragon Films (Belgio) e Les Films du Fleuve (Belgio), e coprodotto da Les Films de Pierre (Francia) e Lunanime (Belgio). Le vendite internazionali sono affidate a Indie Sales.
(Tradotto dal francese)
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