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CANNES 2025 Un Certain Regard

Recensione: Pillion

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- CANNES 2025: Harry Lighton si distingue con un sorprendente primo lungometraggio, una storia d'amore e sottomissione dall'umorismo pungente ambientata nel mondo dei motociclisti

Recensione: Pillion
Harry Melling e Alexander Skarsgård in Pillion

"Hai mai guidato una moto? - No - Sei mai uscito con un motociclista? - Io, con un motociclista? No!". È un'immersione particolarmente audace quella che offre Pillion, il primo lungometraggio di Harry Lighton, presentato nella sezione Un Certain Regard del 78mo Festival di Cannes. I fan del politicamente corretto stiano alla larga, perché il regista inglese affronta il suo soggetto di petto e analizza in modo esplicito e dettagliato i meccanismi interni di un rapporto totale di dominio e sottomissione, offrendo ai suoi due attori principali ruoli straordinari. Tuttavia, quando entrano in gioco i sentimenti, niente è così semplice, e sotto la superficie implacabile, persino inquietante del suo soggetto, che flirta con la sindrome di Stoccolma, il regista elabora con finezza la meccanica emotiva della sua storia e la inietta di un umorismo salvifico (che però potrebbe non far ridere tutti).

"Prima di incontrare Ray, ero innocente sotto ogni aspetto". Per il vergine Colin (Harry Melling), un giovane che vive ancora con i genitori nella periferia di Londra, il cui lavoro è quello di mettere multe nei parcheggi e tra i cui pochi hobby c'è quello di cantare in un piccolo coro al pub (con abito gessato e cappello di paglia), l'apparizione a Natale dell'affascinante motociclista Ray (Alexander Skarsgård), che gli passa un biglietto con un appuntamento per il giorno dopo, è un dono del cielo sorprendente ma stressante.

Incoraggiato dalla madre (gravemente malata) e sostenuto dal padre, Colin "prova qualcosa di nuovo", ma non ha idea dello strano assetto che dovrà prendere per entrare nella vita di Ray. Perché quest’ultimo ha scoperto in Colin un'attitudine alla devozione e all'obbedienza che porterà all'estremo... E così il nostro innocente ragazzo viene catapultato in un mondo di motori rombanti, teste rasate, abiti alla Arlen Ness, rigidi rituali quotidiani e gite in campagna molto speciali con un gruppo di "amici". E l'amore? Colin cercherà di intravederlo e di scoprire di più sul suo compagno segreto, che legge La mia lotta di Karl Ove Knausgård, ma cambiare la struttura di una relazione del genere non è un compito facile.

Liberamente tratto dal romanzo Box Hill di Adam Mars-Jones, Pillion (termine che indica il sedile posteriore di una motocicletta) è un film senza complessi, crudo e relativamente sorprendente nella sua meticolosa rappresentazione della banalità di pratiche decisamente non convenzionali. Harry Lighton supera le insidie ​​di una scommessa cinematografica audace grazie alle interpretazioni dei suoi due protagonisti, ma soprattutto riuscendo a conferire al tutto un tono agrodolce e ironico. Una commedia molto britannica, insolente, che può suscitare polemiche, ma che permette allo spettatore di entrare in un mondo ultra-codificato e di potersi proiettare, senza autocommiserarsi, nelle pene sentimentali del docilissimo Colin: "La tua presa è una promessa, il tuo sguardo una fiamma, accanto a te non sono niente, ma sono tuo comunque".

Pillion è prodotto da Element Pictures (Regno Unito/Irlanda) con BBC Film (Regno Unito) e il BFI (Regno Unito). La società britannica Cornerstone Films si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)


Photogallery 18/05/2025: Cannes 2025 - Pillion

10 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Harry Lighton, Harry Melling, Alexander Skarsgård, Emma Norton, Lee Groombridge
© 2025 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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